La scelta del materiale da otturazione canalare retrograda è in grado di influenzare il successo di una procedura di endodonzia chirurgica. Il materiale ideale dovrebbe presentare le seguenti caratteristiche: biocompatibilità con ridotta citotossicità, attività biologica diretta (antimicrobica in particolare), adesione alla dentina radicolare e sigillo marginale efficace, maneggevolezza e setting time adeguato, resistenza alla compressione, stabilità dimensionale e, infine, radiopacità.
Negli anni, sono stati proposti e valutati moltissimi materiali da otturazione retrograda: amalgama d’argento, guttaperca, composti a base di ossido di zinco eugenolo o vetroionomerici. Il prodotto di riferimento è comunque rappresentato dal Mineral Trioxide Aggregate (MTA) il quale, tuttavia, non soddisfa appieno le caratteristiche sopra citate. A questo proposito, le biodentine si propongono di andare incontro a quelle carenze riguardanti tempo di indurimento, accelerato dalla presenza delcloruro di calcio, e resistenza alla compressione, che risulta simile, come suggerito dal nome, a quella della dentina.
Essendo ormai sul mercato da più di dieci anni, il gruppo di lavoro di Paños-Crespo ha reputato interessante valutare in maniera sistematica le evidenze, al fine di stabilire se, ad oggi, le biodentine debbano essere considerate il nuovo standard per quanto riguarda l’otturazione endodontica retrograda.
MTA e biodentine: una ricerca basata su 21 pubblicazioni
Gli autori hanno impostato una ricerca che ha coinvolto le banche dati MEDLINE, Cochrane e Scopus, aggiornate a marzo 2020.
Partendo da una base di 147 record (132 al netto dei doppioni), gli autori hanno valutato un totale di 21 full text, 13 dei quali sono stati inclusi nella revisione sistematica. Gli 8 esclusi non hanno compiuto un vero confronto tra biodentine e materiale di riferimento, ovvero MTA. I lavori inclusi fanno riferimento a un campione di 180 elementi anteriori trattati con biodentine e 171 trattati con MTA.
Lo studio è stato recentemente pubblicato su Medicina Oral, Patología Oral y Cirugía Bucal. Analizzando i risultati, 2 studi (su 4 che hanno considerato il parametro) hanno rilevato una forza di legame significativamente superiore a livello dei denti trattati con biodentine. Tale materiale mostra performance migliori, rispetto all’MTA, in condizioni di contaminazione acida o ematica.
Il gap marginale e, ancora di più, la capacità di sigillatura sono i parametri che hanno mostrato le indicazioni più controverse: le biodentine sembrerebbero mostrare un comportamento migliore nelle prime 24 ore ma i risultati tenderebbero a uniformarsi già a una settimana.
In conclusione, gli autori non ravvisano evidenze sufficientemente forti da indicare le biodentine come nuovo gold standard. Verosimilmente, i due materiali possono essere posti, invece, sullo stesso livello.