L’impronta è uno dei passaggi fondamentali che possono portare ad un corretto adattamento passivo delle protesi dentarie fisse (FDP).
L’avvento dei sistemi CAD / CAM ha portato all’introduzione delle impronte digitali, che offrono vantaggi come un maggiore comfort per il paziente e un minor rischio di distorsione durante la presa dell'impronta e la realizzazione del modello.
Sia le prime che le più recenti revisioni sistematiche rivelano che le FDP prodotte con impronte convenzionali (CI) mostrano una maggiore accuratezza marginale rispetto a quelle prodotte con impronta digitale (DI).
Tuttavia, pochi studi hanno confrontato queste tipologie di impronte negli impianti, portando a una mancanza di consenso su quale di queste due tecniche sia più accurata.
L'obiettivo di questa revisione sistematica era dunque di valutare e confrontare l'accuratezza di impronte dentali prese con IOS rispetto a quelle prese con le tecniche convenzionali.
Lo studio è stato sviluppato da due revisori indipendenti che hanno condotto una ricerca elettronica sistematica nei database PubMed, Web of Science e Scopus. La revisione includeva rapporti datati dal primo articolo disponibile fino al 31 luglio 2021.
Alcuni dei termini chiave utilizzati sono stati: “impianti dentali”, “accuratezza dell'impronta”, “impronta digitale” e “impronta convenzionale”.
La ricerca elettronica iniziale ha identificato 425 articoli e, dopo aver letto il testo completo, 26 articoli riguardanti studi in vitro hanno soddisfatto i criteri di inclusione:
- 14 studi simulavano esclusivamente casi di edentulia totale (CE)
- 9 studi casi di edentulia parziale (PE)
- 2 studi di un singolo impianto (SI)
- 1 studio simulava sia CE che SI
Dei 14 studi in vitro che hanno simulato casi di edentulia totale, sei hanno riportato una maggiore accuratezza con impronte digitali, tre non hanno riscontrato differenze e cinque hanno riportato una maggiore precisione con impronte convenzionali.
Tra i nove studi che simulavano l'edentulia parziale, sette hanno riportato una maggiore precisione delle impronte convenzionali e solo due hanno riscontrato una maggiore precisione con quelle digitali.
I due studi che hanno simulato un singolo impianto hanno riscontrato una maggiore accuratezza con impronte convenzionali.
In conclusione, le scarse prove disponibili per i restauri supportati da impianti nei casi di edentulia parziale e singolo impianto, suggeriscono che le impronte convenzionali siano più accurate. Tuttavia, a causa della minore sovrapposizione dell'immagine e delle minori distanze tra gli impianti, anche gli IOS sono considerati idonei.
Per i restauri supportati da impianti nei casi di edentulia totale invece, non ci sono prove sufficienti per raggiungere conclusioni definitive.
Occorrono ulteriori studi, con metodi più rigorosi e consensuali: gli IOS richiedono miglioramenti in modo che le impronte digitali possano essere utilizzate con certezza in tutti i casi che richiedono protesi supportate da impianto.