Lo spazzolino elettrico, negli ultimi anni divenuto oggetto di diversi studi randomizzati controllati, è molto efficace nel rimuovere biofilm e placca, più dello spazzolino manuale. Un gruppo di ricercatori dell'Università del Nevada-Las Vegas ha voluto approfondire la questione, concentrandosi però sui pazienti pediatrici, sino ad oggi oggetto di una sola revisione sistematica sul tema. Di qui l'idea di realizzarne un'altra ampliata, e che includesse anche i nuovi e più recenti studi. I risultati sono stati pubblicati su Dentistry Journal.
Uno studio ben mirato
La ricerca si è svolta attingendo dalla banca dati PubMed la letteratura disponibile, nel pieno rispetto delle linee guida e del protocollo PRISMA (Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and meta-Analyses). Dopo aver individuato 322 studi, i ricercatori hanno applicato i criteri di inclusione ed esclusione fissati. Ne hanno così selezionati dapprima 60, per poi giungere ai 38 definitivamente considerati. Gli articoli scelti fanno riferimento a una popolazione pediatrica di età compresa tra 2 e 17 anni, a studi pubblicati tra il 1967 e il 2021 e che includono mediamente 60 soggetti ciascuno. Le ricerche riguardano anche i pazienti ortodontici la cui igiene, com'è noto, richiede particolare cura.
Con lo spazzolino elettrico la placca si riduce
In tutti gli studi analizzati, i ricercatori hanno osservato una riduzione della placca nei soggetti che facevano uso dello spazzolino elettrico, rispetto a chi si affidava allo spazzolino tradizionale. Tale riduzione si attesta al 13,5% nei bambini sotto i 6 anni e al 13,3% in quelli di oltre 6 anni. Anche rispetto al fattore temporale, i risultati sono comparabili, cioè la riduzione osservata nell'immediato è la stessa che si osserva nel tempo.
I benefici riscontrati già nei bambini di 2 anni
Lo spazzolino elettrico, in questa revisione sistematica condotta dall'Università del Nevada-Las Vegas, dimostra di essere un dispositivo efficace sin dalla più tenera età, in tutti i pazienti, ortodontici e non. Già a 2 anni i bambini che lo impiegano mostrano indici di placca più bassi rispetto agli altri. Risultati che restano stabili nel tempo, almeno sino ai 17 anni, il limite temporale di questa ricerca.