Filler a base di acido ialuronico nelle aree di competenza dell’odontoiatra Free

In Italia anche gli odontoiatri possono effettuare interventi di medicina estetica. Tra i professionisti è infatti in aumento la prassi di eseguire cure estetiche che coinvolgono labbra e altre parti del volto. Questa pratica fa insorgere discussioni di carattere clinico e medico-legale sui materiali utilizzati, sullo scopo degli interventi eseguiti dagli odontoiatri e sulla gestione delle complicanze. A loro è dedicata questa breve rassegna sui materiali e le procedure più sicure. 

Faccette in ceramica: come evitare fratture e fallimenti?

Numerose campagne pubblicitarie e la risonanza mediatica conferita alla necessità di sfoggiare un “sorriso perfetto” hanno prodotto una crescente attenzione alla percezione estetica degli...

Tutto nasce da un sorriso Premium

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Criteri di scelta del materiale per le faccette

Le faccette sono una soluzione estetica con diverse indicazioni: ad esempio discromie, abrasioni e anomalie della forma dei denti. La buona riuscita e la...

Effetto in vivo di due sistemi di sbiancamento professionali sulla superficie smaltea: studio morfologico...

Scopo di questo studio è stato quello di valutare gli effetti in vivo di due sistemi di sbiancamento professionali sulle caratteristiche morfologiche e di rugosità superficiale dello smalto dentale, attraverso l’analisi profilometrica di repliche in resina epossidica. L’ipotesi era che non vi fossero differenze nella micromorfologia dello smalto durante e dopo lo sbiancamento con due diversi sistemi sbiancanti. Sono stati selezionati diciotto soggetti, assegnati casualmente a due gruppi (n=9). Gli agenti sbiancanti testati sono stati un perossido di idrogeno al 38% (HP) (Opalescence Xtra Boost) e un perossido di carbamide al 35% (CP) (Rembrandt Quik Start). Gli agenti sbiancanti sono stati applicati secondo i protocolli suggeriti dai produttori. I trattamenti sono stati ripetuti quattro volte, a intervalli di una settimana. Sono state rilevate delle impronte di precisione dell’incisivo centrale superiore di destra alla baseline (controllo- CTRL) e dopo ciascuna seduta di sbiancamento (T0: prima applicazione, T1: seconda applicazione a 1 settimana, T2: terza applicazione a 2 settimane e T3: quarta applicazione a 3 settimane). Dopo avere colato le repliche in resina epossidica, è stata analizzata la loro rugosità di superficie con un profilometro senza contatto (Talysurf CLI 1000). Le repliche sono state, inoltre, osservate al SEM. Tutti i dati sono stati analizzati mediante test ANOVA e le differenze sono state determinate con il t-test. Non si sono osservate differenze significative della rugosità superficiale delle repliche di smalto, sia con il perossido di idrogeno al 38% sia con il perossido di carbamide la 35%. Questo studio in vivo supporta l’ipotesi che i due sistemi di sbiancamento ad alta concentrazione testati non alterano la rugosità superficiale dello smalto, anche dopo applicazioni ripetute.

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