Aprire un nuovo studio odontoiatrico: quali passi fare?

Intraprendere l’iniziativa di aprire uno studio odontoiatrico, o di spostare, allargare il proprio studio, richiede la scelta di un serio e affidabile architetto, che abbia specifiche competenze in campo tecnico e normativo, oltre ad avere una capacità progettuale che permetta di individuare e tradurre le necessità dello studio medico in un buon progetto.

È consigliabile che lo studio di architettura si occupi di seguire l’intero iter di progettazione, il coordinamento con i progettisti specialisti e con il titolare dello studio odontoiatrico, compresa l’attività di direzione lavori durante la ristrutturazione e l’arredamento fino alla consegna delle chiavi.

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La reception, prospicente l’ingresso (nella foto il risultato a fine lavori), viene collocata in una zona baricentrica tra le aree extra clinica e clinica
Dopo le demolizioni

I locali

I locali da affittare o acquistare rappresentano il primo aspetto da analizzare.
Il titolare dello studio deve incaricare l’architetto per verificare le caratteristiche tecniche e funzionali dello stabile e dell’unità immobiliare prescelta, che deve essere adatta alla ristrutturazione per lo studio odontoiatrico. Le caratteristiche funzionali dello stabile da analizzare sono: l’agibilità per i portatori di handicap (rampe e/o ascensore per disabili per il raggiungimento del piano), la presenza di una portineria e, aspetto non secondario, di servizi pubblici (trasporti e parcheggi).

Per quanto riguarda l’unità immobiliare, alcune caratteristiche da verificare sono: metratura adeguata rispetto alle richieste funzionali, preferibile doppio accesso, preferibile doppia esposizione (anche in base alla metratura), preferibile presenza di diverse colonne di scarico per maggiore flessibilità nella ristrutturazione degli spazi, preferibile altezza degli ambienti, maggiori o uguali a 2,70 metri.

Una volta verificato che l’unità immobiliare prescelta possa essere adatta a uno studio dentistico, si inizia la progettazione seguendo diverse fasi progressive.

L’idea progettuale

In primo luogo, il progettista deve elaborare e condividere con il committente/titolare dello studio odontoiatrico, un briefing di progetto molto preciso e analitico, al fine di ottenere un layout distributivo molto funzionale e uno stile che rappresenti l’identità dello studio. Le varie fasi che il progettista dovrà intraprendere con il titolare dello studio odontoiatrico sono:

  • analizzare l’ organigramma della struttura medica (persone, attività, ruoli, connessioni), la tipologia dei pazienti, delle visite e degli interventi chirurgici previsti;
  • conoscere e approfondire la storia e le competenze dello staff medico, per capire i valori e le attribuzioni da comunicare;
  • studiare il tipo di attività che viene svolta, le abitudini, i percorsi, i flussi dei movimenti e degli spostamenti, le interconnessioni tra paziente e operatore clinico, le carenze e i possibili miglioramenti, in modo da condividere con il titolare dello studio gli aspetti positivi e negativi degli spazi esistenti (vecchio studio) e i desiderati  con la ristrutturazione;
  • individuare, le necessità funzionali: numero e tipologia dei locali per attività mediche e per attività accessorie, locali strettamente necessari e altri desiderati, flussi dei percorsi degli operatori medici e dei pazienti, numero e dimensionamento delle attrezzature specialistiche nuove e/o da trasferire, eventuali predisposizioni per futuri cambi d’uso degli spazi.

Il progettista dovrà quindi analizzare diversi aspetti tecnici e normativi:

  • esaminare i requisiti strutturali e organizzativi generali e specifici, dettati dalle norme dell’ASL al fine di aprire o trasferire una AOM (attività odontoiatrica mono-specialistica) o strutture similari;
  • analizzare i vincoli normativi edilizi del Regolamento Edilizio e del Regolamento di Igiene prescritti dall’ASL regionale, per le dimensionamenti dei locali, per i rapporti areo-illuminanti, per zona pulita e sporca, per zona pubblica e privata, per le schermature da radiazioni ionizzanti e per schermature impianti elettrici, per il numero e tipologia dei servizi igienici fruibili da pazienti e da personale medico, per archiviazione, per l’accessibilità ai portatori di handicap;
  • individuare quali pratiche edilizie siano necessarie prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione (pratica per sole opere interne, pratica per eventuali frazionamenti o accorpamenti, pratica per opere interne ed esterne, eventuale pratica per autorizzazione paesaggistica, ecc..);
  • studiare i singoli ambienti (per accogliere, per attendere, per curare, per lavorare, per archiviare, per sterilizzare, ecc..)al fine di individuare le caratteristiche architettoniche necessarie: ampiezza dei locali, luce naturale o solo artificiale, schermature solari filtranti, isolamento acustico tra gli ambienti e tra ambiente interno ed esterno, interconnessioni con altri ambienti adiacenti, tipologia dei materiali di pavimento e di rivestimento, oscuramento parziale o totale, contenimento del rischio radiologico, contenimento del rumore di macchinari specialistici;
  • analizzare le caratteristiche impiantistiche necessarie (Tabella 1)

Obiettivi progettuali e organizzativi

A seguito delle analisi viene condiviso un programma conseguente al briefing tra dentista e architetto, nel quale vengono messi a punto sia gli obiettivi progettuali e organizzativi che i valori da comunicare, ed eventuali specifiche richieste.

Per le scelte distributive è consigliabile:

  • delimitare le aree cliniche da quelle a servizio esclusivo degli operatori medici, ovvero distinguere la zona pubblica (reception, attesa, ufficio privato, servizio igienico per pazienti e portatori di handicap, guardaroba, ecc.) dalla zona clinica (ambulatori, sterilizzazione, locale radiografico, spogliatoio, locale break, servizio igienico privato per personale, locale server, ecc.);
  • se possibile prevedere due ingressi distinti: per pazienti e per medici-operatori clinici;
  • posizionare la reception, prospicente l’ingresso, in una zona baricentrica tra zona extra clinica e clinica;
  • assegnare una zona attesa di ampiezza sufficiente (per accogliere i pazienti ed eventuali accompagnatori) in posizione strategica e luminosa;
  • localizzare il servizio igienico per pazienti e portatori di handicap completo di antibagno, vicino alla zona attesa e baricentrico verso gli ambulatori;
  • prevedere gli ambulatori di diverse dimensioni in base alle esigenze cliniche, in vicinanza agli spazi clinici accessori (locale sterilizzazione, locale radiografico, area per fotografie, locali tecnici, locali magazzini, ecc..);
  • creare uno spazio per spogliatoio per gli operatori e un locale zona break;
  • prevedere un servizio igienico privato per operatori medici;
  • utilizzare nicchie e spazi di risulta per armadi, creare spazi per le attrezzature delle pulizie;
  • prevedere un locale tecnico per attrezzature tecnologiche.

Per le scelte tecniche è necessario seguire alcuni accorgimenti:

  • riuniti: prevedere per ogni riunito l’impianto idrico completo, osmotico, aspirazione, aria compressa, elettricità e connessione dati con la rete interna;
  • sterilizzazione: prevedere gli spazi per sterilizzazione, atti ad accogliere le apparecchiature (osmosi, autoclave, lavello, frigorifero, ecc..);
  • radiografie: prevedere locali o spazi per radiografie, con protezione ai raggi su pareti e porte ed eventuali superfici orizzontali e con collegamenti agli apparati tecnici di controllo e di avviamento delle apparecchiature radiografiche, apposita segnaletica e un sistema di telecamere interne;
  • illuminazione: valorizzare il progetto architettonico con luce confortevole e a luce tecnica per un migliore benessere psicofisico dell’individuo; contenere i consumi energetici grazie a scelte puntuali, alla riduzione del numero delle sorgenti luminose e al loro migliore posizionamento; utilizzare la luce artificiale, con ridotto abbagliamento, massima resa dei colori, e valori di illuminamento adeguati alle normative vigenti; prevedere la regolazione dell’intensità delle sorgenti luminose in rapporto al loro utilizzo; prevedere sorgenti a basso consumo e massimo risparmio energetico; utilizzare corpi illuminanti con coni antiabbagliamento e lenti professionali per migliorare il comfort visivo; prevedere un colore freddo, come la luce naturale, per le sorgenti luminose a Led negli ambienti medici e un colore caldo come da tramonto o come l’alba negli ambienti di attesa, ambienti di distribuzione;
  • acustica: isolare gli ambienti acusticamente tra di loro e isolarli dalle fonti di rumore esterne; isolare i macchinari rumorosi (compressore e aspiratore);
  • diffusione sonora-video: prevedere una diffusione sonora in tutti gli ambienti per sottofondo musicale (se desiderato) e un video in sala attesa (se desiderato); se richiesto, prevedere una sala corsi (eventualmente utilizzare la sala attesa come sala corsi se sufficientemente ampia) con attrezzatura video o proiettore e schermo avvolgibile per corsi di aggiornamento o formazione;
  • materiali finiture interne: scegliere materiali di pavimento e rivestimento duraturi e facilmente pulibili, non troppo scivolosi (per i pazienti e staff medico), né troppo ruvidi (gli sgabelli su ruote dei medici devono potersi muovere facilmente);

Per i valori da comunicare il briefing condiviso individuerà messaggi da comunicare che saranno tradotti in elementi architettonici, nella scelta dei materiali, dei colori, degli arredi e delle luci.

Planimetria demolizioni e ricostruzioni

Planimetria di progetto

L’iter progettuale

Condiviso il briefing e individuato un concept, l’architetto passa ad analizzare lo spazio da ristrutturare, con sopralluoghi, rilievi, eventuali assaggi e demolizioni parziali, al fine di verificare vincoli strutturali e impiantistici e ridurre al minimo le varianti in corso d’opera e le relative spese aggiuntive. Una volta rilevato con precisione lo spazio, l’architetto elabora diverse soluzioni di layout, unendo tutti gli elementi precedentemente analizzati e illustrando le soluzioni al titolare dello studio, in modo da giungere a un layout condiviso che soddisfi tutti gli obiettivi e i requisiti tecnico – normativi.

Stato dopo la demolizione
L’ambulatorio pediatrico con doppia poltrona è stato posizionato sull’affaccio più luminoso, in modo da sfruttare le ampie finestre e la luce naturale (nella foto il risultato a fine lavori).

Il progetto viene rappresentato con schizzi e/o rendering che rispecchiano il concept individuato, la scelta dei materiali e dei colori unitamente alla rappresentazione del progetto nelle sue specificità e nei suoi dettagli fino alla rappresentazione di arredi su misura, di controsoffitti appositamente progettati, di effetti luminosi e materici.

