Marco Bunino, Ivan Zanini
Diagnosis and prevention of carious lesions by means of DIFOTI technology
L’apparecchiatura DIAGNOcam si è dimostrata efficace nella pratica quotidiana per individuare precocemente lesioni cariose a livello interprossimale; inoltre, è utile nei casi in cui non è possibile procedere con radiografie.
Riassunto
Scopo del lavoro. La diagnosi precoce delle carie interprossimali rappresenta una complessa sfida nella pratica quotidiana. Le metodiche tradizionali non permettono di individuare con certezza tutte le lesioni, in particolare quelle di piccole dimensioni. Lo scopo di questo lavoro è di valutare la capacità di una nuova apparecchiatura (DIAGNOcam, KaVo®) di distinguere con maggiore accuratezza le carie interprossimali più piccole.
Materiali e metodi. Sono stati valutati 62 pazienti regolarmente inseriti in un programma di prevenzione, due operatori distinti hanno eseguito le radiografie bitewing e una scansione completa delle arcate con il DIAGNOcam. Ogni operatore ha segnalato le lesioni evidenziate indicando quali fossero da trattare e quali no. Le lesioni definite come da trattare da uno o da entrambi gli operatori sono state in seguito curate.
Risultati. Sono state individuate 30 lesioni cariose mediante radiografie bitewing e di queste 22 sono state segnalate come da trattare; sono state rilevate 72 lesioni, di cui 63 da trattare mediante la valutazione con DIAGNOcam.
Conclusioni. La valutazione tramite le sole radiografie non permette di distinguere tutte le lesioni, mentre con l’utilizzo del DIAGNOcam vengono individuate anche lesioni di piccole dimensioni, che sovente non richiedono ancora un intervento invasivo, ma possono essere monitorate o trattate diversamente.
Con il DIAGNOcam non sono individuabili lesioni al di sotto di restauri conservativi o protesici, perché la trasmissione luminosa viene bloccata da questi. L’utilizzo dell’apparecchiatura è utile anche durante la fase di trattamento perché permette di effettuare una rimozione selettiva del tessuto dentale.
Summary
Aim of the study. Early detection of interproximal caries is a difficult challenge in daily practice. The traditional methods do not allow to identify with certainty all lesions, particularly those of small size. The purpose of this study was to evaluate the ability of a new equipment (DIAGNOcam, KaVo®) to identify the interproximal caries of small dimensions.
Materials and Methods. 62 patients, regularly inserted in a prevention protocol, were evaluated. Two independent operators performed bitewing X-rays and a complete scan of the arches with the new system. Each operator indicated which lesions were to be treated and which were not. The lesions, defined to be treated from one or both of the operators, were subsequently cured.
Results. Bitewing X-rays identified 30 carious lesions and 22 of these were considered in need of treatment. On the other hand, DIAGNOcam allowed the detection of 72 lesions, including 63 to be treated.
Conclusions. X-rays cannot always detect lesions while the use of DIAGNOcam allow the identification even of small lesions, which often do not yet require an invasive but may be monitored or treated differently. With the DIAGNOcam are not identified lesions to below conservative and prosthetic restorations because the light transmittance is blocked by these. The use of the apparatus is also useful during the treatment phase because it allows to carry out a selective removal of healthy tissue to reach the lesion.
L’odontoiatria moderna si pone, tra i vari obiettivi l’intercettazione e l’arresto delle lesioni decalcificanti iniziali mediante terapie non invasive e di remineralizzazione, la diagnosi precoce delle lesioni cariose e il loro eventuale trattamento precoce1.
L’individuazione precoce delle carie sulle superfici occlusali e interprossimali rappresenta una sfida quotidiana nella vita professionale di ogni odontoiatra. Oltre alla valutazione di presenza/assenza della lesione, deve essere anche valutato lo stadio di avanzamento per determinarne la necessità di monitoraggio o trattamento2. Le metodiche diagnostiche tradizionali (ispezione visiva e mediante strumenti manuali) presentano dei limiti per cui le lesioni più piccole o nascoste possono non essere individuate3.
