È il titolo di un libro, ma anche il consiglio, rivolto ai cittadini oltre che agli odontoiatri, di Domenico Viscuso, medico, odontoiatra e psicoterapeuta, responsabile del Centro dei disturbi del sonno presso la Clinica Odontoiatrica dell’Università di Cagliari, nonché autore del volume Il sonno, dormire bene per vivere meglio - I disturbi più diffusi correlati all’odontoiatria, edito da Tecniche Nuove.
Dottor Viscuso, perché un libro sul sonno?
Perché il sonno rappresenta una parte importante, anzi fondamentale, della nostra vita. Passiamo circa un terzo del nostro tempo a dormire e il sonno non è, come si pensa comunemente, una mancanza di veglia, un riposo psicofisico, ma è un processo attivo. Ippocrate sosteneva che “sia il sonno che l’insonnia, oltre la giusta misura, sono malattie”. Di fatto è importante non solo dormire il giusto tempo, ma anche dormire bene. Avere sonno fisiologico è la base per mantenere la salute generale e richiede una buona gestione dello stile di vita, dell’alimentazione, dell’attività lavorativa e degli aspetti psicosociali. Se intervengono dei disturbi del sonno bisogna rivolgersi alla medicina. La maggior parte delle branche della medicina sono coinvolte nel trattamento di questi disturbi. Quelle più specifiche sono la medicina del sonno e la medicina odontoiatrica del sonno. Fra tutti i disturbi quelli più diffusi sono rappresentati dal continuum patologico che va dal russamento alle apnee ostruttive del sonno. Anche i disturbi del movimento, quali la sindrome delle gambe senza riposo e il bruxismo, sono molto diffusi. A questi disturbi spesso si associa l’insonnia.
In questo ambito, cosa può e dovrebbe fare l’odontoiatra?
Dovrebbe innanzitutto inserire nell’anamnesi due semplici domande, cioè chiedere al paziente se russa o se ha sonnolenza diurna. La sonnolenza diurna è segno che il paziente ha dormito male. Il russamento, invece, è segno che il paziente potrebbe essere un soggetto apnoico, perché si sa che il russatore abituale, cioè quello che russa per sei mesi almeno tre volte alla settimana, quasi sicuramente è un apnoico e dunque potenzialmente affetto da OSAS.
Per essere d’aiuto nella diagnosi e nella cura di questa malattia, l’odontoiatra dovrebbe essere preparato, competente, ma anche ben predisposto alla relazione interpersonale.
Purtroppo, invece, non tutti i medici riescono a creare un feeling con il paziente, perché sono più orientati verso l’aspetto tecnico che non a quello psicologico. E invece dovrebbero curare maggiormente la relazione medico-paziente che, oltretutto, in caso di errore nella pratica odontoiatrica ordinaria, preserva il professionista anche dal rischio di contenzioso.
Infine, per diventare un modello di salute verso cui tendere, l’odontoiatra dovrebbe prendersi maggiormente cura di sé, per non rischiare di cadere lui stesso nella patologia che invece dovrebbe concorrere a curare con gli altri specialisti preposti alla medicina del sonno.
Non abbiamo dati precisi, ma secondo me l’OSAS è molto diffusa nella classe odontoiatrica, quasi certamente più che in altre, perché l’odontoiatra svolge un lavoro stressante e sedentario, di conseguenza non tutti gli odontoiatri hanno tempo per fare attività fisica e movimento. E questi due aspetti, stress e vita sedentaria, avendo una prevalenza nella popolazione degli odontoiatri più alta rispetto alla popolazione generale, espongono gli odontoiatri a maggiori rischi che dovrebbero cercare di rimuovere.
Io, per esempio, ormai da tempo, mi reco al lavoro a piedi: in questo modo contrasto la sedentarietà, scarico lo stress quotidiano e dormo anche meglio.