Intelligenza artificiale in medicina: il parere di Anelli

Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli, si è espresso sul tema dell’intelligenza artificiale in medicina. L’argomento verrà affrontato anche nel corso del Convegno che si terrà a Roma il 24 e il 25 novembre, quando verrà dato il via alla revisione del Codice Deontologico.

Il testo attualmente in vigore risale infatti al 2014, e tra gli argomenti che verranno trattati per la prima volta, ci sarà anche l’intelligenza artificiale.

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Nel Regno unito, l’azienda Babylon Health, che fornisce servizi di cure primarie in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale inglese, offre ai suoi assistiti la possibilità di utilizzare un «Symptom Checker Chatbot», ovvero una chat automatizzata che, in base ai sintomi riportati dal paziente, fornisce una valutazione dello stato di salute.

«Non vogliamo che questo strumento diventi un’alternativa al medico – spiega Anelli – come è successo in Inghilterra, dove ai cittadini è stato chiesto di scegliere tra un medico e un computer. Noi pensiamo che gli algoritmi, la capacità che il computer avrà di elaborare una serie di dati, possano essere uno strumento fondamentale per il medico. L’intelligenza artificiale diventerà un ausilio fondamentale per essere sempre più precisi nella diagnosi e per essere più efficaci nella terapia. Ecco, credo che questo sia quello che dobbiamo fare. Il PNRR oggi stima circa 50 milioni di euro per realizzare questo processo di applicazione dell’intelligenza artificiale alla Medicina Generale. Noi non vogliamo una sostituzione del medico, crediamo che il sistema debba aiutare invece il medico a fare ancora meglio la sua attività.»

Tra gli altri argomenti al centro della discussione, ci sarà anche la formazione dei professionisti del medicale.

«Buona parte del board ritiene essenziale che il Codice intervenga ancora di più – dichiara Anelli – in modo che siano dati ai futuri medici gli strumenti per gestire al meglio il rapporto con i cittadini, la comunicazione che, come dice la legge, è parte della cura, è essa stessa cura. I medici di domani devono imparare a dedicare tempo al paziente, ad ascoltarlo, a rivalutare la singolarità dell’individuo utilizzando la complessità degli strumenti a disposizione per giungere a una diagnosi e per definire una terapia. Tra questi, ci sarà sicuramente l’intelligenza artificiale.»

 

Intelligenza artificiale in medicina: il parere di Anelli - Ultima modifica: 2022-09-26T05:41:37+00:00 da redazione
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