Le radiografie bitewing, sebbene rimangano un mezzo diagnostico fondamentale, non permettono di individuare carie di piccole dimensioni4.
Negli ultimi anni sono state introdotte in commercio apparecchiature che, attraverso vari sistemi, permettono di effettuare una valutazione più accurata delle superfici occlusali5 e interprossimali.
In particolare è disponibile, dall’autunno del 2012, un’apparecchiatura (DIAGNOcam, KaVo®) che sfrutta la tecnologia DIFOTI (digital fiber optical transillumination) per valutare le lesioni interprossimali dei denti posteriori (premolari e molari). Lo strumento è composto da una telecamera con una sorgente di luce di 780 nm, una connessione USB a un computer con un software dedicato. I bracci elastici con fibre ottiche trasmettono la luce attraverso la gengiva e l’osso alveolare fino alla radice dentale e poi verso la corona dentale. L’immagine creata mostra il dente dalla sua superficie occlusale. Questo studio ha come obiettivo di comparare la diagnosi eseguita mediante radiografie bitewing con quella eseguita mediante questo nuovo sistema per meglio definirne vantaggi e limiti.
Materiali e metodi
62 pazienti sono stati sottoposti a visite di controllo periodiche presso uno studio odontoiatrico privato per un periodo di 4 mesi. La visita è stata eseguita da due operatori distinti con medesima esperienza clinica.
Il primo operatore (ZI) ha effettuato una valutazione clinica mediante sistemi di ingrandimento e l’esecuzione di radiografie bitewing con un sistema ai fosfori (Gendex® DenOptix). L’analisi delle radiografie è stata eseguita con un monitor ad alta definizione variando esposizione e contrasto delle immagini con il software dedicato per meglio rilevare le eventuali lesioni cariose. Successivamente, un altro operatore (BM) ha eseguito una scansione completa delle arcate con il DIAGNOcam, evidenziando tutte le lesioni visibili e indicando quali dovessero essere trattate e quali necessitassero di monitoraggio nel tempo, utilizzando come riferimento la classificazione proposta in un precedente lavoro6. Eventuali denti non visibili completamente nelle radiografie (per esempio, ottavi) non sono stati inseriti nello studio, le radiografie non sono state ripetute ed è stata data come attendibile la diagnosi mediante DIAGNOcam. I dati sono stati confrontati e solo le lesioni diagnosticate come «da trattare» da uno o da entrambi gli operatori sono state trattate.
Le altre sono state inserite in un programma di monitoraggio a breve termine.
La seduta operativa ha previsto l’esecuzione di fotografie dell’elemento in questione prima della preparazione cavitaria e al termine della preparazione. Tutti i casi sono stati realizzati mediante isolamento del campo operatorio con diga di gomma e la rimozione delle carie è stata effettuata con l’ausilio di sistemi di ingrandimento, utilizzando strumenti rotanti nella prima fase di escavazione per terminare con escavatori manuali al vanadio (Figura 1). È stato segnalato il coinvolgimento della dentina.
Risultati
Nel periodo di 4 mesi sono stati analizzate le radiografie e le immagini DIAGNOcam di 62 pazienti, di età compresa tra i 17 e i 66 anni (34,3 + 13,06). Sono state individuate 30 lesioni mediante le radiografie bitewing, di queste 22 erano da trattare; mediante l’analisi con DIAGNOcam sono state intercettate 72 lesioni di cui 63 da trattare. Le lesioni non trattate sono state inserite in un programma di prevenzione e controlli ravvicinati (6 mesi). 61 carie su 63 raggiungevano la dentina, nessuna lesione coinvolgeva la camera pulpare. Nessun caso ha determinato fenomeni di sensibilità post-operatoria.
Discussione
Questo studio è stato effettuato per valutare l’efficacia diagnostica del DIAGNOcam nell’intercettazione precoce delle lesioni cariose interprossimali, confrontandola con le metodiche tradizionalmente utilizzate. L’esame obiettivo, seppur eseguito in condizioni ottimali (assenza di placca batterica, perfetta asciugatura, utilizzo di sistemi ingrandenti) non permette di valutare in maniera sicura le superfici interprossimali. La transilluminazione mediante fibra ottica è un valido strumento per la diagnosi a livello dei denti anteriori e posteriori7 (Strassler dice che funziona anche dietro), ma mediante il DIAGNOcam migliora la visualizzazione delle lesioni e le immagini che si ottengono possono essere salvate per un preciso monitoraggio nel tempo.
Le radiografie bitewing sono attualmente l’esame di elezione per la valutazione delle carie interprossimali, ma molte lesioni possono non essere individuate8-10. Mediante il DIAGNOcam si individuano lesioni anche molto piccole, che non necessariamente devono essere trattate, ma che possono essere monitorate frequentemente senza determinare il rischio stocastico connesso all’esecuzioni di indagini radiografiche. Altro aspetto rilevante è che con le radiografie, in caso di trattamento precoce di piccole carie, diventa difficile avere un approccio minimamente invasivo, in quanto non si hanno indicazioni sulla posizione in senso vestibolo linguale della carie, con il conseguente rischio di rimuovere più tessuto sano del necessario.
Con l’immagine che si ottiene con la transilluminazione (Figura 2) si può intervenire esattamente dove è presente la lesione, utilizzando strumenti di piccole dimensioni. Con le radiografie possono risultare nascoste carie secondarie situate vestibolarmente o lingualmente all’otturazione pre-esistente. Con la transilluminazione queste lesioni possono essere individuate e trattate precocemente (Figura 3).
Questa metodica presenta come limite il fatto che la luce non attraversa materiali come l’amalgama, il composito o i metalli, per cui tutte le carie secondarie al di sotto di questi materiali non risultano visibili. La classificazione proposta6 indica come da trattare le lesioni che hanno raggiunto un’ampia area di contatto con la dentina, mentre posso essere monitorate quelle che presentano un contatto puntiforme. Le carie che hanno ormai superato la giunzione smalto dentina in maniera importante (D3-D4)11 sono probabilmente meglio valutabili radiograficamente perché viene visualizzato il rapporto con la cavità pulpare.
Bisogna prestare molta attenzione all’aspetto dell’immagine ottenuta per transilluminazione, perché se l’area scura non è omogenea probabilmente non si tratta ancora di una lesione cavitata e può essere quindi ricontrollata nel tempo (Figura 4e).
Conclusione
Il DIAGNOcam rappresenta un valido aiuto nella pratica quotidiana nell’individuazione precoce delle lesioni cariose a livello interprossimale e nell’attuazione di metodiche minimamente invasive risulta indispensabile in tutti quei casi in cui non è possibile eseguire indagini radiografiche. Non è una metodica alternativa alle metodiche diagnostiche tradizionali, che rimangono indispensabili quando sono presenti restauri conservativi o protesici.
Corrispondenza
Marco Bunino
marco.bunino@tin.it
Conflitto di interessi
Questo lavoro è stato realizzato senza nessun contributo economico o di apparecchiature da parte delle aziende citate.
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3. Poorterman JH, Aartman IH, Kalsbeek H. Underestimation of the prevalence of approximal caries and inadequate restorations in a clinical epidemiological study. Community Dent Oral Epidemiol 1999 Oct;27(5):331-7.
4. Schwendicke F, Tzschoppe M, Paris S. Radiographic caries detection: A systematic review and meta-analysis. J Dent 2015 Aug; 43(8):924-33.
5. Nokhbatolfoghahaie H, Ali Khasi M, Chiniforush N, Khoei F, Safavi N, Yaghoub Zadeh B. Evaluationof Accuracy of DIAGNOdent in Diagnosis of Primary and Secondary Caries in Comparison to Conventional Methods. J Lasers Med Sci 2013;4 (4):159-67.
6. Söchtig F, Hickel R, Kühnisch J. Caries detection and diagnostics with near-infrared light transillumination: clinical experiences. Quintessence Int 2014 Jun;45(6):531-8.
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