Le lesioni periapicali si sviluppano in risposta all’invasione dei canali radicolari da parte dei microrganismi che generano sottoprodotti tossici.
La terapia endodontica è volta a eliminarli e a disinfettare tutta la superficie endodontica prima di passare alla fase di otturazione canalare.
La complessità dei sistemi canalari e l’insediamento dei microbi negli strati dentinali più profondi rappresentano una sfida nella disinfezione e la loro eventuale persistenza può portare alla mancata risoluzione delle patologie apicali. Inoltre la natura polimicrobica delle infezioni endodontiche rende più complessa la disinfezione totale dello spazio canalare.
Attualmente l’approccio a questo tipo di lesioni può essere chirurgico o non chirurgico ma in genere, grazie ai progressi scientifici, si tende ad attuare una terapia non chirurgica più conservativa. Inoltre i processi chirurgici hanno tempi di guarigione lunghi e non sempre risolvono il problema pertanto dovrebbero essere considerati solo nel caso in cui i metodi non chirurgici non dovessero essere risolutivi.
Per la terapia non chirurgica possono essere adottate diverse tecniche, queste includono l’applicazione di vari medicamenti intracanalari come l’idrossido di calcio e la tripla pasta antibiotica. Quest’ultima in particolare è formata da una miscela di ciprofloxacina, metronidazole e minocicilina e si è notato che come medicamento intracanalare ha dato risultati promettenti nell’eliminazione di microrganismi come l’E. faecalis, difficilmente rimovibile dall’azione del solo idrossido di calcio.
Una recente revisione della letteratura effettuata da Kumar e coll. ha avuto lo scopo di valutare l’influenza dell’azione dell’idrossido di calcio e della tripla pasta antibiotica sul tasso di guarigione delle lesioni periapicali.
Sono stati presi in considerazione, dopo aver valutato i criteri di inclusione ed esclusione, 16 articoli. Di questi si sono valutate le guarigioni delle lesioni periapicali post-trattamento canalare non chirurgico in cui era stata utilizzata una tripla pasta antibiotica e idrossido di calcio.
Nei 16 studi selezionati vi erano 19 pazienti trattati con idrossido di calcio e 11 con tripla pasta antibiotica. I follow-up registrati oscillavano nei vari articoli da 1 a 20 anni.
In tutti gli studi si è evidenziata una percentuale di successo molto significativa per quanto riguarda l’effetto sulla guarigione delle lesioni periapicali.
Nei 19 elementi trattati con idrossido di calcio in 4 casi non si è riuscito a eliminare i sintomi e 1 caso ha mostrato guarigione incompleta a 1 anno di follow-up.
Difatti come abbiamo visto precedentemente la natura polimicrobica delle infezioni potrebbe comportare l’inefficacia di questa medicazione per quanto riguarda degli specifici batteri come l’E. faecalis.
La durata della medicazione antibatterica nella maggior parte dei casi in cui è stato utilizzato idrossido di calcio è stata di 2-3 settimane ed è risultata efficace. In alcuni studi però è stato necessario lasciarlo agire per più tempo, anche a 6 mesi-1 anno. In genere maggiore è la lesione più tempo sarà necessario lasciare agire la medicazione.
Gli 11 casi trattati con tripla pasta antibiotica hanno mostrato segni di guarigione, in 7 casi è stata completa. Si è osservato che, generalmente, l’azione ottimale della medicazione avviene lasciandola agire per 3 mesi e inoltre questa rappresenta una valida alternativa all’utilizzo dell’idrossido, soprattutto nei casi in cui vi siano delle lesioni resistenti a quel tipo di terapia.
Si può affermare che i fattori cardine che influenzano la guarigione delle lesioni periapicali siano la dimensione e il tipo, ma anche la durata e le caratteristiche della medicazione antibatterica utilizzata.
Perciò il trattamento canalare non chirurgico con idrossido di calcio e tripla pasta antibiotica nei denti con grandi lesioni periapicali può essere una alternativa migliore alla terapia chirurgica dato che i tassi di guarigione sono risultati favorevoli.
La tripla pasta antibiotica inoltre consente una percentuale di guarigione più alta nel minor tempo rispetto all’idrossido di calcio.
