I miei primi 4 anni alla guida di Andi

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Gianfranco Prada

Cortese e pacato, ma anche serio e determinato nel portare avanti attraverso il dialogo le istanze in cui crede. Ė così Gianfranco Prada, 53 anni, una grande passione per l’odontoiatria, ma soprattutto per la libera professione e per il bene comune degli oltre 23mila odontoiatri iscritti ad ANDI che negli ultimi quattro anni si sono lasciati condurre dalla sua squadra di governo. Lo abbiamo incontrato alla vigilia del prossimo congresso nazionale (in programma il 30 e 31 maggio 2014) che eleggerà il nuovo Esecutivo Nazionale dell’associazione: l’occasione giusta per tracciare un bilancio del lavoro svolto sin qui, ma anche per riflettere insieme sui problemi dell’odontoiatria, sempre più legati al destino del nostro Paese.

Dottor Prada, sono già trascorsi quattro anni….

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Sì, e per certi versi non me ne sono neppure accorto. Di sicuro non mi sono annoiato: essere Presidente di un’associazione che conta 23mila iscritti è un compito gravoso che non lascia spazio alla noia, ma neppure alla vita privata e questo forse è l’aspetto più oneroso per noi liberi professionisti impegnati all’interno di Andi.

In questo breve lasso di tempo, perché quattro anni non sono molti, quali obiettivi è riuscito a raggiungere? 

Innanzitutto, credo di essere riuscito a ottenere una generale riappacificazione tra le varie rappresentanze della professione: siamo partiti con un’ANDI spaccata a metà, con conflitti interni anche notevoli che pian piano sono stati superati, perché oggi sostanzialmente c’è condivisione sul lavoro svolto, sull’impegno manifestato e anche sulla mia politica che ha conquistato quasi interamente ANDI. Un altro aspetto ancora più importante riguarda la condivisione di progetti e di iniziative con le altre rappresentanze istituzionali, e mi riferisco in primo luogo alla CAO e all’Università, ma anche all’AIO, l’altro sindacato di categoria con il quale oggi abbiamo un dialogo corretto e costruttivo. Al di fuori di questo ambito, siamo riusciti a vincere alla Corte di Giustizia Europea il ricorso contro le tasse per i fonografici, abbiamo investito molto nei giovani con il progetto ANDI Young, oltre ad avere approvato il nostro codice etico associativo che va al di là del codice deontologico e fissa regole ben specifiche all’interno dell’associazione. Poi, abbiamo portato avanti il lavoro sulle raccomandazioni cliniche che a breve saranno pubblicate.  Più in generale, possiamo dire di avere dato sostegno ai soci sia dal punto di vista culturale, attraverso la formazione, sia sotto il profilo della gestione amministrativa, visti gli oneri burocratici che vorremmo ridurre: l’eliminazione del sistema SISTRI per i rifiuti che siamo riusciti a ottenere ne è un esempio.

Il libero professionista in Italia è penalizzato?

Sì, e non solo l’odontoiatra. Il problema riguarda tutte le categorie professionali, ma anche l’industria; è causato dai meccanismi burocratici presenti nel nostro Paese: una sorta di settore indotto, ma al negativo, che si autoalimenta a discapito del lavoro produttivo.

Cosa può fare l’odontoiatra nel quotidiano per contrastare questa situazione?

Deve continuare a operare come ha fatto sino a oggi, combattendo sul campo con impegno, perché purtroppo il potere contrattuale di ANDI, soprattutto in questo particolare momento storico, non ha un peso tale da consentirci di risolvere tutti i problemi che investono l’odontoiatria, come invece molti odontoiatri vorrebbero. Credo però che la nostra categoria possa essere di esempio per tutto il Paese, perché sta dimostrando come si possa andare avanti anche senza alcun aiuto da parte dello Stato che, anzi, al contrario, al posto di creare condizioni favorevoli alla nostra attività, ha persino intenzione di abbassare la detraibilità delle spese sanitarie, portandola dal 19 al 18%, con un aggravio per il cittadino, ma anche per lo studio odontoiatrico.

ANDI oggi ama parlare di fedeltà fiscale: è cambiato qualcosa su questo fronte?

