Lo studio delle patologie infiammatorie dei tessuti molli e duri perimplantari rappresenta uno dei trend fondamentali nella ricerca degli ultimi anni. Diversi sono i fattori, locali e sistemici, implicati nella patogenesi della perimplantite: insufficiente igiene orale, consumo di tabacco, ma anche diabete mellito. A questi si aggiungono poi tutti quei fattori che devono essere inclusi nella valutazione preoperatoria del paziente implantare, in quanto possono aumentare rischio di fallimento nel breve-medio termine.
Il consumo di bevande alcoliche rappresenta un'abitudine diffusa in tutti i paesi occidentali e in buona parte dei paesi del mondo e rappresenta un fattore di rischio per diverse patologie, anche di interesse odontostomatologico. Alcuni studi, tuttavia, hanno evidenziato come un consumo di alcool da lieve o moderato – corrispondenti a 1-2 unità al giorno – possa correlare con un decremento dei livelli dei marcatori dell'infiammazione. Gli stessi marker tornano a salire a partire dalle 3 unità/die, ovverosia a fronte di un consumo elevato.
Alcuni di questi marker rientrano anche nei pattern dell'infiammazione del substrato perimplantare. Analizzando queste evidenze, Carr e colleghi hanno constatato l'assenza di studi che valutassero gli effetti del consumo di alcol sulla salute perimplantare ed, eventualmente, nello sviluppo della perimplantite.
Lo studio è stato allestito secondo un modello di coorte retrospettivo e ha valutato casi implantari condotti nel periodo compreso tra il 2006 e il 2012 presso il Philadelphia Veteran's Affairs Medical Center.
I dati anamnestici relativi al consumo di alcool sono quelli relativi al periodo entro 3 mesi dal posizionamento degli impianti e sono stati impiegati come variabili predittive.
Dalle visite di follow-up sono state raccolte le indicazioni relative all'outcome, ovvero la presenza di perimplantite, valutata a livello implantare.
Per quanto riguarda l'analisi statistica, costruito un modello di regressione logistica, con l'utilizzo del test Wald per analizzare la significatività di ogni parametro. I risultati sono stati interpretati come una stima dell'odds ratio, con intervallo di confidenza del 95%.
Lo studio ha indagato una coorte quasi esclusivamente (92%) maschile, con un'età media pari a 60 anni al momento del posizionamento dell'impianto. La latenza media di insorgenza della perimplantite risulta di 30 ± 25 mesi; la patologia si è manifestata più frequentemente entro 2 anni dal posizionamento dell'impianto. L'incidenza di
la perimplantite è risultata significativamente maggiore tra i consumatori di alcolici in quantità elevata (42%) rispetto ai consumatori lievi e moderati (rispettivamente 12 e 6%). Sorprendentemente, è stato rilevato anche un effetto protettivo, in quanto i consumatori lievi hanno evidenziato un'incidenza inferiore del 47% rispetto ai non consumatori pesanti.
Nei limiti del modello sperimentale, quindi, i risultati inducono l'implantologo a sostenere (con un motivo in più) un consumo responsabile di alcolici, più che a spingere per un cambiamento delle abitudini.
Riferimenti bibliografici
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31606390