Igiene e prevenzione, due facce della stessa medaglia

È nata in provincia di Lecce ma, per ragioni di famiglia, ha concluso il liceo classico e la carriera universitaria a Bari, dove vive tuttora. Sognava la medicina, Maria Teresa Montagna, ma – per uno scherzo del destino – intraprese gli studi in Scienze Biologiche che allora contemplava anche l’indirizzo medico. Presto scoprì una verità che l’accompagna ancora oggi: «l’Anatomia è la stessa per biologi e medici». Un insegnamento della professoressa Camosso, allora docente del corso di Anatomia, che le permise di continuare gli studi in Scienze Biologiche pensando alla Medicina, la sua vera passione.  L’Igiene e la Medicina Preventiva furono il passo successivo, l’oggetto della sua tesi di laurea. Da allora Maria Teresa Montagna non ha più abbandonato l’idea che Igiene e Prevenzione sono due facce della stessa medaglia: la salute dell’uomo.  Professore Ordinario di Igiene presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bari dove insegna «Medicina di Comunità» e «Educazione Sociale e Sanitaria», è titolare dell’insegnamento di Prevenzione e Controllo delle Infezioni crociate e di Igiene Speciale in Chirurgia oro-mascellare nel corso di laurea triennale per Igienisti Dentali presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dello stesso Ateneo pugliese.

Ha altri numerosi incarichi istituzionali e scientifici nell’ambito della medicina preventiva ed è autrice di oltre 450 pubblicazioni di carattere sperimentale su prestigiose riviste scientifiche nazionali e internazionali. Dal 2000 al 2004 è stata Coordinatore Nazionale del Gruppo di Lavoro SItI (Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva) «l’Igiene in Odontoiatria». Dal 2003 al 2006, Referente Nazionale SItI nel Collegio dei Docenti per la Laurea Specialistica in Odontoiatria e Protesi Dentaria. Primo autore del volume «Igiene in Odontoiatria» e co-autrice nella traduzione e nella revisione delle Linee Guida americane per il Controllo delle Infezioni in Odontoiatria. Recentemente ha collaborato alla stesura delle «Linee Guida Nazionali per la promozione della Salute Orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva», approvate lo scorso anno dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Pubblicità

Professoressa Montagna, quando è nato il suo interesse per l’odontoiatria?

Risale a molti anni fa, quando la Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (SItI) istituì alcuni Gruppi di Lavoro che avrebbero operato su temi specifici. Uno di questi era proprio dedicato alla prevenzione delle infezioni crociate in ambito odontoiatrico. Allora il coordinatore era il Prof. Tarsitani di Roma; con lui iniziai a lavorare attivamente, producendo subito alcuni lavori scientifici. Poi diventai io la coordinatrice. Espletai l’incarico per due mandati, di due anni ciascuno, dal 2000 al 2004, il periodo massimo concesso dallo statuto della società scientifica. Fu un’esperienza che ricordo con grande piacere, anche per le importanti iniziative che abbiamo portato avanti.

Come è strutturato il Gruppo di Lavoro SItI «l’Igiene in Odontoiatria» e in quali ambiti avete operato?

È un gruppo multidisciplinare costituito da igienisti, odontoiatri, ricercatori e liberi professionisti che, a vario titolo, promuovono protocolli di studio e di ricerca orientati all’Igiene e alla prevenzione in ambito odontoiatrico. Insieme alla professoressa Strohmenger di Milano, al professor Dolci di Roma e ad altri odontoiatri molto attivi abbiamo affrontato diversi temi scientifici, tra cui anche il problema delle infezioni del riunito, con particolare attenzione alle infezioni da Legionella, un argomento ancora poco studiato in ambito odontoiatrico ma che, già allora, mi era molto caro in quanto referente per la regione Puglia di un progetto per la prevenzione della legionellosi.

Cosa emerse in particolare dai vostri studi? 

Abbiamo scoperto cose interessanti. In particolare, sottoponendo un gruppo di odontoiatri a controlli sierologici per la ricerca di anticorpi anti-Legionella, abbiamo evidenziato un significativo numero di sieropositivi. In altre parole, gli odontoiatri che lavoravano su riuniti la cui acqua era contaminata da Legionella avevano sviluppato gli anticorpi in una percentuale maggiore rispetto ai colleghi di altri reparti dello stesso ospedale.

Che valore assume dunque la formazione in questo ambito?