Sì, credo che la nostra categoria si stia evolvendo in questo senso. Basti pensare che nel 2012, a fronte di un decremento di oltre il 28% delle prestazioni odontoiatriche rilevato dall’Istat, il reddito dichiarato dagli odontoiatri è invece aumentato: segno di un maggior impegno verso gli obblighi fiscali che in passato non sempre la nostra categoria ha assolto pienamente.

Gianfranco Prada
Gianfranco Prada

Qual è l’evento legato alla sua presidenza che ricorda con maggior soddisfazione?

L’ultimo incontro avuto con il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Ė stato un incontro piacevole per diverse ragioni: innanzitutto perché rispetto ai primi impegni ufficiali, questa volta a prevalere è stata la soddisfazione anche personale di trovarmi in un luogo istituzionale così importante, poi perché, quel giorno, gli impegni presi dal Ministro mi sono sembrati seri e concreti e questo per me è stato motivo di grande soddisfazione anche professionale.

La cosa che l’ha più delusa, invece, qual è stata?

Momenti di delusione li ho avuti in occasione del mancato sostegno da parte di alcuni Colleghi impegnati nell’Associazione, dai quali invece mi aspettavo una collaborazione costante.

Tra qualche settimana ci sarà il congresso nazionale di Andi: presenterà nuovamente la sua candidatura? Nel caso, cosa le piacerebbe realizzare nei prossimi quattro anni?

Molti colleghi e dirigenti di ANDI mi hanno chiesto di proseguire il mio mandato. Ci sto riflettendo. Da una parte, sono sincero, mi piacerebbe tornare ad avere una vita privata, realizzare il sogno che tengo nel cassetto da diversi anni, quello di trasferirmi a vivere in una casa in riva al lago; per contro, non vorrei neppure deludere le aspettative di quanti mi vorrebbero ancora presidente. Di sicuro quello che attende il prossimo Esecutivo Nazionale di ANDI non sarà un compito facile, dato che i problemi da risolvere sono in parte gli stessi che sta cercando di risolvere invano il governo. L’auspicio è che l’economia generale migliori, tuttavia per gli odontoiatri è necessario che si realizzi anche un nuovo modello professionale, meno individualista e più orientato all’aggregazione. Personalmente continuo a credere nell’importanza del rapporto di fiducia medico–paziente e quindi nell’odontoiatra di base che cura la maggior parte delle patologie odontoiatriche del proprio paziente: è una figura che, pur avvalendosi di specialisti per alcuni specifici interventi, dovrebbe rimanere un riferimento costante per il paziente. Secondo me questa è l’unica via vincente in Italia, del resto vediamo come le catene non abbiano ottenuto quei risultati a cui puntavano e i centri low-cost faranno la stessa fine del turismo odontoiatrico e di altri fenomeni ormai in declino. Tuttavia è necessario che i colleghi capiscano che c’è bisogno di andare in una direzione diversa da quella attuale, di trovare una maniera alternativa per offrire la stessa qualità odontoiatrica, magari con il supporto di strumenti messi a disposizione proprio dall’Associazione.

I giovani, nonostante le difficoltà, sono forse avvantaggiati nel vedere le opportunità di questo nuovo modello. E gli odontoiatri più anziani, invece, come si preparano al cambio generazionale?

L’anziano che passa il testimone lo dovrebbe fare gradatamente, insegnando e trasmettendo l’esperienza, valorizzando il lavoro svolto e il gruppo dei propri pazienti. Io credo molto in questo. Adesso abbiamo fornito anche il nuovo contratto da applicare ai giovani che subentrano nello studio, tuttavia ho la sensazione che tutto questo non sia stato capito, perché non ho percepito quell’entusiasmo che mi aspettavo. Invece, credo che questa sia l’unica via per non soccombere, per cui rilanceremo il messaggio con maggior vigore. Quest’anno poi avremo il nostro consueto appuntamento a Cernobbio, a Villa d’Este: cercheremo di capire quali aspetti sociali sono implicati nel nostro ambito per analizzare l’evoluzione della professione e mettere quindi a disposizione gli  strumenti che come associazione siamo in grado di offrire: questo è il progetto per il 2014 e per l’inizio del prossimo mandato. Poi, bisognerà vedere quale sarà la situazione generale e tarare di conseguenza le azioni da compiere.

I miei primi 4 anni alla guida di Andi - Ultima modifica: 2014-03-12T14:48:54+00:00 da fabiomaggioni

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