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Nello scorso mese di aprile, abbiamo trattato il rapporto tra gengivo-parodontopatie e malattie del perimplanto. Vogliamo riprendere l’argomento nel corso della settimana, dando però un taglio maggiormente clinico e pratico. La letteratura, infatti, oltre ad esporre una grossa mole di basi eziopatogenetiche, suggerisce anche diversi approcci terapeutici, tutti sostenuti da evidenze scientifiche; al clinico spetterà elaborarli, per poi metterli in pratica. Argomento, quello del trattamento della parimplantite, che immaginiamo possa scaturire nel dibattito susseguente all’intervento del dott. Søren Jepsen, intitolato “Analisi dei fattori di rischio di parodontite e perimplantite”; la relazione è programmata per la seconda sessione del congresso internazionale Innovazione, sostenibilità e stili di vita, organizzato da “Il Dentista Moderno” per il 3 luglio 2015 presso l’hotel Marriott di Milano.

In questo momento storico, la comunità scientifica ha ormai preso coscienza di quale sia la portata di questo fenomeno in costante aumento. Possiamo definirla come una patologia infiammatoria, associata ad una progressiva perdita dell’osso che circonda un impianto sottoposto a carico protesico. In maniera più semplicistica, ma anche più intuitiva, la perimplantite è il corrispettivo implantare della malattia parodontale; questo dovrebbe bastare per non farla assimilare al fallimento dell’impianto.

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La revisione di Ziztmann del 2008 (Zitzmann NU, Berglundh T. (2008) Definition and prevalence of peri-implant diseases. J Clin Periodontol. 2008 Sep;35(8 Suppl):286-91. doi: 10.1111/j.1600-051X.2008.01274.x.) delinea un quadro epidemiologico di alta incidenza: la vera e propria perimplantite, infatti, si riscontra tra il 28 e il 56% degli impianti mentre la mucosite perimplantare – corrispettivo della gengivite e patologia predisponente – arriva al 80%; la recentissima SR di Derks ridimensiona questi dati, portandoli rispettivamente al 22 e 43%.

Alcuni aspetti dell’eziopatogenesi della perimplantite sono del tutto peculiari e rimangono oggetto di indagine e di dibattito; al contrario, sono ormai assodati diversi tratti comuni tra parodontite e perimplantite: uno di questi è il ruolo del biofilm e di alcuni ceppi batterici nell’insorgenza di entrambe le problematiche. Per questo motivo, la maggior parte delle terapie oggi disponibili deriva da quelle in uso per le forme di malattia parodontale: tra le strategie conservative, ricordiamo la somministrazione, a livello topico o sistemico, di antibiotici, l’uso di antisettici, la levigatura dell’impianto con apposite curette o, ancora, l’uso di apparecchi ultrasonici, di laser, di sistematiche fotodinamiche o l’air polishing; tra le tecniche chirurgiche, la terapia resettiva e la rigenerativa, con o senza membrana.

Come di consueto, questa fase clinica verrà trattata suggerendo lavori scientifici mirati e, a nostro giudizio, potenzialmente utili al professionista parodontologo-implantologo.

Impianti: introduzione al trattamento della perimplantite - Ultima modifica: 2015-06-22T08:37:30+00:00 da redazione

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