Ha un valore importante. A tal proposito, ricordo uno studio nazionale che abbiamo realizzato nell’ambito del Gruppo di Lavoro SItI: tra gli studenti del Corso di laurea in Odontoiatria sono stati distribuiti circa 2.500 questionari prima e dopo il corso di Igiene, allo scopo di verificare il valore e l’efficacia del nostro insegnamento. Con soddisfazione abbiamo rilevato quanto fosse migliorata la conoscenza delle problematiche relative all’Igiene e alla prevenzione delle infezioni nella pratica odontoiatrica. Sono soprattutto i giovani, gli studenti a mostrare grande interesse per questi argomenti, un tempo sottovalutati e oggi entrati a pieno titolo tra le materie di insegnamento.

Qual è lo stile comunicativo, a suo avviso, più efficace per sensibilizzare gli operatori sanitari alle tematiche riguardanti l’Igiene e la prevenzione?

Nell’informare o formare un odontoiatra che opera in una struttura pubblica o privata non dobbiamo dimenticare di avere a che fare con un operatore sanitario. Il rapporto nella comunicazione deve essere dunque tra pari. Questo è un aspetto molto importante che può condizionare il successo di un evento formativo. Nella mia esperienza, ho notato che gli odontoiatri, così come gli studenti, sono molto attenti ai dati epidemiologici. Questo permette di creare un dibattito utile a far comprendere le questioni più rilevanti in materia di Igiene e Prevenzione, come testimoniato dall’attiva partecipazione al 1° Congresso Nazionale «Prevenzione e sicurezza in ambito odontoiatrico» organizzato dalla sottoscritta a Bari nel 2004.

Quale dovrebbe essere il rapporto ideale tra odontoiatra e igienista dentale?

Di grande collaborazione reciproca. Sono convinta che l’igienista dentale può essere un valido supporto per l’odontoiatra, soprattutto nell’ambito della promozione della salute orale. In realtà sono due figure complementari che insieme danno vita a una coppia vincente.

Le Linee Guida recentemente pubblicate sono un esempio di cooperazione: la prevenzione si può attuare solo attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti sulla scena della cura…

Sì, le Linee Guida sono il risultato di una collaborazione multidisciplinare nata su iniziativa della professoressa Laura Strohmenger e focalizzata sulla prevenzione delle carie nei bambini da 0 a 12 anni, divisi per fasce di età. Il lavoro ha coinvolto odontoiatri, igienisti, ginecologi, pediatri e genitori. Ciascuno ha dato il proprio contributo: il risultato è un documento approvato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e oggi in fase di divulgazione. Le «Linee Guida Nazionali per la promozione della Salute Orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva» sono disponibili sul sito Web della SItI (www.sitinazionale.com) e distribuite anche ai nostri studenti perché ne apprendano le nozioni.

Nel concreto, cosa comporterà l’applicazione di queste importanti Linee Guida per la promozione della Salute Orale?

Innanzitutto gli operatori, i pediatri di base e i genitori avranno più consapevolezza dei problemi derivanti da comportamenti errati. Non tutti i genitori, per esempio, sanno che il succhiotto addolcito con il miele può essere causa di carie per il bambino in età precoce. Le Linee Guida contemplano anche il trattamento del bambino disabile, un argomento che deve essere affrontato con particolare attenzione dall’odontoiatra. È un tema che mi sta molto a cuore. Attualmente sto curando la stesura di un testo «Educazione alla salute in età pediatrica», che affronta diversi temi riguardanti la salute del bambino. Tra questi, il gruppo della professoressa Strohmenger ha trattato il problema della salute orale e, in particolare, quello dell’assistenza al bambino autistico.

La prevenzione è un valore condiviso, un diritto che dovrebbe essere assicurato a tutti i cittadini dal SSN. Senza un potenziamento dell’odontoiatria pubblica, non si corre il rischio di attuare una politica della prevenzione a due velocità, a svantaggio dei cittadini meno abbienti e in seconda istanza anche dell’intera comunità? 

Stiamo lavorando anche su questo. È necessaria la collaborazione di tutti affinché si possa realizzare una prevenzione il più possibile allargata. La prevenzione, però, ha bisogno di risorse, seppur meno rispetto alle pratiche terapeutiche. In ogni caso, è solo a partire da studi, dati e risultati certi che possiamo sperare di conquistare l’opinione pubblica e spingere le istituzioni a destinare maggiori risorse alle pratiche di prevenzione delle malattie, comprese quelle del cavo orale.

Igiene e prevenzione, due facce della stessa medaglia - Ultima modifica: 2009-03-18T14:23:08+00:00 da fabiomaggioni

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome