Riabilitazione conservativa del sorriso

Attualmente le resine composite rivestono un ruolo fondamentale tra i materiali da restauro in quanto offrono un eccellente potenziale estetico e una longevità accettabile, a costi decisamente inferiori rispetto agli equivalenti restauri in ceramica sia per il trattamento dei denti anteriori sia per quelli posteriori (Osborne et al, 1990; Hickel and Mahnart, 2001; Manhart and Hickel, 2004; Macedo et al, 2006). Inoltre, in caso di sostituzione di tessuto cariato o mancante, i compositi consentono preparazioni minimamente invasive, o addirittura nessuna preparazione.

Questo modo di operare è parte di un nuovo concetto definito «bio-estetico» che dà la priorità a procedure non-restaurative o additive, come lo sbiancamento, la microabrasione, il recontouring dello smalto, i restauri diretti in composito, ponti adesivi e impianti, in caso di elementi dentali mancanti e casi più complessi.

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Queste numerose procedure meritano decisamente maggior attenzione in quanto notevolmente migliorate per quanto riguarda l’attuabilità, l’efficienza e la predicibilità (Zachrisson ans Mjör, 1996; Croll, 1997; Heymann, 1997; Leonard et al, 2001; Ritter et al, 2002; Macedo et al, 2006; Sundfeld et al, 2007); tutte insieme portano senza dubbio l’estetica e l’odontoiatria restaurativa a un nuovo livello che possiamo descrivere come «progettazione globale e conservativa del sorriso».
La creazione di restauri diretti perfetti ha rappresentato per molto tempo un obiettivo elusivo a causa delle proprietà ottiche imperfette dei compositi, nonché delle procedure cliniche ancora da perfezionare.

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1.A-C: immagine pre-operatoria di un paziente di 50 anni con naturale disposizione dei denti a seguito di aplasia bilaterale degli incisivi; notare i numerosi difetti estetici, quali la non corretta distribuzione nello spazio, le proporzioni delle forme dei denti e degli assi, l’abrasione e il colore scuro dei denti.
1.A-C: immagine pre-operatoria di un paziente di 50 anni con naturale disposizione dei denti a seguito di aplasia bilaterale degli incisivi; notare i numerosi difetti estetici, quali la non corretta distribuzione nello spazio, le proporzioni delle forme dei denti e degli assi, l’abrasione e il colore scuro dei denti.

Il tentativo di imitare le tinte e le tecniche di stratificazione sviluppate per i restauri in ceramica hanno portato a complicati metodi di applicazione, controllabili solo da professionisti particolarmente esperti.
Questo, per anni, ha limitato il numero dei pazienti che avrebbero potuto beneficiare del notevole vantaggio delle tecniche adesive a mano libera.
Il «Concetto di stratificazione naturale» è un approccio semplice ed efficace per la realizzazione di restauri diretti altamente estetici.
Dato che questo concetto è diventato un riferimento nell’ambito dei restauri in composito, l’obiettivo di questo articolo è quello di far sì che il professionista prenda confidenza con le caratteristiche e gli aspetti clinici di questa nuova tecnica.

Nuova gamma di indicazioni per le tecniche adesive a mano libera

Oltre alle classiche indicazioni, come l’otturazione di cavità di III, IV e V Classe, è possibile trattare molti altri problemi estetici e funzionali con semplici restauri diretti in composito (figure 1 a-c).

Queste indicazioni comprendono:

1) difetti estetici congeniti, tra cui:

  • displasie/decolorazioni;
  • ipoplasie;
  • forma o dimensione dei denti inusuale;
  • diastemi.

2) Condizioni post-ortodontiche, tra cui:

  • dimensioni inusuali della corona (più grande o più piccola);
  • diametro inusuale della radice (maggiore o minore);
  • forma inusuale della corona;
  • differenze di colore (soprattutto nei canini);
  • differenza nel contorno o livello gengivale.

3) Difetti estetici acquisiti e altri, tra cui:

  • decolorazioni (cioè, denti traumatizzati non vitali);
  • diastemi;
  • abrasione, abfraction e lesioni erosive;
  • fratture dei denti;
  • carie;
  • difetti funzionali.

Un nuovo concetto di tinta e sua applicazione

L’uso del dente naturale come modello è stato un logico sviluppo dei materiali per restauri diretti che ha portato al semplice concetto di tinta e stratificazione, definito «Concetto di Stratificazione Naturale».
Esso si basa sull’identificazione delle caratteristiche ottiche di dentina e smalto naturali usando le misurazioni del valore tristimulus L*a*b* e della percentuale di contrasto del colore (Cook and McAree, 1985; Dietschi et al, 2000; Dietschi et al, 2006).

1D

D-E: immagine post-operatoria del sorriso ricostruito, dopo sbiancamento e utilizzo di semplici procedure additive.
D-E: immagine post-operatoria del sorriso ricostruito, dopo sbiancamento e utilizzo di semplici procedure additive.

Il composito viene applicato seguendo diverse tecniche a incrementi per ragioni estetiche o pratiche, nonché per una migliore gestione degli stress derivanti dalla polimerizzazione.
L’approccio classico è rappresentato dalla tecnica centrifuga, adatta per piccole cavità e per limitate correzioni di forma.
Essa implica il posizionamento in profondità di uno o due strati di dentina (Dietschi, 1995), seguiti da smalto, a ricoprire l’intera superficie. L’altro approccio ampiamente diffuso è quello della tecnica vestibolo-linguale (Dietschi, 1995, 1997, 2001) che prevede l’utilizzo di una mascherina in silicone realizzata o da un mock-up a mano libera (casi semplici), o da una ceratura (casi complessi). Il primo strato di smalto viene quindi applicato direttamente sulla mascherina in silicone in modo da realizzare in un solo passaggio il profilo linguale, la larghezza e la posizione del bordo incisale del futuro restauro.
Successivamente, è possibile applicare la dentina e i materiali d’effetto (quando necessari) con una precisa configurazione tridimensionale.

Conclusioni

I tradizionali obiettivi restaurativi non sono cambiati nel tempo; sono stati semplicemente implementati dalle esigenze estetiche da parte di un numero sempre maggiore di pazienti. I compositi sono quindi diventati i materiali d’elezione per i giovani pazienti e per le persone meno abbienti o, comunque, per tutti coloro che necessitano di un approccio strettamente conservativo.

F: immagine post-operatoria dopo quattro anni e mezzo che mostra il buon comportamento di questi restauri e illustra le potenzialità dell’odontoiatria conservativa adesiva per la risoluzione di casi estetici relativamente complessi.
F: immagine post-operatoria dopo quattro anni e mezzo che mostra il buon comportamento di questi restauri e illustra le potenzialità dell’odontoiatria conservativa adesiva per la risoluzione di casi estetici relativamente complessi.

Il professionista di oggi si trova a dover sostituire tessuti mancanti, o modificarne la configurazione, applicando sui denti del paziente un materiale artificiale che simuli l’aspetto dei tessuti naturali. Il concetto di stratificazione naturale ha reso possibile il raggiungimento di questo obiettivo in modo predicibile, inglobando le conoscenze di nuova acquisizione riguardo alle proprietà ottiche dei tessuti naturali nei sistemi compositi contemporanei. 

Corrispondenza
Didier Dietschi
The Geneva Smile Center
2 Quai Gustave Ador
1207 Ginevra
SVIZZERA
Tel: +41.22.700.91.26
Fax:+41.22.700.78.57
ddietschi@genevasmilecenter.ch
Didier Dietschi D.M.D, PhD
libero docente Studio privato & Centro di formazione – The Geneva Smile Center, Svizzera Senior lecturer, Reparto di Cariologia & Endodonzia, Scuola di odontoiatria, Università di Ginevra, Svizzera.
Professore Associato, Reparto di odontoiatria generale, Case Western University, Cleveland, Ohio.

Bibliografia
Bibliografia
Cook WD, McAree DC. Optical properties of esthetic restorative materials and natural dentition. J Biomat Mat Res 1985;19:469-488.
Croll TP. Enamel microabrasion: observations after 10 years. J Am Dent Assoc 1997;128:45S-50S.
Dietschi D, Ardu S, Krejci I. A new shading concept based on natural tooth color applied to direct composite restorations. Quintessence Int 2006;37:91-102.
Dietschi D, Ardu S, Krejci I. Exploring the layering concepts for anterior teeth. In Roulet JF and Degrange M, Editors: Adhesion – The silent revolution in Dentistry. Berlin, Quintessence Publishing, 2000:235-251.
Dietschi D. Free-hand bonding in esthetic treatment of anterior teeth: creating the illusion J Esthet Dent 1997;9:156-164.
Dietschi D. Free-hand composite resin restorations: a key to anterior aesthetics. Pract Periodont & Aaesthetic Dent 1995;7:15-25.
Dietschi D. Layering concepts in anterior composite restorations. J Adhesive Dent 2001;3:71-80.
Heymann HO. Conservative concepts for achieving anterior esthetics. J Calif Dent Assoc 1997;25:437-443.
Hickel R, Manhart J. Longevity of restorations in posterior teeth and reasons for failure. J Adhes Dent 2001; 3:45-64.
Leonard RH, Bentley C, Eagle JC, Garland GE, Knight MC, Phillips C. Nightguard vital bleaching: a long term study on the efficacy, shade retention, side effects and patient’s perceptions. J Esthet Restor Dent 2001;13:257-369.
Macedo G, Raj V, Ritter AV. Longevity of anterior composite restorations. J Esthet Restor Dent 2006;18:310-311.
Manhart J, Chen H, Hamm G, Hickel R. Buonocore Memorial Lecture. Review of the clinical survival of direct and indirect restorations in posterior teeth of the permanent dentition. Oper Dent 2004;29:481-508.
Osborne JW, Normann RD, Gale EN. A 12-year clinical evaluation of two composite resins. Quintessence Int 1990; 21:111-114.
Ritter AV, Leonard RH, St-George AJ, Caplan DJ, Haywood VB. Safety and stability of nightguard vital bleaching: 9 to 12 years post-treatment. J Esthet Restor Dent 2002;14:275-285.
Sundfeld RH, Croll TP, Briso AL, de Alexandre RS, Sundfeld Neto D. Considerations about enamel microabrasion after 18 years. Am J Dent 2007;20:67-72.
Zachrisson BU, Mjör IA. Remodeling of teeth by grinding. Am J Orthod 1975;68:545-553.

Riabilitazione conservativa del sorriso - Ultima modifica: 2010-09-27T11:07:05+00:00 da Redazione

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