La realtà aumentata (AR) è una delle acquisizioni tecnologiche più interessanti e che trova applicazione in numerosi campi, tra cui l'odontoiatria. Grazie alla capacità di combinare il mondo reale con informazioni digitali percepite o generate dal computer, essa offre indubbi vantaggi e simboleggia il livello di interazione raggiunto tra l'uomo e la macchina. Da non confondere con la realtà virtuale, dove non vi è sovrapposizione con il mondo reale, l'AR farà parlare molto di sé. Come preannuncia un recente studio internazionale, nato in seno all’Università di Leuven - Belgio, pubblicato sul Journal of Dentistry.
Un'innovazione dal sapore anche italiano
I ricercatori hanno voluto testare l'accuratezza della realtà aumentata in campo endodontico. Come? Con l'utilizzo di un nuovo metodo "made in Italy” brevettato dalla Startup milanese Arreye per la preparazione guidata della cavità di accesso a diversi canali in mascelle stampate in 3D. Tra gli autori dello studio ci sono Andrés Torres e i professori Mariano Pedano e Reinhilde Jacobs dell’Università di Leuven. Ma anche l'italiano Marco Farronato, Ph.D. e Doctor Europaeus afferente al Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche dell'Università degli Studi di Milano, che abbiamo raggiunto per raccogliere dalla sua viva voce i punti salienti della ricerca.
Com'è stata impiegata la realtà aumentata
Il sistema permette di realizzare gli interventi in realtà aumentata senza l’uso di visori (wearables) o di marcatori (markers). Per misurarne l'accuratezza, i ricercatori hanno coinvolto due operatori con diversi livelli di esperienza in endodonzia. Entrambi sono stati incaricati di eseguire cavità ad accesso guidato pre-pianificate virtualmente. «Dopo il trattamento, eseguito su modelli di mandibola, segmentati attraverso intelligenza artificiale e successivamente stampati in 3D - spiega Marco Farronato - per ciascuno è stata eseguita una scansione post-operatoria ad alta risoluzione e registrata nel modello pre-operatorio. Le cavità di accesso sono state quindi analizzate digitalmente riempiendo l'area della cavità, e confrontate con il piano virtuale».
I risultati della sperimentazione
Per i denti anteriori e i premolari, sono state misurate la deviazione nei punti di ingresso coronale e apicale e la deviazione angolare della cavità d'accesso. Mentre per i molari è stata valutata la deviazione al punto di ingresso coronale. Inoltre, è stata misurata la superficie di tutte le cavità di accesso nel punto di ingresso e confrontata con il planning virtuale.
«Su un totale di 90 cavità d'accesso, perforate fino ad una profondità di 4mm all'interno del dente - spiega nel dettaglio Marco Farronato - la deviazione media nei denti frontali e nei premolari nel punto di ingresso era di 0,51mm e 0,77 mm nel punto apicale. Con una deviazione angolare media di 8,5° e una sovrapposizione superficiale media del 57%. La deviazione media per i molari nel punto d'ingresso era invece di 0,63mm, con una sovrapposizione superficiale media dell’82%».
Una soluzione davvero innovativa
Serviranno nuove ricerche in vivo per confermare i risultati raggiunti dal nuovo sistema. Tuttavia gli esiti sinora raggiunti sono promettenti. «Il nuovo sistema utilizzato permette un accesso semplice alla Realtà Aumentata – conclude Marco Farronato - senza bisogno di strumenti costosi. Questo grazie a tecnologie come l’odometria visuale inerziale e la scansione LiDAR (Light Detection and Ranging). Speriamo che questo nuovo sistema possa offrire a molti operatori dei vantaggi rispetto all’uso di occhiali (headmounted wearables) o stampa tridimensionale per la guida degli interventi. Sebbene siano ancora necessari degli sviluppi lato software ed UX. Attualmente diverse università nazionali ed internazioni e professionisti di diversi settori medici ed odontoiatrici ci hanno contattato per beta test e rapporti di collaborazione. Anche per questo vorrei ringraziare Arreye e in particolare il software engineer Alessandro Pettenuzzo per il prezioso contributo a questa ricerca».