L’adesione rappresenta la somma delle forze chimico-fisiche di attrazione molecolare tra materiali a stretto contatto e costituisce uno dei grandi “problemi” (ovvero uno dei principali campi di ricerca) della scienza dei materiali odontoiatrici.

Il successo dell'adesione dipende dalle caratteristiche delle superfici di interfaccia e dalle proprietà del materiale adesivo stesso.

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In ortodonzia vengono impiegate tecniche adesive: per fissare i bracket sullo smalto, le resine adesive polimeriche costituiscono una soluzione ampiamente utilizzata. L’ortodonzia rappresenta presenta esigenze peculiari rispetto agli altri campi di applicazioni odontoiatrici: la forza di adesione, infatti, dovrebbe essere tale da resistere sia alle forze ortodontiche che a quelle masticatorie ma, al contempo, dovrebbe consentire il distacco manuale (in realtà si può agire anche meccanicamente) del bracket, salvaguardando lo smalto.

Ad oggi, non vi è consenso a proposito della forza di adesione ideale e neanche sulle metodiche di laboratorio atte a stabilirla. Gli autori indicano valori minimi che oscillano tra i 6 e gli 8 MPa. Per quanto riguarda i test, il gold standard è ovviamente l’uso clinico protratto, ma anche la misurazione in vitro delle forze di distacco e di adesione può essere utile a caratterizzare il potenziale adesivo dei diversi prodotti.

A questo proposito, Condò e colleghi hanno recentemente condotto un’indagine in vitro che ha messo a confronto diverse resine adesive ortodontiche fotopolimerizzabili, misurando la forza di distacco e valutando la posizione del fallimento dell'adesione.

In prima analisi, gli sperimentatori hanno ricavato da premolari umani 12 dischi di smalto, ciascuno dei quali è stato accoppiato in modo casuale a uno dei 3 sistemi adesivi ortodontici: i campioni sono quindi stati sottoposti a shear bond strength test, che ha dato risultati simili per tutti i prodotti.

È stata effettuata anche una valutazione, tramite microscopia elettronica, del materiale residuo dopo debonding a livello della base del bracket: il prodotto a ha dato risultati nettamente diversi dagli altri, in questo caso.

In ultima analisi, è stata anche effettuata un’analisi spettroscopica, prima e dopo un processo simulato di invecchiamento: tutti i compositi hanno mostrato una buona stabilità fisico-chimica; solo il prodotto c, questa volta, ha evidenziato una debole contaminazione.

In conclusione, lo studio risulta interessante in quanto, pur nei limiti del modello in vitro, fornisce una visione sistematica delle caratteristiche delle resine adesive polimeriche a uso ortodontico. Come detto, queste presentano esigenze peculiari in termini di performance cliniche. I prodotti testati hanno mostrato lievi differenze, risultando comunque tutti accettabili, anche a fronte di condizioni critiche.

Riferimenti bibliografici a proposito di bracket e adesione:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34271907/

Adesione in ortodonzia: indicazioni di uno studio in vitro - Ultima modifica: 2021-09-24T06:37:48+00:00 da redazione
Adesione in ortodonzia: indicazioni di uno studio in vitro - Ultima modifica: 2021-09-24T06:37:48+00:00 da redazione

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