La trasformazione digitale ha enormi potenzialità nel posizionamento strategico della attività e per gestire, con criterio qualità-tempi-costi-ricavi, i processi: ne consegue un impatto positivo sull’accesso alle cure per i pazienti e sul posizionamento competitivo dello studio odontoiatrico.
Le nuove tecnologie non sono però scevre da rischi. La società di consulenza Mc Kinsey ha stimato, in alcuni contesti, un alto tasso di mancato raggiungimento degli obiettivi perseguiti attraverso la trasformazione digitale. Investire in tecnologia non è una via diretta per il successo se il contesto non è adeguato in termini di persone e ruoli, metodo organizzativo e mentalità digitale. Due i criteri fondamentali per il successo:
il Digital Mindset, ovvero la conoscenza e l’esperienza digitale che il medico deve possedere per governare l’ambiente tecnologico. Le abilità digitali si riflettono in primis sulla clinica: le potenzialità diagnostiche e terapeutiche, correlate alle nuove tecnologie, supportano il medico se quest’ultimo possiede, oltre a una consolidata esperienza, un’adeguata competenza digitale. La carenza può creare fattori di rischio clinico e accelerare l'obsolescenza del sapere del medico;
il Digitale Integrato. L’ambiente clinico tecnologico digitale deve interfacciarsi con applicativi e programmi extra clinici e amministrativi; la mancata integrazione/flusso dei dati crea sprechi di tempo e risorse. Per ottimizzare i processi digitalizzandoli è dapprima necessario progettare i processi stessi attraverso un metodo organizzativo che prevede persone – ruoli – mansioni per renderli efficaci prima che efficienti. È la squadra che, formata ad hoc, condivide e governa i processi. La digitalizzazione li ottimizza creando efficienza e opportunità di riposizionamento dell’attività. Inevitabile quindi organizzare lo studio secondo criteri imprenditoriali, il che rimanda all’impegno di energie extra cliniche per il medico se non è adeguatamente supportato.
Il digitale avanzato mira all’efficienza attraverso un affascinante “metaverso” che, in assenza di nuovi paradigmi, mette in crisi le conoscenze, il travaso del sapere e il “modello” di studio professionale.
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