Intervista a Simone Grandini, presidente SIDOC: la conservativa è giovane

È improntato sull’innovazione e il rinnovamento il mandato del professor Simone Grandini, docente dell’Università di Siena, alla presidenza di SIDOC - Società Italiana di Odontoiatria conservatrice, in cui le nuove leve rivestiranno un ruolo sempre più centrale, così come il dialogo con altre Società. Tradizione e blasone rappresentano senz’altro un patrimonio importante per una Società scientifica attiva in ambito odontoiatrico e mantenere un piede nel passato può essere un modo proficuo di gettare lo sguardo efficacemente al futuro. Questa sembra essere la filosofia che ispira l’operato del neoeletto presidente. In questa intervista il professor Simone Grandini ci parla delle principali novità in attesa del congresso nazionale SIDOC che si svolgerà il 17 e il 18 marzo 2023 ad Ancona.

Quali sono le caratteristiche della Società e quali, a suo avviso, le necessità principali?

SIDOC è una sigla gloriosa e dal passato insigne, che tuttavia ha oggi bisogno di innovare e di rinnovarsi guardando alle sue origini e senza perdere di vista il presente. Ha vocazione accademica ed è partecipata da docenti, studenti e da professionisti, in qualità di soci ordinari o attivi. È a mio parere importante la presenza di una rappresentanza di under 30. Comune denominatore è l’interesse per ciò che attiene all’endodonzia e alla conservatrice.

Come si esprime la volontà di guardare al futuro confrontandosi con l’attualità?

Nella pratica, ritengo si debba comunicare di più e meglio con gli associati e attrarne di altri. L’occasione è il congresso nazionale del 17 e 18 marzo 2023, presso la sede Universitaria di Ancona. Tra i relatori: Camillo D’Arcangelo (Past President Sidoc), Fabio Carboncini (già Presidente AIOP), Patrizia Lucchi (esperta Pedodontista), Mauro Fradeani e Roberto Turrini (di Fradeani Education), Filippo Cardinali (Presidente Eletto SIE), Jordi Manauta ed Anna Salat (autori del testo Layers e Layers 2), Nicola Grande (Presidente AIE). Stiamo inoltre pensando di creare uno spazio - la denominazione potrebbe essere Young Arena – in cui quattro under 35 possano presentare relazioni su casi clinici o argomenti d’interesse concordati con il Direttivo. L’obiettivo è dare nuova linfa a SIDOC, per questo credo molto nel dialogo e nella collaborazione con le Società a noi vicine. Siamo attenti alla multidisciplinarità dell’approccio al paziente, che deve essere considerato nella sua totalità e non soltanto in base alle singole problematiche e specialità cliniche.

In che modo si può tradurre questa visione nella pratica di ogni giorno?

Dinanzi al paziente che presenta un problema, il dentista può disporre di range terapeutici diversi dai quali trarre la soluzione ottimale, inquadrandolo in un’ottica di più ampio raggio. Tale è la filosofia che mi guida anche nell’insegnamento. La persona va gestita in base a piani di trattamento mirati e precisi e per farlo si devono capire le sue necessità, ascoltandola con attenzione e dedicandole il tempo che merita. Gli studi ci dicono che il tempo medio di ascolto è di 21 secondi, e che dopo 90 secondi il paziente smetterebbe, da sé, di parlare: basterebbe solo un pizzico di empatia e pazienza in più per identificare il trattamento ideale a seconda delle circostanze. I colleghi del Direttivo condividono questa visione, decisiva in un momento in cui la concorrenza si fa sempre più intensa.

Da un punto di vista tecnologico, quali novità fanno la differenza nel suo lavoro?

Senza dubbio l’innovazione più dirompente è la digitalizzazione, basti pensare ai vantaggi apportati dalla possibilità di prendere le impronte del paziente direttamente su personal computer e video anziché ricorrendo ai tradizionali materiali da impronta. È un’evoluzione che non mancherà di far sentire i suoi benefici ancora più fortemente in avvenire, analogamente ad altre recenti tendenze in Endodonzia e Restaurativa. Al congresso 2023 di Ancona si parlerà dei trend emergenti, anche in pedodonzia, con il supporto di altre associazioni quali SIE (Società italiana di endodonzia) e AIE (Accademia italiana di endodonzia), che si sono rese di buon grado disponibili a intervenire con esponenti di primo piano.

