Il seno mascellare costituisce la più ampia delle cavità paranasali, oltre che la più interessante dal punto di vista odontoiatrico, in virtù dell’impiego implantare nelle tecniche di rialzo di seno mascellare, appunto. Per ragioni anatomiche, l’antro costituisce peraltro anche la cavità paranasale meglio valutabile dal punto di vista radiografico, già con un esame di primo livello come l’ortopantomografia.
Tra le cavità paranasali, il seno mascellare presenta il maggiore interesse odontoiatrico. Una sua valutazione morfologica è pertanto consigliabile già nello studio degli esami radiografici di I livello. Una recente review fornisce criteri validi e ripetibili nella lettura della radiografia panoramica, l’esame che meglio rappresenta la struttura.
Di recente, Dave e colleghi hanno pubblicato su British Dental Journal un’interessante guida alla valutazione radiologica del seno mascellare. Questa breve trattazione ne ripercorre i punti salienti.
Come detto, la semplice panoramica mostra normalmente ampie porzioni dei due seni, ben separati e senza particolari sovrapposizioni, a eccezione delle radici degli elementi posteriori, che in alcuni casi protrudono apparentemente nella cavità stessa. Nel radiogramma, comunque, sarà bene delimitabile il profilo radiopaco del pavimento. La cavità propriamente detta, invece, se normopneumatizzata, si presenta nettamente radiotrasparente. In questo senso, va sottolineato come forme di ipo e iperplasia costituiscano reperti incidentali relativamente frequenti. L’aumento della pneumatizzazione che segue la perdita di elementi dentari dei settori posteriori rappresenta, in realtà, l’assommarsi di un processo espansivo con la perdita di dimensione verticale a livello della cresta alveolare.
Il seno può avere un aspetto multicamerale per la presenza di setti di Underwood, la cui prevalenza all’interno della popolazione raggiungerebbe, secondo alcuni autori, il 20-30% circa. L’immagine bidimensionale permette di visualizzarne la presenza, limitandone però l’orientamento, che può richiedere l’approfondimento tramite TC cone beam. Tali strutture sono di grande interesse chirurgico in vista dell’approccio classico del grande rialzo di seno e, in alcuni casi, possono essere confuse con formazioni cistiche.
L’opacizzazione dell’antro, una volta escluso il legame con eventuali errori di posizionamento, può essere ricondotta a numerose condizioni patologiche: infiammazioni, mucoceli e cisti da ritenzione mucosa, micosi (con formazioni di fungus ball) e anche neoplasie benigne e, assai più raramente, maligne. La presenza di calcoli, detti antroliti, è il risultato di processi calcifici avvenuti, in corso di infiammazione, intorno a formazioni endogene (muco, coaguli, le stesse micosi) o esogene (corpi estranei).
Per quanto riguarda le patologie prettamente odontogene, i processi infiammatori-infettivi periapicali, normalmente radiotrasparenti in contrasto con l’osso, risultano invece relativamente radiopache a livello seno pneumatizzato. Infezioni cronicizzate inducono un ispessimento della mucosa schneideriana: l’aspetto radiografico è ne deriva è analogo a quello di una normale sinusite. Del resto, il 12-40% delle sinusiti mascellari presenta una base odontogena, favorita dalla prossimità del pavimento agli apici di premolari e molari superiori. Va specificato che un ispessimento della mucosa, rilevato radiograficamente, non equivale alla definizione di sinusite, che rappresenta una diagnosi prima di tutto clinica.
Odontogene sono anche le più comuni forme di cisti. Le cisti benigne da ritenzione mucosa hanno aspetto cupoliforme, liscio e con radiopacità omogenea. Queste possono andare in diagnosi differenziale con il polipo antro-coanale o (polipo solitario di Killian), formazione particolare che non origina dalle cellule etmoidali (a differenza dei polipi nasali propriamente detti) e che ha la tendenza a crescere nella direzione dell’ostio.
Riferimenti bibliografici