ABC per l’identificazione delle lesioni sottomucose

La patologia orale è senza dubbio uno degli ambiti più affascinanti e, nel contempo, fra i maggiormente delicati all’interno delle scienze odontostomatognatiche. Lo studio delle lesioni a significato patologico (vero o presunto) presuppone criteri descrittivi complessi e precisi che, pur facendo parte del bagaglio culturale di ogni odontoiatra, nella maggior parte dei casi non ne ricalcano l’operato quotidiano. È anche per questo che, molto correttamente, diversi odontoiatri scelgono di rivolgersi ad un collega maggiormente esperto o ad altra figura specialistica (dermatologo, chirurgo maxillo-facciale ecc.) nel caso di diagnosi complesse o lesioni borderline. Questo breve articolo si propone di fornire dei criteri maggiormente “spendibili” in ambito clinico. L’idea rimane comunque supportare l’odontoiatra nelle scelte operativa, non certo consigliare delle vie alternative. La diagnosi delle patologie stomatognatiche sta anzi richiedendo sempre più frequentemente l’approccio multispecialistico nella diagnosi e, a maggior ragione, nel trattamento, anche in relazione delle possibili ricadute sulla qualità di vita del paziente che ne possono derivare. Nella fattispecie, verranno qui di seguito illustrati alcuni aspetti riguardanti le lesioni sottomucose, con attenzione alla diagnosi differenziale. In patologia orale è piuttosto comune che una singola tipologia di lesioni presupponga due/tre quadri patologici difformi dal punto di vista eziopatogenico e, di conseguenza, terapeutico. In primo luogo, nel momento in cui si riconosce distintamente una lesione in una neoformazione circoscritta del cavo orale, è utile pattugliare tutte le mucose e le semimucose, oltre che eseguire una verifica palpatoria a livello del collo.

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La descrizione della lesione in sé, poi, deve riconoscere dei criteri chiari ed essenziali: può risultare immediato il metodo “ABCD” (aspetto, bordi, colore, dimensione). È bene anche documentare la lesione dal punto di vista fotografico e aggiornare descrizione e apparato iconografico nel corso del monitoraggio. L’ascolto della storia clinica è fondamentale. Ad esempio, vi sono lesioni che si riconoscono per le modalità di insorgenza rapida. Ciò non vale necessariamente solo per i processi infettivi, ma lo si riscontra allo stesso modo nel mucocele. La posizione della lesione può essere dirimente nella diagnosi; il modo più semplice di orientarsi è dividere la bocca in più porzioni. Per la lingua, ad esempio, si può fare riferimento alla classica divisione anatomica in tre parti: se tutte queste possono presentare fibromi, è sul ventre linguale che si possono caratteristicamente ritrovare varicosità venose. Il palato molle è un’area che richiede cura particolare: alcuni Autori riportano come qui le lesioni sottomucose manifestino maggior tendenza alla recidiva e anche la frequenza di malignità è degna di attenzione. In conclusione, si arriverà a identificare per ogni area anatomica un pool ristretto di patologie in diagnosi differenziale di lesione sottomucosa. Nel caso della gengiva, ad esempio, si ricordano il fibroma, il granuloma piogenico e il fibroma ossificante periferico. A livello labiale, invece, mucocele, tumori delle ghiandole salivari minori e ancora fibroma.

ABC per l’identificazione delle lesioni sottomucose - Ultima modifica: 2016-12-05T07:48:56+00:00 da redazione

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