Implantologia nel giovane con agenesia: riabilitazione implanto-protesica

implantologia a carico immediato

Un primo dato da considerare è la necessità di quantificare lo spazio necessario alla riabilitazione implanto-protesica. In caso di agenesia singola, sarà sufficiente riportare la dimensione mesio-distale dell’elemento controlaterale. Non è però infrequente ritrovare forme bilaterali: sempre in accordo con l’ortodontista, potranno essere percorse diverse opzioni, quali ceratura diagnostica, indice di Bolton, proporzione aurea. L’obiettivo primario è naturalmente garantire simmetria, proporzionalità e naturalità del sorriso. Tuttavia, andranno comunque osservate le regole di base per la realizzazione di un restauro protesico su impianti, a cominciare dalla distanza della fixture dalle radici naturali adiacenti. Sebbene alcuni Autori suggeriscano un cutoff di 1 mm, 1.5 mm assicura un adeguato mantenimento della salute parodontale. In condizioni normali, poi, la stessa quota permette al picco osseo di sostenere la papilla, elemento estetico di fondamentale valore a livello dei tessuti molli. Nell’adulto, il movimento dentario può condizionare l’aspetto della papilla, cosa che invece non avviene nel soggetto in crescita.

L’impianto richiede un inserimento corretto anche per quanto riguarda il versante apicale, che deve ritrovarsi all’interno di un volume osseo adeguato ed alla giusta distanza dalle radici adiacenti. Anche questa porzione di osso, che viene vagliata tridimensionalmente attraverso TC cone beam, può risentire di precedenti trattamenti ortodontici. La soluzione più comune consiste nell’angolare maggiormente l’impianto, il che permette anche di tenere a distanza le radici.

Pubblicità

Per quanto riguarda la sede e il tipo di riabilitazione, l’elemento fondamentale da salvaguardare consiste probabilmente nel tessuto molle. Detto della papilla, ricreare un contorno congruo per forma e altezza è una sfida complessa per il protesista. Per garantire un profilo di emergenza naturale, molte sistematiche pongono il margine anche 3-4 mm apicalmente al margine gengivale. Va ricordato che nel giovane la cresta ossea si trova normalmente a livello della giunzione amelocementizia, 2 mm apicalmente al margine gengivale.

Da ultimo, come anticipato nella prima parte dell’articolo, è fondamentale il mantenimento dello spazio dopo perdita del deciduo e/o trattamento ortodontico. La metodica dipende dal timing previsto per la riabilitazione implantare. Nel caso in cui questa sia prevista entro 6-12 mesi dal termine della terapia, è sufficiente un ritentore rimovibile tipo Essix o Hawley, con un pontic che mantenga il profilo. Nel caso in cui si intenda procrastinare ulteriormente, è consigliabile un sistema di mantenimento dello spazio non rimovibile da parte del paziente, come ad esempio un Maryland bridge. La tecnica adesiva viene consigliata da diversi autori perché richiede preparazione nulla o minimale a carico degli elementi adiacenti e ne mantiene la posizione senza interferire su quella prevista per l’impianto.

 

Implantologia nel giovane con agenesia: riabilitazione implanto-protesica - Ultima modifica: 2017-06-13T07:49:19+00:00 da redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome