La sanità elettronica potrebbe far risparmiare al Servizio sanitario nazionale oltre 14 mld di euro, “ma in Italia è ancora un fanalino di coda visto che per ogni abitante si investono solo 21 euro contro i 70 della Danimarca, il Paese in cima agli investimenti in questo settore. In totale in Italia nell’ultimo anno per le tecnologie digitali si sono spesi 1,17 mld. Mentre per far decollare la sanità elettronica nel nostro Paese dovremmo investire tre volte tanto”, afferma Mariano Corso, direttore scientifico dell’Osservatorio sull’innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano, presentando uno studio all’apertura a Roma della Conferenza sulla sanità elettronica.
“Siamo un Paese povero in sanità, ovvero spendiamo meno rispetto ad altri in Europa. Ma abbiamo diversi problemi, come un maggiore aumento dell’invecchiamento della popolazione che inciderà pesantemente sulla gestione dell’assistenza e delle cure. Mentre con la sanità digitale possiamo arrivare a risparmiare oltre 14mld: 6,8 mld nelle strutture sanitarie (Asl, Regioni e ospedali) e 7,6 mld per i cittadini. Le Asl e gli ospedali potrebbero ridurre le spese in diversi settori grazie alle innovazioni del digitale: 3 mld con medicina del territorio e domiciliare, 1,39 mld con la cartella clinica elettronica, 860 mln con i referti digitali, 370 con i referti via web, 860 mln con la gestione informatizzata dei farmaci”.
I risparmi potenziali per i cittadini, pari a 7,6 mld, sono invece i seguenti: 4,6 mld con i referti via web, 2,2 mld con la medicina a domicilio, 170mln con la gestione dei farmaci online e 640 mln con le prenotazioni online.