“Riabilitazione protesica: dalla diagnosi alla finalizzazione”

Dott. U.Torquati Gritti

È il corso ECM realizzato da Tecniche Nuove fruibile sulla piattaforma multimediale all’indirizzo http://ecm.tecnichenuove.com e pubblicato in formato cartaceo nei primi sei numeri del 2014 su “Il dentista Moderno”. Un percorso che consente di analizzare, passo dopo passo, le corrette fasi di un trattamento di protesi fissa su elementi naturali, come spiegano il responsabile scientifico del corso e uno degli autori.   

Pratico nei contenuti come nella forma, il corso “Riabilitazione protesica: dalla diagnosi alla finalizzazione” permette di aggiornarsi validamente grazie anche alla presenza di video clinici fruibili solo online. Gli argomenti, di grande utilità e attualità, sono stati realizzati grazie al contributo di numerosi esperti di protesi, sotto la supervisione di Dino Re, Specialista in odontostomatologia, Direttore del Reparto di Riabilitazione Orale presso l’Istituto Stomatologico Italiano – Università degli Studi di Milano, nonché responsabile scientifico del corso.

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Quest’ultimo, composto da 6 moduli didattici, è pubblicato, progressivamente da gennaio a giugno, sulla rivista “Il Dentista Moderno” e contestualmente online. Per completare il percorso formativo è necessario superare i test di apprendimento a risposta multipla, compilare il questionario di gradimento e scaricare l’attestato valido ai fini dei crediti ECM (20 crediti). Per fruire del corso è necessario disporre di computer e connessione internet.

Un modulo per ogni fase

Il corso ha un’impostazione pratica e concreta. “Riabilitazione protesica: dalla diagnosi alla finalizzazione” analizza infatti, step by step, le varie fasi di cura che messe insieme permettono di eseguire un corretto trattamento di protesi fissa su elementi naturali. “Ė un percorso di studio che consente di enfatizzare i diversi stadi di un trattamento”, spiega il professor Re, “l’esecuzione della diagnosi e del piano di trattamento, la previsualizzazione del risultato estetico, la preparazione e l’esecuzione dei provvisori, la preparazione dei monconi, la presa dell’impronta, infine la cementazione, senza trascurare il rapporto con l’odontotecnico”. In ognuna di queste fasi i fruitori del corso possono seguire le più recenti e accreditate modalità operative. “Il corso è indicato sia agli esperti sia ai neolaureati”, spiega Re, “in quanto la standardizzazione delle procedure permette a tutti un facile apprendimento e un immediato inserimento nella pratica clinica delle nozioni assimilate, anche grazie a una ricca iconografia corredata da una sezione video esplicativa delle fasi più salienti del trattamento”.

Un corso attento anche alle nuove tecnologie

Accanto alle nozioni teoriche sottese al progetto riabilitativo, il corso “Riabilitazione protesica: dalla diagnosi alla finalizzazione” permette di analizzare anche il ruolo delle nuove tecnologie in questa branca dell’odontoiatria: flussi di lavoro interamente digitali, infatti, a partire dall’impronta con scanner intraorali, consentono di ridurre il numero di errori dimensionali per lo sviluppo dei manufatti e di impiegare materiali per restauri metal-free, lavorabili con tecnologie Cad/Cam.

Come realizzare un progetto “su misura”

L’approccio alla terapia protesica può essere affrontato con differenti prospettive. Quella a breve termine solitamente ha per obiettivo la risoluzione del problema che ha portato all’osservazione il paziente, mentre un approccio più sistematico permette di inserire l’atto protesico in una valutazione più globale della salute orale del paziente. “In quest’ottica, la terapia protesica”, spiega Ugo Torquati Gritti, odontoiatra, Responsabile dell’Unità Operativa del Reparto di Riabilitazione Orale presso l’Istituto Stomatologico Italiano, uno degli autori del corso, “si evolve e non coincide più con la mera preparazione dell’elemento dentale, ma è una vera propria terapia, con un approccio molto più complesso che tuttavia comporta una curva d’apprendimento significativa”.

Schermata

L’approccio sistematico al paziente, proprio lo stesso proposto in questo corso Ecm, suggerisce Torquati Gritti, permette di avere una visione più ampia e completa, con lo scopo di far emergere problematiche spesso non diagnosticate. “Ciò comporta la necessità di un approccio multidisciplinare”, spiega, “in cui il paziente è posto al centro dell’attenzione da parte del “team” di specialisti che analizzano il caso clinico e sviluppano un corretto piano di trattamento. La conseguenza di quest’approccio è l’immediata scomparsa della classica visione del “fare”, in cui tutto era posposto all’azione clinica in senso stretto. Si ha così una prima fase che, se in ingegneria viene definita progettuale, in odontoiatria potremmo chiamare intellettuale, alla quale segue una seconda fase tecnico-operativa”. Lo sviluppo di un piano di trattamento così predisposto, fa notare il protesista dell’ISI, determina la necessità di raccogliere una grande quantità di informazioni, indispensabili da un lato per poter sviluppare la prima fase di analisi e studio del caso, dall’altro per soddisfare le aspettative e i desideri del paziente: tutto ciò comporta l’archiviazione di innumerevoli dati che emergono dalle analisi dei differenti specialisti, operazione possibile grazie alla moderna tecnologia che mette a disposizione supporti, software e hardware per l’acquisizione e la consultazione delle informazioni raccolte. “Durante il corso, il clinico”, spiega Torquati Gritti, “avrà quindi sempre a disposizione una sorta di “paziente virtuale”, sul quale impostare un progetto “su misura”, che risulta di volta in volta aggiornato sulla base dell’evoluzione clinica dello stesso. In tal modo si ottiene un costante riscontro tra la base teorizzata in fase intellettuale e i dati emergenti dalla clinica. Le differenti figure mediche che si susseguono, il parodontologo, il protesista e altre, potranno quindi raggiungere l’obiettivo attraverso interventi programmati. In definitiva, questa visione, che lascia spazio a molteplici professionisti, dà la sicurezza che ognuno sappia cosa fare e quando farlo, sulla base della consapevolezza dell’operato di chi lo ha preceduto e di chi lo seguirà: un lavoro impegnativo che rende però raggiungibili traguardi altrimenti irrealizzabili”.

“Riabilitazione protesica: dalla diagnosi alla finalizzazione” - Ultima modifica: 2014-04-13T11:18:26+00:00 da Redazione

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