Il nuovo decreto legge prevederebbe, in ambito di reati come l’abusivismo, la punibilità con meno di 5 anni di reclusione, affidando al giudice la decisione sui singoli casi.

“Una norma pericolosa che rischia di chiudere senza neppure attivarli molti processi contro abusivi e prestanome”, commenta il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada.

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“La norma demanda ai giudici di giudicare il singolo caso archiviando o meno il procedimento e questo rischia, nei casi in cui non vi sia il coinvolgimento da parte dei pazienti, di vedere la non punibilità di molte denunce per esercizio abusivo della professione. Come ANDI torneremo ad incalzare la Commissione Giustizia della Camera chiedendo di licenziare al più presto il provvedimento che prevede pene più elevate e la confisca dei beni in modo che la Camera possa approvarlo in tempi brevissimi”.

Sul provvedimento approvato dal Governo interviene anche il Presidente CAO Giuseppe Renzo, sottolinea le difficoltà delle varie OMCeO nel perseguire i prestanome dando uno strumento agli iscritti per contestarle in sede di ricorso.

“Come si potrebbe irrogare una sanzione dell’interdizione dalla professione per non meno di un anno, come previsto dall’art 8 della legge 175/92, se il reato di cui si tratta viene ad essere considerato fra quelli di particolare tenuità e di irrilevante pericolo sociale?” chiede Renzo.

“Ancora una volta – prosegue – le norme deontologiche antiche e cogenti della nostra professione corrono il rischio di essere irrise e si verrebbe ad avvilire il ruolo che da sempre spetta agli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri di tutelare sia la salute pubblica sia i valori irrinunciabili della professione”.

Abusivismo: nuovo decreto legge lo pone tra i reati lievi - Ultima modifica: 2015-03-25T13:15:49+00:00 da redazione

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