In tanti anni e centinaia di articoli sulla Srl odontoiatrica abbiamo colpevolmente trascurato di chiarire un punto importante: cosa vuol dire impresa? Cosa vuol dire impresa odontoiatrica? Cosa vuol dire impresa odontoiatrica in Italia? Facciamo dunque ordine e partiamo dall’inizio, spiegando bene cosa si intende per impresa e rapportando questo concetto ad altri, come ad esempio aggregazione, società, azienda, eccetera. Ognuno di questi termini ha un significato preciso e diverso dagli altri; a volte sono compatibili tra loro, altre no. Le varie combinazioni possibili costituiscono insiemi più o meno grandi di attività economiche omogenee di cui sarebbe bene conoscere le caratteristiche per poter cogliere vantaggi e opportunità secondo le proprie inclinazioni e le variabili di contesto.
Definizione di Impresa Odontoiatrica
Per poter parlare di impresa odontoiatrica dobbiamo prima definire cos’è una impresa. È curioso sapere che il legislatore non ha mai dato una definizione diretta di Impresa nel Codice civile, ma che essa si ricava indirettamente dalla definizione che è stata data dell’imprenditore. Per la dottrina, dunque, l’impresa è semplicemente il frutto dell’attività che deriva dall’imprenditore.
L’art. 2082 C.C. stabilisce che è imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
Un’impresa può essere poi svolta in forma societaria, nella quale i soci sono essi stessi imprenditori, ma non deve essere necessariamente svolta in forma societaria. Tanto è vero che la forma più elementare e diffusa di impresa è la cosiddetta Impresa individuale con la sua formulazione accessoria di Impresa familiare: non è indispensabile costituire una società per realizzare formalmente una impresa e coglierne i benefici.
Poiché la maggior parte dei vantaggi fiscali e finanziari allo studio dentistico li porta la sua eventuale dimensione di impresa, è importante sapere che se quel tipo di vantaggio (tra i tanti disponibili) è l’unico che stiamo ricercando, allora non è necessario costituirsi in società per averlo. Al contrario, se vogliamo unire i vantaggi fiscali e finanziari a quelli patrimoniali, medico legali, successori, commerciali, eccetera, allora potremo realizzare una impresa in forma societaria. Il beneficio che andremo a cogliere, in quest’ultimo caso, sarà tanto maggiore quanto più ci spostiamo dalle società di persone verso le società di capitale, come vedremo meglio in seguito.
L’odontoiatria d’impresa è la trasposizione dell’attività professionale all’interno di un mercato ipercompetitivo, dove gli strumenti organizzativi e gestionali sono prevalenti rispetto al semplice impiego dell’opera intellettuale. Vale la pena sottolineare che mai, in nessun passaggio normativo o giurisprudenziale, di qualunque rango esso sia, è stata esclusa l’odontoiatria (codice Ateco 86.23.00) dalle possibili attività d’impresa, sia essa individuale o societaria.
Lo studio professionale è una impresa odontoiatrica?
È singolare sapere che in ambito comunitario uno studio professionale (non solo quello del dentista) è considerato ipso facto una impresa, senza la necessità di ricorrere a un’altra formula giuridica per vedersi riconosciuti i relativi diritti. Questo significa che per l’Unione Europea ogni beneficio che si applichi alle imprese si applica automaticamente anche agli studi professionali.
Il regolamento dell’Unione lascia poi che ciascuno degli Stati Membri decida autonomamente se accettare l’equazione professionista = impresa oppure no.
Purtroppo per noi, il nostro Paese ha stabilito diversamente, salvo casi eccezionali ed esplicitamente indicati dal legislatore (di recente è stato il caso del Bonus Covid, in precedenza è stato il caso del Fondo di Garanzia).
In questo senso i colleghi francesi o tedeschi, per fare degli esempi, hanno un vantaggio competitivo non indifferente rispetto a quelli italiani, se pensiamo a variabili come:
- accesso al credito;
- riduzione delle imposte;
- incentivi per lo sviluppo;
- finanza agevolata, eccetera.
È proprio in conseguenza di questa visione distopica e penalizzante del professionista nostrano che i dentisti (professionisti imprenditori più di tutti gli altri) hanno trovato rifugio in forma giuridiche che li tutelassero maggiormente e che, senza inutili ipocrisie, ne riconoscessero lo status di impresa odontoiatrica. Clamoroso in questo senso è stato il fenomeno della Srl Odontoiatrica cui ci siamo tanto dedicati.
Proprio il fatto che i dentisti ricorrevano in massa all’istituto della società a responsabilità limitata per vedersi riconoscere come impresa ha alimentato a lungo l’equivoco che vi fosse una equivalenza perfetta tra società odontoiatrica e impresa odontoiatrica. Costoro hanno così sommato i vantaggi derivanti dall’odontoiatria d’impresa con quelli derivanti dalla aggregazione professionale e dall’assetto societario. Questo punto merita di essere approfondito: aggregazione, impresa e società non sono affatto sinonimi ed è bene conoscerne le differenze e i rispettivi portati.
Il concetto di aggregazione
Uno dei primi punti da chiarire è il concetto generale di aggregazione. Non dobbiamo fare ricorso al Codice Civile per capire cosa significhi aggregazione. Aggregare significa unire, associare, ammettere a far parte di un gruppo: riguarda le persone, ma anche il complesso delle cose che vengono aggregate o che si aggregano. In estrema sintesi, l’aggregazione comporta il risultato di far uscire il dentista da uno stato di isolamento cronico. In questo senso l’aggregazione tra dentisti è diventata quasi una necessità e spesso l’aggregazione è lo scopo principale per cui si costituisce una impresa odontoiatrica partendo da uno studio tradizionale. L’aggregazione, infatti, consente di:
- condividere i costi;
- ottimizzare l’impiego di risorse comuni;
- avviare politiche di mutua assistenza e protezione;
- ripartire carichi di lavoro e responsabilità;
- avviare profili di carriera all’interno dello studio;
- arricchirsi reciprocamente sul piano umano e professionale e sostenersi moralmente;
- aumentare la forza contrattuale nei confronti dei terzi.
Il vantaggio competitivo di coloro che operano come dentisti aggregati è decisamente superiore se li confrontiamo ai dentisti che operano singolarmente in uno studio monocratico tradizionale. Ma, di contro, il vantaggio competitivo è inferiore rispetto a quei soggetti che, oltre ad essere aggregati, hanno anche una dimensione di impresa odontoiatrica vera e propria. Il punto che qui ci interessa è proprio questo: dobbiamo sapere che il fenomeno dell’aggregazione professionale può essere realizzato in molti modi diversi e solo alcuni di essi sono effettivamente imprese, altri sono società, altri sono sia società che imprese. Vediamo alcuni esempi:
- lo studio associato è una aggregazione professionale, ha soggettività giuridica ma non è una impresa odontoiatrica e non è neppure una società;
- il condominio professionale è una aggregazione, non è una società e non ha soggettività giuridica quindi si limita alla condivisione di costi fissi;
- l’impresa odontoiatrica individuale è una impresa per definizione, ha soggettività giuridica, ma non è una società;
- la sas odontoiatrica è una impresa, è una società, è una forma di aggregazione ma non ha personalità giuridica come le società di capitale;
- la srl odontoiatrica ha tutto quello che serve, compreso il fatto che l’aggregazione non è obbligatoria se non la si desidera.
Impresa odontoiatrica e società
Le società, dal canto loro, sono quasi sempre imprese, ma non sono sempre aggregazioni. Ad esempio:
- una società in accomandita semplice (Sas) darà certamente luogo a una aggregazione di più persone fisiche;
- una Srl Odontoiatrica può optare per l’aggregazione (Srl pluripersonale) oppure no (Srl unipersonale).
Nel caso delle società di capitale, dunque, non abbiamo necessariamente aggregazione e non possiamo dire che la società, sic et simpliciter, assolva allo scopo di togliere il dentista dall’isolamento professionale nel quale si trova ad operare in condizioni standard.
Ancora una volta: aggregazione, società e impresa non sono la stessa cosa.
Nel diritto e nella ragioneria le società sono una particolare forma giuridica di svolgimento, da parte di un soggetto, di un’attività economica. In ambito odontoiatrico le società sono ammesse fin dai tempi dell’approvazione del TULS, in epoca fascista. Una società può essere costituita da un unico soggetto (società unipersonale) o da più soggetti detti soci (persone fisiche e/o giuridiche) riunite in un’impresa collettiva. Quindi possiamo dire che una società odontoiatrica è sempre una impresa odontoiatrica? No. Possiamo dire che una impresa odontoiatrica è sempre una società? Di nuovo: no.
Come già nel caso dell’aggregazione, il perimetro dell’impresa e quello della società non sono perfettamente sovrapponibili. Facciamo due esempi: una società scientifica è a tutti gli effetti una società, ma non è una impresa; una impresa individuale è una impresa, ma non è una società. Che cosa rende inequivocabilmente impresa una società (oltre al proprio oggetto sociale)? Certamente il fatto che sia iscritta al Registro delle Imprese. Il Registro delle Imprese è il corrispettivo dell’Ordine Professionale per i dentisti.
