L'ozonoterapia è una pratica medica che si sta diffondendo anche in odontoiatria. Sebbene i risultati clinici siano incoraggianti, le prove scientifiche della reale efficacia di questa metodica non sembrerebbero ancora sufficienti. Così, per verificare lo stato dell'arte di questa pratica, un gruppo di ricercatori universitari del medio-oriente, guidati dalla King Abdulaziz University di Jeddah, Arabia Saudita, ha condotto una revisione della letteratura sul tema. Pubblicandone poi i risultati sulla rivista Dentistry Journal.
L'ozonoterapia in medicina
L'ozono, grazie alle sue proprietà microbiologiche, è efficacemente utilizzato in campo medico da oltre un secolo. La sua forte azione ossidante, che genera radicali liberi, è alla base delle sue proprietà antibatteriche, antivirali e antifungine. L'ozono ha anche un impatto positivo sulla circolazione sanguigna e facilita la guarigione delle ferite. Questa sostanza può essere somministrata come gas o disciolta in acqua. L'ozonoterapia, più correttamente ossigeno-ozonoterapia, è impiegata anche in odontoiatria, sebbene persistano ancuni dubbi.
Lo scopo di questo studio
I ricercatori hanno voluto riepilogare gli attuali impieghi dell'ozono in medicina e odontoiatria. Hanno così condotto una ricerca elettronica di tutti gli articoli scientifici in lingua inglese pubblicati tra il 2012 e il 2023 tramite motori di ricerca quali PubMed, Cochrane e Google Scholar. I termini chiave utilizzati comprendevano ozono, applicazioni cliniche, medicina e odontoiatria. Complessivamente, gli autori hanno incluso nella revisione settanta articoli completi che descrivevano l'utilizzo dell'ozonoterapia in medicina e odontoiatria.
I dubbi in odontoiatria
In campo medico, l'ozono ha dimostrato diversi effetti positivi. Tuttavia, nonostante i risultati promettenti individuati dai ricercatori negli studi in vitro, l'efficacia clinica dell'ozonoterapia in ambito odontoiatrico deve ancora essere pienamente dimostrata. La ricerca clinica infatti non ha ancora del tutto convalidato il potenziale di questa pratica nel settore odontoiatrico. Secondo i ricercatori, servirebbe una standardizzazione dei protocolli per garantire uniformità nelle procedure di trattamento, nei dosaggi e nelle modalità di somministrazione. Questo non solo migliorerebbe l'efficacia e la sicurezza del trattamento, ma consentirebbe anche una comparazione più solida tra diversi studi. Inoltre, una documentazione standardizzata agevolerebbe la valutazione e la sintesi delle evidenze disponibili da parte di ricercatori e professionisti odontoiatri, contribuendo a un processo decisionale basato su prove concrete.