Studio su trasmissione Covid negli studi odontoiatrici: i commenti di ANDI e SISOPD

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L’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) e la Società Italiana di Stomatologia Odontoiatria e Protesi Dentaria (SISOPD) hanno chiesto alle Università di Milano e Ferrara di realizzare uno studio che analizzi il rischio di trasmissione del Coronavirus all’interno degli studi odontoiatrici. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Oral Disease.

«SISOPD e ANDI hanno fortemente creduto nel valore della ricerca su questo tema, ognuna per le prerogative culturali e sindacali di competenza – dichiara il Presidente nazionale ANDI, Carlo Ghirlanda, – e devono essere orgogliose dell’approfondimento di conoscenze che il nostro Paese, primo al mondo, ha realizzato sull’argomento. Il tema della sicurezza è nel DNA degli odontoiatri, ma essa deve coniugare efficacia al contemporaneo rispetto di procedure che non siano sovrastrutturate o esageratamente onerose per il professionista. Questa ricerca dimostra che ciò è possibile.»

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«Questa analisi rappresenta un risultato estremamente importante per l’ambito odontoiatrico» commenta Gaetano Ciancio, Presidente SISOPD. «Il riconoscimento del valore scientifico dello studio da noi supportato è internazionale. Con esso abbiamo ottenuto un fondamentale contributo di validazione oggettiva dei comportamenti di precauzione e prevenzione nelle scelte e nell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale utilizzati negli studi dentistici.»

Come si legge in un comunicato ANDI, « Sulla base delle verifiche effettuate utilizzando campioni di Coronavirus umano (229E, ATCC® VR-740) all’interno di una camera sterile pressurizzata appositamente progettata e costruita, contenente due manichini che simulavano paziente e odontoiatra, posto che le rilevazioni hanno mostrato risultati coerenti, ripetuti e omogenei e considerando gli inevitabili limiti connessi alla trasferibilità sul campo, in relazione a distanza e durata degli interventi, se da un lato è stata confermata l'importanza di ricambio dei dispositivi di protezione individuale dopo l'assistenza di ogni paziente, dall'altro lato è emerso che, indossando mascherina chirurgica (a 3 strati) e visiera (shield) di protezione del viso, la carica virale rilevata sulla bocca dell'odontoiatra scende al di sotto del limite rilevabile, indicando che il rischio di contagio da aerosol, in queste condizioni, viene ridotto drasticamente.»

Non è emerso invece alcun vantaggio nell’uso di mascherine FFP2 o FFP3 rispetto a quelle chirurgiche posizionate come sopra descritto.

 

Studio su trasmissione Covid negli studi odontoiatrici: i commenti di ANDI e SISOPD - Ultima modifica: 2020-12-14T07:48:34+00:00 da redazione
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