Facciamo un parallelo con il nostro mondo: un professionista può essere del tutto identico a un altro (per formazione, competenze e titolo di studio) ma non si qualifica come dentista se non è iscritto all’Albo e senza questa iscrizione non può operare nel mercato come dentista. Allo stesso modo una società può essere del tutto simile a un’altra, ma si qualifica come impresa solo se e quando è iscritta al Registro delle Imprese. In questo caso, se la società è una aggregazione godrà sia dei vantaggi dell’aggregazione sia di quelli dell’impresa, al contrario godrà solo dei secondi, che riassumiamo brevemente per punti:
- regime fiscale e qualificazione del reddito;
- imposizione fiscale e contributiva ridotta;
- finanza agevolata e accesso al credito;
- tutela patrimoniale e successoria.
Non tutte le società godono di questi vantaggi nella stessa misura, ma avremo modo di parlarne più avanti. Per ora è importante capire che Impresa odontoiatrica e Società non sono affatto sinonimi: non tutte le società sono imprese e non tutte le imprese sono società.
L’azienda nell’impresa odontoiatrica
Ora dobbiamo chiarire il concetto di azienda, perché è uno di quelli su cui le idee si confondono nel sentire comune. Il concetto di azienda è diverso rispetto a quelli di società, impresa, aggregazione. Si mescola a essi in modo variabile contribuendo alla formazione di un corposo insieme di associazioni e formule diverse. L’art. 2555 del c.c. stabilisce che l’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. Quindi l’azienda non è la società, non è l’impresa e non è necessariamente legata al concetto di aggregazione. Potremmo dire che l’azienda è l’insieme degli asset materiali e immateriali dell’attività produttiva, indipendentemente dal fatto che questa si qualifichi come impresa o si costituisca in società. L’azienda coincide con i mezzi di produzione (materiali e immateriali), es: immobili, sedi, attrezzature, impianti, personale, metodi, procedure, fondi.
Per orientamento costante della giurisprudenza un complesso aziendale viene riconosciuto a qualsiasi attività economica, compreso lo studio professionale. Anche quest’ultimo, infatti, al pari delle imprese vere e proprie e, in particolare, delle società, vede riconosciuto il diritto di cedere il proprio asset aziendale dietro il pagamento di un corrispettivo economico. Il caso di studi professionali che vendono pazienti (ad altri studi professionali o a imprese) non è solo accettato, ma addirittura preteso dall’Agenzia delle Entrate, pena la contestazione di elusione fiscale. Allo stesso modo, la cessione dell’avviamento può essere legittimamente considerata come cessione di ramo d’azienda (con tanto di assoggettamento all’imposta di registro in luogo dell’Iva).
Quadro riassuntivo delle forme di odontoiatria d’impresa
Se volessimo provare a tirare le somme provvisorie su quanto abbiamo detto, potremmo estrapolare i seguenti punti:
- l’odontoiatria può essere svolta in forma di impresa oppure no: dipende dal fatto che l’attività sia iscritta al registro delle imprese;
- l’odontoiatria d’impresa può essere svolta per il tramite di un veicolo societario oppure no: nel primo caso si ricorre all’impresa individuale, nel secondo alle società di persone, alle società di capitale o alle cooperative;
- l’aggregazione è impossibile nell’impresa individuale, obbligatoria nelle società di persone e nelle cooperative, facoltativa nelle società di capitale (Srl odontoiatrica);
- l’azienda è giuridicamente riconosciuta solo alle imprese, ma di fatto invocata e pretesa anche negli studi professionali in un festival degli equivoci tipicamente italiano.
Non possiamo certo dire che manchino gli strumenti per modulare la professione in forma di impresa odontoiatrica; forse quello che manca è un minimo di conoscenza del fenomeno e, soprattutto, di uniformità di applicazione delle regole. Nella Tabella in alto si riporta un quadro sinottico delle varie forme di impresa/società/aggregazione possibili in ambito odontoiatrico. Se si pensa che l’estrema variabilità appena descritta è ulteriormente complicata da norme regionali autonome sui requisiti autorizzativi, atteggiamenti ostili all’impresa da parte delle istituzioni ordinistiche, applicazione arbitraria dei regolamenti da parte delle camere di commercio provinciali, normativa fiscale in continuo mutamento e in contraddizione con sé stessa, il panorama rischia di diventare scoraggiante anche per un dentista animato dalle migliori intenzioni.
Rimane ancora una variabile importante da prendere in considerazione: si tratta dell’autonomia patrimoniale. Lo faremo passando in rassegna le principali forme di impresa odontoiatrica oggi disponibili.
Il concetto di autonomia patrimoniale
Per capire il senso dell’autonomia patrimoniale e, soprattutto, la sua importanza nelle scelte di un odontoiatra, dobbiamo necessariamente introdurre la nozione di soggettività giuridica e di personalità giuridica. Il dizionario Treccani a proposito di soggetto giuridico si esprime come segue: Si intende per soggetto di diritto il portatore di interessi giuridicamente tutelati. La categoria, assai ampia, comprende innanzitutto le persone, fisiche e giuridiche (Persona fisica e persona giuridica), ma anche altri soggetti, quali il concepito (art. 1 l. n. 40/2004) o gli enti privi di personalità giuridica (per esempio, le associazioni non riconosciute). Per quanto di nostro interesse, ne consegue che sono dotati di soggettività giuridica tanto i dentisti professionisti quanto gli studi associati, le società in genere e tutte le altre forme d’impresa odontoiatrica. In quanto soggetti giuridici tutti questi sono portatori di interessi giuridicamente tutelati.
È interessante notare come uno studio dentistico tradizionale non appartenga a nessuna di queste categorie e di fatto (pur essendo nella sostanza una impresa economica) non è portatore di interessi tutelati dalla legge. Lo studio professionale tradizionale è incarnato nel professionista che lo possiede e si identifica con la sua persona.
In estrema sintesi l’attività non è cosa terza rispetto al professionista ma con questi coincidente. Questo punto è importantissimo se si vuole capire perché uno studio dentistico tradizionale sia svantaggiato nella competizione con tutte le altre forme di aggregazione/associazione/impresa. È come competere con un trattore in una gara di Formula 1.
Diverso è il significato di personalità giuridica che il Brocardi definisce in questo modo:
La personalità giuridica, per un Ente/persona giuridica, rappresenta l’attitudine a essere titolare di situazioni giuridiche attive e passive e a godere di una autonomia patrimoniale perfetta per le obbligazioni eventualmente contratte.
Ecco che arriviamo al punto interessante e che segna una differenza grossolana tra alcuni tipi di impresa odontoiatrica e altri, o meglio, tra alcune forme di odontoiatria d’impresa e altre: l’autonomia patrimoniale perfetta. Sempre nel Brocardi, l’autonomia patrimoniale perfetta viene descritta come il fenomeno per cui tra il patrimonio di un ente e quello dei suoi membri vi sia separazione assoluta. Pertanto, dei debiti contratti dall’ente non rispondono i membri con il loro patrimonio personale, e viceversa. Tale fenomeno non si verifica in tutti i tipi di persone giuridiche, ma solo nelle società di capitali.
Dunque, nelle varie forme di impresa che possiamo costituire come odontoiatri ce n’è una sola che garantisce soggettività giuridica e personalità giuridica nello stesso tempo: la società di capitale, come per esempio la Srl Odontoiatrica. In questo caso, oltre a tutti i vantaggi derivanti dall’aggregazione o dalla società unipersonale, e quelli derivanti dal veicolo societario, sia aggiungono anche quelli derivanti dall’autonomia patrimoniale perfetta che tiene indenne il socio dalle obbligazioni contratte dalla propria società.
Le ricadute in termini di tutela patrimoniale, passaggio generazionale, tutela successoria, riduzione del rischio (medico legale, amministrativo, fiscale, civile, eccetera) sono immense e a disposizione di chi, semplicemente, vuole coglierle.
Svolgere la professione in forma di impresa odontoiatrica oppure no comporta una grande differenza in termini economici, finanziari, fiscali e organizzativi. I dentisti però fanno tuttora molta confusione su cosa sia impresa e cosa non lo sia, confondendo l’impresa con la società, con l’azienda, con la ditta. E poi ancora la partita Iva con lo studio professionale, gli studi associati con le stp. In questo equivoco continuo, peraltro, sono spesso accompagnati dai loro consulenti fiscali, che hanno poca dimestichezza con l’impresa professionale. L’intento di questo articolo è proprio quello di fare chiarezza, riaprendo porte e opportunità che molti colleghi hanno anzitempo chiuso
Gabriele Vassura
Medico Chirurgo, Odontoiatra, imprenditore, blogger e formatore Dental Manager