L’odontoiatria e la medicina sono state a lungo ambiti professionali prettamente maschili, ma sembra che il trend stia cambiando sia a livello italiano sia a livello internazionale.
Nel 1897 il Los Angeles Herald pubblicò un articolo in cui si diceva che “l’innovazione più sorprendente” fosse la donna dentista. Secondo questo articolo, l’introduzione di figure femminili in odontoiatria era il risultato di un percorso travagliato, che descriveva una storia di battaglie e suggeriva che l’ammissione delle donne nei corsi di laurea in odontoiatria fosse un precedente pericoloso. Nel 1870 le donne erano lo 0,3% dei laureati in odontoiatria negli Stati Uniti; nel 1900 il numero era salito a 2,7% e si mantenne pressoché stabile fino agli anni Ottanta.
Se in Germania e Regno Unito le donne dentiste erano delle eccezioni (fino al 1909 le donne tedesche non si potevano iscrivere a Odontoiatria), in altri paesi il sesso femminile era molto più rappresentato: negli anni Settanta le donne erano la metà della forza lavoro odontoiatrica in Grecia e un terzo di quella di Danimarca, Svezia, Norvegia e Francia.
In Brasile la prima donna dentista si immatricolò nel 1911 e, negli anni Venti, le donne erano il 16% dei laureati in odontoiatria. Similmente, in Messico le donne poterono iscriversi a odontoiatria nel 1904, e alla fine degli anni Trenta rappresentavano un terzo degli studenti in odontoiatria.
Nei paesi in via di sviluppo lo scenario era diverso, con un più lento coinvolgimento delle donne in ambito odontoiatrico. In India le donne hanno potuto lavorare nel dentale solo dopo gli anni Quaranta, mentre in Arabia Saudita si è dovuto attendere il 1978. L’odontoiatria e la medicina sono state a lungo ambiti professionali prettamente maschili ma sembra che il trend stia cambiando sia a livello italiano sia a livello internazionale.
Gli ultimi dati elaborati dalla FNOMCeO attestano che, fra i medici italiani, si è verificato il sorpasso delle donne rispetto agli uomini: guardando la popolazione nella sua totalità c’è una sostanziale parità fra uomini e donne mentre, se si analizza la popolazione più giovane, le donne arrivano a picchi del 64%. Per questa ragione si è parlato di una femminilizzazione della professione.
In odontoiatria la popolazione è ancora prevalentemente maschile: gli uomini sono il 64%, se consideriamo gli iscritti al solo Albo Odontoiatri e il 74% se si considerano i doppi iscritti (medici e odontoiatri che esercitano prevalentemente la professione odontoiatrica).
Le donne in odontoiatria sono in costante crescita e, nelle fasce di età più giovani, arrivano quasi al 50% degli iscritti. Le donne che praticano odontoiatria hanno anche ampliato l’ambito in cui si specializzano, affiancando le discipline chirurgiche a quelle classicamente associate al sesso femminile, quali l’ortodonzia e odontoiatria pediatrica.
La situazione internazionale
Molto è cambiato rispetto agli anni Sessanta, quando le donne odontoiatre erano meno del 10% dei professionisti, ciononostante l’Italia è ancora molto indietro rispetto alla media europea, dove pare che il 69% dei professionisti sia donna.
Il panorama europeo si presenta però piuttosto eterogeneo: nell’Europa occidentale (Svezia e Finlandia escluse) la professione è esercitata prevalentemente da uomini, nel resto dell’Unione sono le donne ad avere la maggioranza. In Spagna, Norvegia, Austria e Germania si registra negli ultimi anni una crescita del numero di dentiste.
Spagna, Danimarca, Belgio, Portogallo, Ungheria e Svezia riportano una parità fra uomini e donne in odontoiatria.
In Romania, Bulgaria, Croazia, Slovenia, Slovacchia, Russia, Regno Unito, Macedonia e Armenia le donne sono circa il 60%, mentre la percentuale supera l’80% in Estonia, Lituania e Polonia.
La situazione oltre oceano è molto simile a quella europea: sia gli Stati Uniti sia il Brasile vedono una sostanziale parità tra gli studenti di odontoiatria maschi e femmine.
• Kfouri MG, Moyses SJ, Moyses ST. Women’s motivation to become dentists in Brazil. J Dent Educ. 2013;77(6):810-6.
Uno studio del 2019 (Tiwari T, Randall CL, Cohen L, et al. Gender inequalities in the dental workforce: global perspectives. Adv Dent Res 2019 Dec;30(3):60-68. doi: 10.1177/0022034519877398) ha analizzato la situazione delle donne in odontoiatria a livello globale, mostrando dei dati interessanti: negli ultimi anni le donne iscritte a odontoiatria sono più degli uomini.
