Disodontiasi del dente del giudizio: inquadramento cIinico

Prevedere e valutare la difficoltà dell'intervento

Il dente del giudizio è l’elemento che più frequentemente va incontro ad inclusione. Distinguiamo l’inclusione vera dalla ritenzione: nel secondo caso, il dente mantiene la propria spinta eruttiva la quale, una volta persa, porta appunto alla prima definizione.

Un ottavo incluso può andare incontro a diverse problematiche derivanti da questa sua condizione. Prima di ogni altra considerazione, tuttavia, il clinico dovrà inquadrare al meglio la condizione stessa.

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L’approccio clinico è il più elementare e, per quanto insufficiente, permette di distinguere tra inclusione parziale e totale.

L’esame radiografico di base è costituito dall’ortopantomografia delle arcate dentarie. Attraverso tale esame sarà sempre possibile prendere coscienza della situazione nel suo complesso: si capirà il grado di inclusione dell’elemento e come questo si interfaccia con le principali strutture anatomiche adiacenti. Nel caso in cui si renda necessario procedere all’estrazione del dente, tuttavia, l’OPT può non essere un ausilio sufficiente. L’ottavo, infatti, potrebbe presentare un particolare orientamento oppure un rapporto anatomico di sovrapposizione o contatto con il canale mandibolare. Ecco quindi che si rende necessaria una verifica nello specifico attraverso una tomografia computerizzata. L’odontoiatra, a questo punto, sarà perfettamente in grado di comprendere le reali difficoltà dell’intervento e quale sia il rischio effettivo che si manifestino delle complicanze intra e postoperatorie.

A questo punto, pare lecito chiedersi se esistano delle classificazioni cliniche – basate sulla radiografia panoramica – utili ai fini della valutazione, o se questa è lasciata solamente alla sensibilità e all’esperienza del clinico. La risposta è ovviamente sì: verranno ora ricordate le due più note.

Classificazione di Winter: si tratta più correttamente di una forma di linee guida, basata sull’angolazione dell’ottavo incluso rispetto all’asse maggiore del settimo: da essa, infatti, deriva il tragitto estrattivo. Il dente del giudizio potrà quindi risultare mesio-inclinato (situazione più frequente e, di solito, meno complessa dal punto di vista chirurgico), orizzontalizzato, normo-inclinato, disto-inclinato (condizione infrequente, ma estremamente impegnativa, dato che il dente si impegna contro la branca montante); rari sono i casi di ottavo inverso rispetto al settimo. Bisognerà poi tener conto dell’angolazione dell’elemento sul piano sagittale, in senso linguale o vestibolare.

Classificazione di Pell & Gregory: Si basa su due diversi parametri:

  • posizione dell’ottavo rispetto al margine della branca montante mandibolare:
    • classe I: tutta la corona si trova anteriormente al ramo mandibolare;
    • classe II: la metà circa della corona è sovrapposta alla branca montante;
    • classe III: corona interamente impegnata nel ramo mandibolare; l’estrazione richiede l’effettuazione di un’ampia ostectomia.
  • profondità di inclusione in base al rapporto tra il piano occlusale del settimo e quello dell’ottavo:
    • classe A: i piani sono circa sullo stesso livello; inclusione superficiale, di solito esclusivamente mucosa
    • classe B: l’ottavo presenta un piano occlusale compreso tra quello del settimo e la giunzione amelo-cementizia dello stesso
    • classe C: il piano occlusale dell’ottavo è al di sotto della giunzione amelo-cementizia del settimo; evidentemente, la condizione di minore accessibilità.

Combinando i due parametri si potranno valutare la difficoltà dell’intervento e la necessità di effettuare una tomografia computerizzata. IA rappresenta, evidentemente, la situazione maggiormente favorevole; al contrario, un ottavo valutato IIIC sarà il più complesso da approcciare.

Disodontiasi del dente del giudizio: inquadramento cIinico - Ultima modifica: 2015-08-25T07:00:55+00:00 da redazione

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