L’odontoiatria difensiva, emanazione della cosiddetta medicina difensiva, è sempre più diffusa. Molti dentisti scelgono infatti le procedure più sicure o evitano i trattamenti complessi solo per il timore di contenziosi che non per ragioni di metodo. Un gruppo di ricercatori turchi ha deciso di studiare il fenomeno in modo sistematico. Gli autori dello studio, affiliati all’Università di Scienze della Salute di Ankara e all’Università di Canakkale Onsekiz Mart, hanno sviluppato uno strumento specifico, la Defensive Dentistry Attitude Scale (DDAS), per valutare gli effetti dell'odontoiatria difensiva sulla pratica clinica.
La finalità dello studio
L’obiettivo era creare una scala per misurare l’impatto della paura della malpratica sull’attività clinica. Il team ha elaborato un questionario di partenza con 13 domande. Ha poi inviato il sondaggio a 3.513 dentisti in tutta la Turchia. Hanno risposto in 369. Gli autori hanno usato due tecniche statistiche: l’analisi fattoriale esplorativa (EFA) e quella confermativa (CFA). Dopo le analisi, il questionario è stato ridotto a 8 item. La scala finale misura due aspetti distinti: l’odontoiatria difensiva positiva (azioni precauzionali utili, come un consenso più accurato) e quella negativa (scelte cliniche evitanti o eccessivamente prudenti).
Risultati e profili a rischio
I risultati parlano chiaro. I dentisti hanno mostrato un livello elevato sia di timore legale (mediana = 21) sia di atteggiamenti difensivi (mediana = 29). Inoltre, i professionisti tra i 29 e i 35 anni, con 6–10 anni di esperienza, hanno ottenuto i punteggi più alti. Questi dati indicano che i dentisti più giovani e in carriera sono i più vulnerabili alla pressione medico-legale. È emersa anche una correlazione forte e significativa tra la paura della malpratica e le strategie difensive. Questo significa che maggiore è il timore di essere denunciati, più probabile è l’adozione di comportamenti clinici difensivi.
Implicazioni nella pratica clinica
Il DDAS si propone come uno strumento utile, sia nella ricerca che nella formazione. Infatti, può aiutare a identificare i profili professionali più esposti. Inoltre, può guidare interventi educativi per ridurre la dipendenza da pratiche difensive. Secondo questo studio, pubblicato su BMC Oral Health, è dunque fondamentale promuovere la formazione medico-legale, ma anche creare un ambiente di lavoro più sicuro. In questo modo, i dentisti potranno operare con maggiore serenità, concentrandosi sul benessere del paziente, piuttosto che su rischio e paura di incorrere in un contenzioso medico-legale, sempre possibile a qualsiasi latitudine.



