Un gruppo di ricercatori universitari attivi tra India, Germania, Usa e Brasile ha recentemente pubblicato una revisione completa sull’uso del bioglass in odontoiatria. L’obiettivo era valutare applicazioni cliniche e sviluppi futuri di questo materiale bioattivo, noto per la sua capacità di stimolare processi rigenerativi. Il bioglass 45S5, la formulazione più studiata, infatti rilascia ioni calcio, sodio, fosforo e silicio quando entra in contatto con fluidi biologici. Questo processo innesca la formazione di idrossiapatite carbonata, chimicamente simile alla fase minerale del dente e dell’osso, e permette una stretta integrazione con i tessuti duri.

Rigenerazione tissutale e applicazioni cliniche

Il bioglass dimostra un ruolo significativo nella rigenerazione parodontale e ossea. In presenza di difetti infraossei o siti post-estrattivi, accelera la deposizione di nuovo tessuto mineralizzato e favorisce la stabilità del coagulo. In implantologia, i rivestimenti bioattivi degli impianti migliorano la risposta osteoblastica e riducono i tempi di osteointegrazione. Anche in endodonzia e conservativa emergono applicazioni interessanti, perché i cementi modificati con bioglass aumentano la resistenza alla frattura e promuovono la remineralizzazione delle dentine sclerotiche. Un altro campo consolidato riguarda l’ipersensibilità dentinale: in questo ambito il materiale sigilla i tubuli e riduce in modo duraturo la trasmissione dello stimolo doloroso.

Innovazioni tra nanocompositi e stampa 3D

Questa revisione ha dedicato spazio anche allo sviluppo di nuove tecnologie basate proprio sul bioglass. Le particelle nanostrutturate offrono infatti una superficie più ampia per lo scambio ionico e intensificano l’attività bioattiva. Questo approccio consente quindi la progettazione di materiali compositi con proprietà meccaniche superiori e maggiore efficacia rigenerativa. La stampa 3D rappresenta un’altra frontiera: gli scaffold personalizzati permettono di ricostruire porzioni ossee complesse con geometrie su misura per il paziente. Non mancano prospettive neppure nell’ambito del rilascio controllato di farmaci. Il bioglass può infatti veicolare molecole antimicrobiche o antinfiammatorie direttamente nel sito chirurgico, riducendo complicanze post-operatorie e migliorando i tempi di guarigione.

Verso un futuro “intelligente” con il bioglass

Il futuro del bioglass sembra orientarsi verso soluzioni ancora più sofisticate. I materiali "stimuli-responsive", capaci di reagire a variazioni di pH o a stimoli infiammatori, aprono scenari di odontoiatria personalizzata. Parallelamente, l’intelligenza artificiale sta trovando applicazione nella progettazione di nuove formulazioni, con modelli predittivi che simulano la risposta biologica dei tessuti. Restano da definire protocolli clinici standardizzati e follow-up a lungo termine, ma i dati raccolti mostrano un potenziale crescente. Lo studio, pubblicato sul Journal of Dentistry, conferma che il bioglass non è più un materiale sperimentale confinato in laboratorio, ma una realtà concreta destinata a incidere sempre di più nella pratica odontoiatrica quotidiana.

Bioglass, il materiale bioattivo al centro della ricerca - Ultima modifica: 2025-09-24T14:47:00+02:00 da Pierluigi Altea
Bioglass, il materiale bioattivo al centro della ricerca - Ultima modifica: 2025-09-24T14:47:00+02:00 da Pierluigi Altea