Implicazioni cliniche della nuova classificazione della malattia parodontale

DM_il dentista moderno_classificazione malattia parodontale

Nelle scorse settimane, il Dentista Moderno si era occupato dell’aggiornamento della storica classificazione di Armitage (1999) dei quadri di patologia del parodonto, prodotto nel corso del Workshop di Chicago dello scorso novembre e presentata ufficialmente presso il congresso annuale della European Federation of Periodontology (EFP, EuroPerio9) nel giugno di quest’anno. La novità di maggiore sensazione era stata riportata essere l’inclusione delle malattie del substrato perimplantare.

Un lungo articolo pubblicato proprio a giugno 2018 sul Journal of Clinical Periodontology a firma degli stessi supervisori EFP e AAP Maurizio Tonetti e Kenneth Kornman, del quale si invita alla completa visione, ha osservato l’impatto della novità limitatamente all’approccio al paziente affetto da parodontite.

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In primo luogo, la definizione clinica operativa di malattia parodontale fornita dal Workshop risulta essere la seguente: perdita di attacco clinico (clinical attachment loss, CAL) interdentale di almeno 2 elementi dentari non adiacenti o CAL vestibolare o linguale pari ad almeno 3 mm con tasca superiore ai 3 mm in almeno 2 elementi. La misurazione del CAL non risulta valida in presenza di quadri non parodontali come: recessione gengivale su base traumatica, carie del colletto, lato distale del secondo molare in presenza di terzo molare malposizionato o dopo estrazione dello stesso, lesione a origine endodontica, frattura radicolare longitudinale.

Il secondo dato che emerge consiste nella possibilità di stabilire un sistema di staging e grading della malattia parodontale, sul modello impiegato da anni in ambito oncologico.

Lo staging (stadiazione in italiano) riprende i concetti di severità ed estensione, introducendo il dato della difficoltà di trattamento del singolo paziente e superando i vecchi concetti di parodontite cronica e aggressiva (nella classificazione generale sono in effetti ammesse solo la forma necrotizzante e quella susseguente a patologia sistematica oltre a quella classica).

Classificazione della malattia parodontale

Sono previsti i seguenti 4 stadi di patologia:

I: parodontite iniziale

II: parodontite moderata

III: parodontite severa con potenziale perdita dentale

IV: parodontite avanzata con estesa perdita dentale e potenziale esito in edentulia

Al fine di fornire un inquadramento del singolo paziente, lo stadio deve essere incrociato al dato del grading, che indaga la velocità di progressione della malattia, la risposta a trattamento precoce e gli effetti sulla salute sistemica. I fattori di rischio sono utilizzati come grade modifier e sono anche contemplati i nuovi marcatori biologici, utili soprattutto nella diagnosi precoce di malattia.

Sono previsti 3 gradi A, B e C, corrispondenti rispettivamente a velocità di progressione ridotta, moderata ed elevata.

Riferimenti bibliografici

Staging and grading of periodontitis: Framework and proposal of a new classification and case definition Maurizio S. Tonetti Henry Greenwell Kenneth S. Kornman First published: 20 June 2018 https://onlinelibrary-wiley-com.pros.lib.unimi.it:2050/doi/full/10.1111/jcpe.12945

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Implicazioni cliniche della nuova classificazione della malattia parodontale - Ultima modifica: 2018-08-09T07:14:58+00:00 da redazione

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