ANDI: emendamenti per abbattere l’abusivismo e tutelare i pazienti

“Ddl Concorrenza e società odontoiatriche. Chiediamo solo che le regole che tutelano i pazienti siano le stesse per liberi professionisti e società” , questo si può leggere nel comunicato ANDI che attesta con decisione la volontà di portare fino infondo la richiesta di emendamenti alle attuali leggi in vigore.ì

In qualità di Presidente ANDI, la più rappresentativa Associazione sindacale degli odontoiatri (con oltre 24 mila iscritti), Prada sceglie di commentare l’allarme lanciato dalla stampa in questi giorni sui possibili rischi per le libertà di concorrenza derivanti dalla approvazione degli emendamenti che puntano a regolamentare le Società di capitale nel campo odontoiatrico. Ecco i punti salienti del comunicato:

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In Italia (fonte Agenzia delle Entrate) sono circa 43 mila gli studi dentistici operanti e di questi sono meno di 1.500 quelli organizzati in società di capitale e secondo ricerche di settore meno di 600 quelle riconducibili alle cosiddette Catene odontoiatriche. Sempre secondo ricerche di settore il 90% degli italiani si fa curare da dentisti “tradizionali” (il singolo dentista con studio proprio) mentre meno del 5% sceglie queste catene che nell’immaginario collettivo, a causa anche di pubblicità aggressive con messaggi non veritieri, sono connotate come low-cost ma che in realtà propongono tariffe molto simili a quelle praticate dalla libera professione.

In questi anni le cronache hanno spesso informato di centri odontoiatrici che da un giorno all’altro hanno chiuso i battenti e sono “scappati” con gli acconti versati lasciando i pazienti senza cure e con le rate dei finanziamenti da pagare. Quello della sanità governata dalla finanza è un fenomeno già visto negli Stati Uniti, in un sistema sanitario molto diverso dal nostro, dove l’obiettivo fondamentale è solo quello di cercare il profitto a scapito della reale necessità di cura del paziente. 

Poi c’è il problema dei direttori sanitari e dell’esercizio abusivo della professione. Molti di questi centri, sulla carta poliambulatori, ma in realtà veri e propri centri odontoiatrici, non sono “diretti” da iscritti all’Albo degli Odontoiatri, con evidenti problemi di competenza.

Gli emendamenti proposti cercano solamente di regolamentare un settore, oggi, non regolamentato. Regole che dovrebbero essere approvate per meglio tutelare i pazienti italiani.

I dati indicati dimostrano come siano già oggi gli stessi pazienti a prediligere il dentista libero professionista tradizionale e non servano “aiutini” da parte del Parlamento per condizionare la scelta.

Servono regole certe e chiare che tutelino i pazienti da truffe e terapie che puntano al profitto ed alle logiche commerciali e non alla cura. 

Gli emendamenti proposti non fanno altro che estendere le tutele che i cittadini oggi hanno rivolgendosi per le cure ad un dentista libero professionista, anche a coloro che scelgono di farsi curare in una clinica odontoiatrica organizzata come società di capitale.

 Il lavoro del dentista e del medico si chiama cura e viene esercitato secondo scienza e coscienza da professionisti che devono rispettare regole deontologiche precise, altrimenti non potranno più esercitare la professione, l’unica professione per cui hanno studiato e che sanno fare.  Un imprenditore, invece, quando la clinica non rende come pensava la chiude ed in quei locali ci apre una negozio di sigarette elettroniche.

ANDI: emendamenti per abbattere l’abusivismo e tutelare i pazienti - Ultima modifica: 2016-01-29T07:15:57+00:00 da redazione

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