Abutment in zirconia: riduzione della perdita di osso crestale

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Il titanio, senza scendere nel dettaglio delle diverse leghe, rappresenta per eccellenza il materiale adatto alla realizzazione di impianti dentali e relativa componentistica, in virtù dell'ottima biocompatibilità. Questo non significa che si tratti di un materiale “intoccabile”. Il grigio degli abutment implantari in titanio, per esempio, può risultare visibile in trasparenza, a contatto con un biotipo gengivale sottile.

Per questo motivo, nello stesso substrato sono stati sperimentati materiali differenti.

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L'allumina sarebbe indicata dal punto di vista biologico e da quello estetico, ma presenta una problematica meccanica, consistente in un rischio di frattura a livello della connessione impianto-abutment. 

 Caratteristiche della zirconia

La zirconia presenta invece una notevole resistenza allo stress meccanico, unita a caratteristiche valide di resistenza alla corrosione, biocompatibilità ed estetica. Si presta pertanto a essere valutata come materiale alternativo al titanio nella realizzazione di abutment.

Rispetto al materiale di riferimento, peraltro, la zirconia sembrerebbe più indicato nel preservare i tessuti molli perimplantari, in quanto indurrebbe minore infiammazione e minor sanguinamento, come rilevato dal gruppo di Sanz nel 2018. Sorge spontaneo domandarsi se il materiale possa dimostrarsi maggiormente favorevole anche a livello dei tessuti duri, con riferimento all'andamento della perdita di osso crestale.

Il riassorbimento osseo – classicamente accettati fino a 1.5 mm nel corso del primo anno e 0.2 nei successivi – presenta una correlazione con la deposizione di placca e, pertanto, nell'ambito di un restauro protesico può essere legata al materiale. La zirconia presenta buone capacità di sigillo e sarebbe meno efficace del titanio nel favorire l'adesione batterica, forse per la minore energia di superficie.

Osso crestale e abutment zirconia

Recentemente, uno studio condotto da Bharate e colleghi, pubblicato su Journal of Oral Biology and Craniofacial Research, ha appunto valutato il livello di osso crestale attorno ad abutment in titanio e ad abutment in zirconia.

L'indagine ha coinvolto un campione di 11 pazienti tra i 20 e i 45 anni, tutti indirizzati alla riabilitazione bilaterale dei siti 36 e 46. Lo studio è stato infatti impostato secondo un disegno split-mouth prospettico: tutti i siti hanno visto l'inserimento di impianti in titanio secondo uno stesso protocollo chirurgico primario e secondario (riapertura tramite punch). Anche la sequenza protesica è stata mantenuta la più simile possibile. Titanio e zirconia hanno peraltro mostrato dati quasi sovrapponibili di ruvidità (Ra-value). Pertanto, la differenza più rilevante risulta essere proprio la composizione del componente.

Il tasso di sopravvivenza generale è risultato essere del 100%, indipendentemente dal materiale dell'abutment.

La valutazione dell'altezza ossea crestale è stata eseguita al baseline, a 3 mesi e infine a 1 anno.

A quest'ultimo intervallo, è emersa una differenza significativa a favore degli abutment in zirconia, che pertanto si confermano una valida alternativa, anche dal punto di vista ossero, ai classici abutment in titanio.

Riferimenti bibliografici
Abutment in zirconia: riduzione della perdita di osso crestale - Ultima modifica: 2019-12-07T07:45:51+00:00 da redazione
Abutment in zirconia: riduzione della perdita di osso crestale - Ultima modifica: 2019-12-07T07:45:51+00:00 da redazione

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