Guttaperca termoplasticizzata e condensazione termomeccanica

Storicamente, la guttaperca trova impiego nel filling dei canali radicolari come materiale a freddo. Un gran numero di professionisti si è avvicinato alla disciplina attraverso la classica tecnica della condensazione laterale. In realtà, Schilder introdusse già nel 1967 il concetto della condensazione verticale: per motivi tecnici, dovettero trascorrere diversi anni prima che questo diventasse uno standard operativo, ma l’aspetto fondamentale da considerare riguarda l’applicazione della guttaperca calda. La guttaperca fredda, infatti, è priva di capacità di flusso e presenta un grado ridotto di deformabilità plastica. Tramite la condensazione laterale si ottiene perciò un fascio di coni con delle microspaziature interposte, come ben evidenziato attraverso studi di microscopia. Il difetto sarebbe teoricamente limitabile andando ad effettuare la compattazione in prossimità dell’apice, ovvero nel tratto considerato maggiormente delicato.

Al contrario, aumentando la temperatura della guttaperca, questa assume forma termoplastica ed è in grado di sigillare più facilmente gli spazi endodontici sagomati e detersi. Uno dei problemi che possono derivare riguarda il controllo del materiale, con la possibilità di estrusione ed overfilling. È pertanto raccomandabile per il professionista conoscere tutte le sistematiche disponibili, ragionando così su quelle che maggiormente si adattano alla propria manualità.

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Per fornire una sorta di classificazione, si può distinguere concettualmente fra i sistemi che inseriscono direttamente nel canale guttaperca calda (cfr. Obtura e Thermafil) e quelli che prevedono l’inserimento di coni di guttaperca che poi vengono riscaldati.

A questa seconda categoria appartiene in primo luogo la stessa tecnica di Schilder, oggi meglio nota nella forma derivata detta “onda continua di condensazione”.

Nel 1980 McSpadden introdusse un concetto del tutto differente: i coni venivano riscaldati tramite l’uso di specifici compattatori montati su contrangolo a bassa velocità, in grado di imprimere contemporaneamente una spinta in direzione apicale e verso le pareti laterali. La sistematica più diffusa di condensazione termomeccanica è commercializzata da Dentsply-Maillefer con il nome di Gutta Condensor. I condensatori in acciaio presentano un design invertito rispetto a un H-file e sono disponibili nelle misure 25 – 30 – 35 – 40 – 45 – 50 per 21 – 25 mm di lunghezza. La casa ne consiglia l’utilizzo alla velocità di 8000 rpm.

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Dalla tecnica di base sono derivate la metodica GPS II, che impiega una guttaperca particolarmente morbida e bassofondente, e la cosiddetta tecnica ibrida di Tagger.

Alcuni Autori hanno messo in discussione le sistematiche termomeccanice, ritenendole potenzialmente lesive delle strutture parodontali, a causa delle elevate temperature raggiunte. Ne è stato pertanto suggerito l’uso per il backfilling canalare dopo otturazione del terzo apicale tramite la comune tecnica verticale a caldo (tecnica mista).

Guttaperca termoplasticizzata e condensazione termomeccanica - Ultima modifica: 2017-03-08T07:36:14+00:00 da redazione

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