Una volta definito il layout funzionale, l’architetto lavora a stretto contatto con gli specialisti nella progettazione impiantistica meccanica, elettrica e illuminotecnica in modo da interconnettere le varie esigenze senza deturpare l’idea architettonica e il layout. Lo sviluppo del progetto avviene insieme con i progettisti specialistici di ogni settore: ingegnere strutturista (se necessario), ingegnere meccanico (per impianti idrico-sanitari, riscaldamento, distribuzione aria compressa, aspirazione chirurgica, trattamento dell’aria, impianto osmotico, ecc..), l’ingegnere elettrico (per impianto elettrico, rete interna, fonia, dati, allarmi, diffusione sonora, telecamere, domotica, ecc..), il progettista illuminotecnico (per il progetto illuminotecnico degli apparecchi illuminanti e delle sorgenti luminose), al fine di ottenere un progetto coordinato e integrato. Infine la progettazione esecutiva, ultima fase prima della gara di appalto, deve essere svolta con l’attiva partecipazione del titolare dello studio dentistico, perché è necessaria la verifica sulla carta di tutti gli aspetti tecnici e specifici dell’attività, oltre alla necessità di effettuare insieme le scelte dei materiali/colori/arredi, più emozionali e di immagine dello studio e le scelte tecniche impiantistiche. La documentazione di appalto deve essere molto precisa e dettagliata: disegni planimetrici, dettagli e sezioni, relazione tecnica, cronoprogramma dei lavori e un capitolato dei lavori costituito da un computo metrico di tutte le opere sia edili, arredi, impianti, eventuali strutture, che poi verrà compilato e prezzato dalle imprese invitate alla gara di appalto. È buona norma effettuare una gara di appalto per ottenere la proposta più interessante in termini di prezzo, tempi, organizzazione delle maestranze e affidabilità. È consigliabile affidare i lavori a un’unica impresa, che svolga il ruolo di capogruppo e coordinatore delle altre imprese a parte alcune forniture dirette. È importante stilare un contratto di appalto, con clausole molto specifiche con penali per ritardi di consegna dei lavori.

Dal progetto alla realizzazione

Una volta appaltata l’impresa l’architetto protocollerà la pratica comunale e in base al tipo di procedura potrebbero cambiare i tempi di inizio lavori dalla data di presentazione del progetto. I tempi della realizzazione delle opere dipendono dall’entità delle opere previste, dalla superficie di intervento, dall’accessibilità (carico-scarico, sollevamento al piano), ma anche dal livello di dettaglio del progetto e dal livello organizzativo e qualitativo dell’impresa e degli artigiani.

Una volta appaltata l’impresa il direttore dei lavori stilerà un verbale di consegna dei locali all’impresa generale che sarà responsabile per tutta la durata dei lavori.

L’impresa dovrà stilare un cronoprogramma delle opere e il direttore dei lavori lo dovrà controfirmare in base agli accordi del contratto di appalto precedentemente firmato. Il direttore dei lavori coordinerà e supervisionerà i lavori durante tutta la loro durata. È buona norma programmare riunioni di cantiere ogni settimana con la presenza del responsabile dell’impresa, dei direttori dei lavori impianti e dei progettisti specialistici in modo da coordinare le lavorazioni e affrontare eventuali imprevisti o problematiche. Solitamente è richiesta la presenza del titolare dello studio nelle riunioni più importanti del cantiere al fine di condividere scelte o risoluzioni delle problematiche emerse e verificare andamento della ristrutturazione.

A seguito di ogni riunione settimanale, l’architetto, direttore dei lavori e coordinatore generale, insieme agli altri direttori dei lavori impianti, invia a tutti i soggetti coinvolti, un verbale della riunione effettuata, documento di verifica e di massima utilità soprattutto per il titolare dello studio che potrà in questo modo essere aggiornato sull’andamento dei lavori. Una volta terminati i lavori (con l’apposito verbale controfirmato dalle parti) si organizzerà una pulizia di fino, prima di montare le apparecchiature tecniche ed eventuali macchinari e/o mobili del vecchio studio dentistico, che dovranno poi essere collegati e collaudati. Al termine dei collaudi e della consegna di tutte le certificazioni e dichiarazioni da parte delle imprese e delle aziende specifiche, si protocollerà la pratica dell’ASL.

Lucilla Malara
Architetto, Studio di architettura Malara Associati, Milano

Ringraziamenti

Le immagini si riferiscono al nuovo Studio Ortodontico del dottor David John De Franco. Lo Studio Malara Associati ringrazia il dottor David John De Franco, che ha partecipato in modo attivo per concordare e condividere passo per passo le scelte progettuali.

Bibliografia
  • Malara E, Malara L. Malara Associati: urbanistica & architettura. Skira, Architettura & Monografie, 2007.

Aprire un nuovo studio odontoiatrico: quali passi fare? - Ultima modifica: 2018-05-10T14:15:03+00:00 da Lucilla Malara

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