Il numero dei laureati era pressoché identico in America del Nord nel 2018. In Europa, nel 2016, i laureati erano per il 70% donne in 10 paesi, mentre in Francia e nel Regno Unito c’era una sostanziale parità. Esaminando i dentisti certificati, l’articolo riporta che nel 2012 le dentiste erano il 33,2% in Australia e il 36,8% in Nuova Zelanda, il 53% in Camerun, il 35% in Ruanda e il 40% nella Repubblica Democratica del Congo. In Asia si conta il il 32% di donne dentiste a Hong Kong e in Sud Corea, il 52% in Pakistan e il 70% in India.
Gender gap, in quali ambiti?
L’UNESCO nel 2015 ha esaminato i dati relativi a 137 Paesi relativamente all’impiego di donne nella ricerca. In Europa le ricercatrici sono il 33% del totale. Se si esamina la ricerca in odontoiatria l’America latina ha la percentuale più alta di donne ricercatrici, mentre il Giappone la più bassa (15%). In Europa ci si attesta sul 38%, negli Stati Uniti sul 35%.
Le donne però pubblicano meno degli uomini: secondo un report del 2010, le donne primo autore di articoli sono il 21% e quelle ultimo autore sono il 14%. Alcuni ambiti, es. la protesi dentaria, non sembrano essere particolarmente promettenti per le donne, infatti non mostrano aumenti nella partecipazione femminile negli ultimi decenni. A livello globale le donne sono poco rappresentate nei board delle riviste (meno del 20% a livello globale) e fra i revisori.
Se si osserva il mondo accademico, le donne sono meno degli uomini e quasi mai ricoprono posizioni di rilievo. Questo evidenzia la persistenza di una disparità di genere nel mondo universitario e della ricerca. Le ragioni di queste percentuali sono da ricercare nel fatto che le decisioni delle donne di intraprendere una carriera accademica a tempo pieno, la loro produttività nella ricerca e la loro assunzione di ruoli di leadership siano pesantemente influenzate da pressioni familiari e sociali, dalla necessità di prendersi cura dei figli e di bilanciare la vita personale con quella professionale. Edmunds e colleghi (2016) hanno revisionato i fattori che causavano la sottorappresentazione delle donne nella ricerca accademica, tra i quali compaiono la mancanza di modelli e la discriminazione di genere.
Il limitato accesso delle donne ai fondi per la ricerca e la loro sottorappresentazione nelle alte sfere delle facoltà universitarie e nei board delle riviste può rendere più difficoltoso per loro accedere a promozioni e fondi, che può tradursi in meno pubblicazioni e alimentare questo circolo vizioso. Quindi le donne, indipendentemente dal fatto di essere percentualmente rappresentate più degli uomini, hanno la necessità di organizzarsi e agire in maniera coordinata, al fine di dare a sé stesse la possibilità di accedere a ruoli di primo piano.
È necessaria una profonda riorganizzazione della struttura sociale, che permetta di distribuire in maniera equilibrata diritti e doveri.
• Townsend JA, da Fonseca MA, Rodriguez TE, LeHew CW. Gender differences in pediatric dentistry chairs in the United States and Canada. J Clin Pediatr Dent 2020 Sep 1;44(5):323-331. doi: 10.17796/1053-4625-44.5.6.
Le diversità si riscontrano anche in ambito clinico. Nel panorama italiano le donne esercitano la professione prevalentemente part-time e come dipendente, e solo il 24% ricopre ruoli decisionali. Le cause vanno ricercate nella difficoltà di far combaciare le esigenze professionali con la gestione della famiglia: la libera professione, infatti, porta con sé la necessità di adeguare alle esigenze dei pazienti la propria offerta. Questo presuppone la necessità di essere presenti in studio con ritmi che poco si adattano alla gestione in prima persona di uno o più figli, inoltre la fidelizzazione dei pazienti non permette lunghe assenze, quindi, spesso, la possibilità di realizzarsi professionalmente è antitetica a quella di avere una famiglia.
In conclusione, si può affermare che le donne stiano raggiungendo una sostanziale parità di numero in odontoiatria in Europa e negli Stati Uniti. In Australia, Africa e Asia pare che le differenze siano più accentuate. Anche dove in termini numerici le donne uguagliano o superano gli uomini, si evidenzia comunque una sostanziale carenza di donne in posizioni di leadership e una oggettiva difficoltà di conciliare vita professionale e personale.