La CBCT, cioè la tomografia computerizzata a fascio conico, è lo strumento diagnostico adottato per antonomasia da chi pratica l'odontoiatria moderna. Tuttavia, pur essendo in grado di restituire immagini realistiche del cavo orale, in alcune circostanze è fonte di errore. Come quando produce i cosiddetti artefatti che rendono difficile la lettura dell'immagine. Due ricercatori afferenti rispettivanmente alla Nuh Naci Yazgan University e alla Tokat Gaziosmanpaşa University, Turchia, hanno condotto uno studio per indagare meglio questo aspetto. Per poi pubblicare i risultati della ricerca su Dental and Medical Problems.

Il focus della ricerca

Lo studio condotto in vitro ha esaminato l'effetto dei diversi settaggi della tomografia computerizzata a fascio conico sulla produzione di artefatti negli impianti dentali in titanio e zirconia. Con l'aumento dell'uso degli impianti dentali, quelli in zirconia stanno emergendo come una scelta sempre più popolare, grazie alla loro migliore estetica e compatibilità biologica rispetto a quelli in titanio. Tuttavia, persiste l'incertezza riguardo al numero di artefatti prodotti nelle immagini radiografiche con gli impianti in zirconia rispetto a quelli in titanio.

Come hanno operato i ricercatori

Per raggiungere gli obiettivi dello studio, gli autori hanno utilizzato una mandibola umana secca, trattata con cera per simulare i tessuti molli. Su questo supporto, hanno quindi  posizionato sia gli impianti in titanio sia quelli in zirconia. Per valutare la produzione di artefatti, i ricercatori hanno preso in esame due parametri: la deviazione standard nella regione di interesse e il rapporto contrasto-rumore. I risultati hanno indicato che gli impianti in zirconia tendono a generare più artefatti rispetto a quelli in titanio.

I due parametri visti più da vicino

I ricercatori hanno innanzitutto valutato la deviazione standard all'interno della regione di interesse (SDROI), cioè mettendo a confronto i livelli di grigio nelle aree di impianto e di controllo. Il secondo parametro preso in considerazione riguardava il rapporto contrasto-rumore (CNR). In questo caso, lo hanno valutato per diversi protocolli creati da varie combinazioni dell'area del campo visivo (FOV), dell'intensità in milliampere [mA] e dei programmi di riduzione degli artefatti metallici (MAR).

Le conclusioni dello studio

Secondo i ricercatori, è possibile ridurre in modo significativo la generazione di artefatti negli impianti in zirconia mediante l'adozione di specifici protocolli. Aumentando i valori di mA, riducendo l'area del campo visivo delle scansioni CBCT e attivando i programmi di riduzione degli artefatti metallici, è infatti possibile mitigare gli effetti negativi degli artefatti, rendendo così gli impianti in zirconia una scelta ancora più attraente per i pazienti.

CBCT e artefatti causati dagli impianti in titanio e in zirconia - Ultima modifica: 2024-05-10T11:01:30+00:00 da Pierluigi Altea
CBCT e artefatti causati dagli impianti in titanio e in zirconia - Ultima modifica: 2024-05-10T11:01:30+00:00 da Pierluigi Altea