È l’operazione bancaria più utilizzata, pratica e veloce per pagare collaboratori e fornitori e incassare il dovuto dai pazienti. Ma poiché la gestione della procedura è spesso automatizzata, occorre verificarne l’esatta datazione: solo così sarà possibile approfittare delle deduzioni fiscali per una spesa sostenuta o fatturare nei termini di legge un importo incassato, evitando inutili sanzioni

Negli studi dentistici, il bonifico è utilizzato soprattutto per effettuare i pagamenti ai fornitori di beni e servizi, ma anche dai pazienti per saldare il dovuto allo studio. Un bonifico è un ordine di trasferimento di fondi dal conto bancario del pagatore a quello del beneficiario. Prima della diffusione di Internet, per eseguirlo era necessario l’intervento diretto di un impiegato della banca. Con la disponibilità di siti di home banking, l’intera gestione della procedura dei bonifici è stata spostata in toto sull’intestatario del conto corrente, il quale può disporre l’ordine e controllare il suo adempimento da parte dell’istituto di credito. L’intera procedura è automatizzata, gestita da un sistema informatico globale chiamato SEPA, acronimo di Single Euro Payments Area, cui aderiscono i ventisette Paesi UE e anche altri paesi non appartenenti alla UE.

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I tre tipi di bonifico

Il sistema SEPA prevede tre tipi di bonifico, ben distinti negli estratti conto delle banche. 

  • Il “classico” bonifico, quello che serve per pagare gli stipendi ai dipendenti o un fornitore, è gestito dal sistema detto SCT, acronimo di Sepa Credit Transfer. Si effettua solo a seguito di un ordine impartito dal pagatore alla sua banca. Si tratta di un’operazione che non prevede limiti d’importo trasferibile
    ed è quella che i pazienti utilizzano in gran parte dei casi per inviare il dovuto allo studio.
  • Diffusissimo è il bonifico del tipo SDD, acronimo di Sepa Direct Debit, o “addebito diretto”, operazione che ha sostituito il “RID”, che non esiste più, ed è utilizzata per assicurare al beneficiario un flusso regolare di pagamenti attraverso un unico ordine alla banca del pagatore. Il bonifico SDD è quello utilizzato per i pagamenti ricorrenti quali i leasing o le utenze, e in tale ultimo caso gli importi dei singoli pagamenti potranno essere diversi fra loro. Il bonifico SDD si caratterizza poiché l’ordine di pagamento alla banca del pagatore viene impartito direttamente dal beneficiario, sulla base di un mandato di addebito rilasciatogli al momento della stipula del contratto di fornitura di beni o servizi. Il beneficiario è tenuto ad inviare al pagatore, prima della data prevista per l’addebito della somma dovuta, una fattura o un avviso di scadenza con notifica dell’imminente prelievo.
  • Il terzo tipo di bonifico è il cosiddetto “istantaneo” o SCT INST, Sepa instant credit transfer,. La caratteristica saliente è che il beneficiario lo può ricevere nel suo conto bancario dopo pochi secondi dall’inserimento dell’ordine di pagamento da parte del pagatore nel suo home banking. Ma ha dei limiti di importo massimo, che variano in base alla banca.

La data dell’addebito

Per quanto riguarda il bonifico SCT, usato per effettuare e ricevere i pagamenti non calendarizzati con il sistema dell’addebito diretto, è importante soffermarsi sulla data effettiva dell’operazione, che condiziona anche il momento in cui il beneficiario si vedrà accreditato l’importo del pagamento nel suo conto corrente. Quanto segue vale per il bonifico effettuato tramite home banking. Il riferimento normativo è il Decreto legislativo 27 gennaio 2010 nr. 11, attuativo della direttiva 2007/64/CE relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno. L’articolo 15 titolato “Ricezione degli ordini di pagamento” dispone che la data dell’operazione per il pagatore coincide con quella in cui l’ordine di pagamento è ricevuto dalla banca, purché l’ordine sia impartito in una “giornata operativa” ed entro una certa ora limite, detta orario di cut-off, fissata dalla banca e diversa, e anche molto variabile, da istituto a istituto. Se il concetto di “giornata operativa” può farsi coincidere con quello di giorno lavorativo, l’orario di cut-off deve essere ricercato dall’utente nel sito della banca o, meglio ancora, rilevato nel documento che a operazione conclusa viene prodotto dal sistema informatico utilizzato. Un ordine impartito il sabato, sarà ricevuto dalla banca il lunedì, e la conseguenza sarà che l’addebito del pagamento non avverrà prima di tale giorno, e che il beneficiario riceverà la somma, in caso di bonifico SCT, il martedì. La stessa dinamica temporale si sarebbe verificata se, posto l’orario di cut-off alle ore 16 e 30, l’ordine fosse stato inserito nell’home banking il venerdì alle ore 18. Un’eccezione ai tempi descritti può essere determinata dallo stesso pagatore, che può decidere, al momento dell’inserimento dei dati del bonifico SCT nel sistema, di fissare un determinato giorno per l’esecuzione dell’operazione. In tal caso, la data dell’operazione coinciderà con il giorno stabilito, se di operatività per la banca, e il ricevimento dei fondi da parte del beneficiario avverrà entro il giorno successivo (sempre se di operatività). In ogni caso, la banca considererà ricevuto l’ordine nella giornata solo una volta passato l’orario di cut-off.

Un bonifico effettuato da un paziente si deve fatturare entro i 12 giorni successivi a quello in cui la somma È stata accreditata sul conto corrente

Revoche e rimborso 

Il bonifico SCT ordinato via home banking può essere liberamente revocato dallo stesso sito della banca in cui è stato inserito, ma solo entro l’orario di cut-off di cui si è detto. Per il bonifico SDD, il pagatore può revocare l’ordine di pagamento non oltre il cut-off della giornata operativa precedente il giorno in cui è previsto il prelievo dell’importo. Il riferimento normativo è l’art. 17 del Dlgs 11 del 2010 citato. Il bonifico “istantaneo” SCT INST non è mai revocabile. Per quanto riguarda l’eventuale richiesta alla banca di rimborso di un bonifico già effettuato, si noti che il bonifico SCT e lo SCT INST una volta ricevuto dal beneficiario non può mai essere chiesto, dall’ordinante, a rimborso. Diversa invece la situazione per i bonifici SDD, gli “addebiti diretti” ex “RID”. Occorre vedere di quale tipo di SDD si tratta, in quanto sono previste due tipologie: una denominata “Core”, utilizzata quando il beneficiario è un’impresa e il pagatore è un consumatore (si pensi alle utenze domestiche), che consente al pagatore di chiedere il rimborso di quanto è stato prelevato dal suo conto esercitando, al ricorrere di determinate condizioni normativamente stabilite, il “diritto di opposizione” entro otto settimane dalla data in cui i fondi sono stati addebitati; l’altra tipologia di SDD è denominata “BTB”, e non prevede il diritto al rimborso. Nei rapporti fra pagatori e beneficiari che siano entrambi soggetti professionali, la tipologia di SDD e normalmente la “BTB”, salvo accordi contrattuali diversi. Per i rimborsi, il riferimento normativo sono gli art. 13 e 14 del Dlgs 11 del 2010 citato.

Termini di esecuzione

Come dispone l’articolo 20 del Dlgs 11 del 2010, la banca del pagatore assicura che dal momento della ricezione dell’ordine di pagamento l’importo dell’operazione venga accreditato sul conto della banca del beneficiario entro la fine della giornata operativa successiva. Dunque, per le operazioni eseguite tramite il canale home banking, entro 24 ore dall’orario di cut-off. Se la banca del pagatore e quella del beneficiario fosse la stessa, l’importo sarà a disposizione del beneficiario nella stessa giornata di ricezione dell’ordine. Il successivo articolo 23 del citato Decreto legislativo prevede che la banca del beneficiario è tenuta a rendere a questi disponibile la somma nella stessa data in cui riceve la somma, entro i termini indicati nel precedente periodo.

Aspetti fiscali

La fiscalità, nei bonifici che riguardano l’attività odontoiatrica, può emergere dal lato dei pagamenti effettuati dallo studio per quanto riguarda la esatta datazione del pagamento, e dal lato dei pagamenti ricevuti per quanto riguarda l’attenzione che deve essere posta all’home banking per evitare di ricevere bonifici dai pazienti e dimenticare di emettere la fattura nei termini di legge. Per essere sicuri che il bonifico sia considerato fiscalmente effettuato entro una certa data, ad esempio la fine del mese per la ritenuta d’acconto dei collaboratori o in occasione delle spese sostenute a ridosso della fine dell’anno per quanto riguarda la deduzione della spesa nello stesso anno, qualora l’operazione venisse fatta a ridosso dell’ultimo giorno del mese, si dovrà osservare attentamente quanto esposto sulla “giornata operativa” e sull’orario di cut-off. Infatti, una interpretazione del “principio di cassa” data dall’Agenzia nella circolare 23 giugno 2010 nr. 38/E, sostiene che il momento in cui si considera effettuato il pagamento con bonifico è quello in cui le somme sono “uscite dalla disponibilità” del pagatore, e dunque dopo l’orario di cut-off della giornata di ricezione dell’ordine da parte della sua banca stante la facoltà di revoca di cui si è detto. Un pagamento di una spesa deducibile con bonifico fatto via Internet, ad esempio, un venerdì 29 dicembre oltre l’orario di cut-off, in base a quella interpretazione sarebbe effettuato il primo gennaio dell’anno successivo e dunque quella spesa andrebbe dedotta in questo ultimo anno e non in quello in cui l’operazione è stata inserita nell’home banking. Per ovviare a questi rischi è consigliabile effettuare i pagamenti con anticipo rispetto all’ultimo giorno del mese o se possibile utilizzare il bonifico “istantaneo”. Un bonifico effettuato da un paziente si deve fatturare entro i dodici giorni successivi a quello in cui la somma è stata accreditata nel conto corrente. È dunque importante controllare almeno settimanalmente l’home banking per evitare sanzioni da omessa fatturazione dovute a dimenticanza.

Con il bonifico il tempo è tutto - Ultima modifica: 2022-05-13T09:12:46+00:00 da monicarecagni
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