Qual è la più grande ricchezza dei giovani?

Per quanto tutti siamo ormai abituati a utilizzare gli strumenti digitali, è chiaro che i giovani percepiscono le nuove tecnologie come più familiari e, di conseguenza, dimostrano capacità di apprendimento e comprensione superiori e più rapide. Quello che a loro manca è inevitabilmente l’esperienza, che è compito dei docenti trasmettere. Oggi al sesto anno di studi un aspirante odontoiatra trascorre la maggior parte del tempo in reparto e può contare sull’assistenza e la guida di tutor e insegnanti, guadagnandone immensamente e confrontandosi con un ambiente che è a pieno titolo di natura multidisciplinare.

Parlando di neolaureati e formazione, inevitabile è accennare al premio De Fazio

Il premio Professor Pietro De Fazio è innanzitutto un omaggio a un autentico nostro maestro, scomparso alla vigilia dell’attentato alle Torri Gemelle del settembre 2001. Per concorrervi è necessario inviare una tesi di laurea o una ricerca tematica la cui valutazione è affidata a una commissione ad hoc, composta da membri del consiglio direttivo di SIDOC. Ai lavori viene assegnato un riconoscimento, ma sono convinto che gli aspetti emozionali e affettivi abbiano valore e peso ancora maggiori. Odontoiatria conservatrice ed endodonzia sono le tematiche di ricerca centrali e il rigore scientifico-metodologico è fondamentale in sede di giudizio, unito alla capacità espositiva. Il premio Professor De Fazio apre i lavori congressuali, completati da workshop teorico-pratici sponsorizzati da aziende, ma coordinati e seguiti da noi professionisti.

Quali sono le caratteristiche vincenti dei lavori in concorso?

Il mio punto di vista è che si debba dare risalto, qui come altrove, alla valenza clinica degli studi, al loro impatto sulla pratica di ogni giorno, alle tecniche e agli strumenti. Si tratta di privilegiare, in una certa misura, una ricerca di tipo applicato piuttosto che quella di base, nonostante io stesso sia convinto che quest’ultima conservi un valore estremamente prezioso.

Il Congresso Nazionale SIDOC si svolgerà il 17 e 18 marzo 2023 ad Ancona. Si parlerà dei trend emergenti con relatori di spicco del mondo odontoiatrico. E vi sarà anche uno spazio dedicato alle relazioni degli under 35

Simone Grandini
Fiorentino, classe 1970, è professore ordinario presso il dipartimento di Biotecnologie mediche dell’università degli Studi di Siena. Titolare dell’insegnamento di Endodonzia e Odontoiatria conservativa e responsabile del Master di II livello in Endodonzia e Restaurativa, dal 2004 è responsabile del reparto di Odontoiatria Conservativa ed Endodonzia dell’ateneo senese. Nel 2004 ha conseguito il Dottorato internazionale - Ph D in Dental materials and their clinical applications. Dal 2010 presiede a Siena il Corso di laurea in Igiene dentale e dal 2020 è qui responsabile anche del reparto di Odontoiatria Pediatrica e Parodontologia. Socio attivo AIE, SIDOC, IAED, socio accademico SIE, è presidente SIDOC, professore Onorario della Hong Kong University e autore di 300 pubblicazioni in Italia e all’estero, oltre che relatore a più di 1.000 corsi nazionali e internazionali.

Intervista a Simone Grandini, presidente SIDOC: la conservativa è giovane - Ultima modifica: 2023-01-09T16:19:44+00:00 da K4
Intervista a Simone Grandini, presidente SIDOC: la conservativa è giovane - Ultima modifica: 2023-01-09T16:19:44+00:00 da K4

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome