Una vita segnata da «Gli Amici di Brugg»

Qual è il profilo tipo di chi si avvicina a Gli Amici di Brugg?

Ce lo siamo domandati anche noi. I professionisti che partecipano ai nostri congressi hanno un’età media compresa tra i 40 e i 55 anni. Sono persone che per la maggior parte dei casi hanno già un’esperienza professionale consolidata.

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Perché i giovani sembrano meno attratti dalle vostre iniziative?

Forse perché i nostri congressi sono di odontoiatria generale e i giovani oggi escono dall’università convinti di essere molto preparati, così preferiscono seguire corsi e convegni super specialistici. Ma i giovani sono il nostro futuro, ne siamo consapevoli. Per questo stiamo cercando di coinvolgerli, facendo leva sui figli d’arte de Gli Amici di Brugg: non per creare un gruppo ristretto, ma per realizzare un collegamento con il loro mondo che è diverso dal nostro.

I figli d’arte sono coloro che conoscono meglio la nostra associazione: ne hanno sentito parlare in famiglia, spesso hanno frequentato anche i nostri congressi accompagnati dai genitori. Ho sempre fatto così anch’io con i miei figli. Gli Amici di Brugg vogliono essere amici anche dei giovani. Una delle due borse di studio intitolate a Ivano Casartelli è proprio dedicata a un giovane odontoiatra. Si tratta di un premio di 30 mila euro da utilizzarsi per un Corso Clinico Universitario di Scienza Odontostomatologica della durata di tre anni presso I’Università di Ginevra. I dettagli del bando sono disponibili sul nostro sito Web.

Che ricordo ha di Ivano Casartelli?

Ivano, nostro revisore dei conti, era un grande protesista con una notevole preparazione odontotecnica. Eravamo legati da un’amicizia profonda. Nonostante avesse ottant’anni, riusciva ad avere un rapporto privilegiato con i giovani. Era una persona coinvolgente. Il suo entusiasmo era contagioso: in lui sembrava convivessero due professionisti di 40 anni. Lo invidiavo per il suo spirito. Negli ultimi anni si era avvicinato perfino alle tecnologie digitali. È stato lui il promotore dei corsi satellitari de Gli Amici di Brugg.

A proposito, come stanno andando?

Abbastanza bene, anche se potrebbero andare meglio. Forse da parte nostra è mancata la comunicazione. Molti colleghi ne hanno scoperto l’esistenza solo di recente, dopo cinque anni da quando sono nati. Abbiamo sempre creduto che bastasse darne notizia ai nostri congressi, ma evidentemente ciò non è stato sufficiente. La formazione a distanza è una grande opportunità, soprattutto per i liberi professionisti. Ma sono ottimista, anche perché abbiamo osservato che da tre anni a questa parte, l’80% delle iscrizioni ai nostri congressi avviene online: ormai la maggior parte dei professionisti si è adeguata alle nuove tecnologie che anche sul fronte della formazione sono dei validi ausili. Tuttavia, resta invariata la nostra convinzione secondo cui nel nostro settore non si può prescindere dalla pratica che può avvenire solo a diretto contatto con i docenti.

Quali sono oggi invece i problemi della libera professione?

Sono legati al numero di professionisti presenti sulla piazza e alla minor disponibilità economica delle persone. È evidente come i cittadini, dovendo contingentare le spese in ogni ambito, spesso siano costretti a limitarsi all’essenziale anche per le cure dentali.

Qual è il suo principale obiettivo?

Come presidente de Gli Amici di Brugg, spero innanzitutto di riuscire a raggiungere gli obiettivi che ha conseguito il mio predecessore Toffenetti, con il quale mantengo un contatto costante. Fra questi obiettivi, la FAD ha un ruolo primario, perché ho sempre creduto nell’importanza della comunicazione, anche per quanto riguarda l’aggiornamento professionale che, a mio avviso, deve avvenire secondo la logica dei nostri tempi. Oggi il libero professionista non può più permettersi di chiudere lo studio più volte all’anno per recarsi in altre località: il mancato guadagno e le spese fisse, oltre a quelle del soggiorno peserebbero troppo sul suo bilancio.

Ci si deve muovere solo se necessario. Per il resto è bene affidarsi alle piattaforme e-FAD, come quella che abbiamo realizzato per venire incontro alle richieste di molti professionisti che si domandavano perché mai avessimo scelto la tecnologia satellitare, anziché Internet. Lo avevamo fatto perché allora la trasmissione satellitare aveva una qualità migliore.

Ma Gli Amici di Brugg non si occupa solo di formazione…

È vero, oltre al nostro impegno nella formazione ispirata a una didattica pratica, la nostra associazione si occupa anche di attività umanitarie. La nostra presenza a San Patrignano, per esempio, risale al 1985. Dopo l’esperienza nel Friuli terremotato, nei campi profughi in Bosnia, in Kenia, nelle Filippine e in India, oggi continuiamo a essere disponibili ad aiutare le Comunità bisognose di assistenza, non solo odontoiatrica. Anche questo sono Gli Amici di Brugg.

Una vita segnata da «Gli Amici di Brugg» - Ultima modifica: 2009-11-17T10:27:24+00:00 da Redazione

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