Una recente ricerca condotta presso l’Università di Zurigo, in collaborazione con centri accademici europei di parodontologia e implantologia, ha analizzato l’efficacia dei diversi dispositivi di igiene interprossimale nel mantenimento dei restauri su impianti. Lo studio ha mirato a comprendere se l’uso di strumenti come filo interdentale, scovolini o irrigatori orali potesse migliorare la salute perimplantare rispetto alla sola spazzolatura meccanica. Il tema è cruciale per la pratica quotidiana, poiché la mucosite perimplantare rappresenta una delle complicanze più frequenti nei pazienti portatori di impianti.
Gli strumenti di pulizia non sono tutti uguali
Da questa revisione sistematica emerge che l’aggiunta di un dispositivo per l'igiene interprossimale può contribuire al controllo dell’infiammazione, ma l’efficacia varia in base al tipo di strumento. Gli scovolini interdentali e gli irrigatori orali sembrano offrire risultati più costanti nella riduzione del sanguinamento al sondaggio e nell’abbattimento della placca rispetto al filo dentale tradizionale. Quest'ultimo, infatti, spesso risulta difficile da utilizzare in presenza di ponti o connessioni implantari. Nonostante ciò, le differenze riscontrate non sempre raggiungono la significatività statistica, a causa dell’eterogeneità dei protocolli e dei tempi di osservazione dei diversi studi.
L’importanza dell’educazione personalizzata
Uno dei punti centrali che lo studio mette in evidenza è la necessità di una personalizzazione dell’igiene domiciliare. La scelta del dispositivo deve basarsi sulla morfologia dei restauri, sulla manualità del paziente e sul rischio di mucosite o perimplantite. Il ruolo dell’igienista dentale e dell’odontoiatra è quindi quello di valutare ogni singolo caso, mostrare le tecniche corrette e monitorare la compliance nel tempo. L’educazione del paziente resta il fattore determinante per il successo della manutenzione implantare a lungo termine.
Evidenze e limiti attuali
L’uso combinato di spazzolatura e strumenti interprossimali sembrerebbe offrire le migliori garanzie. Tuttavia, secondo i ricercatori mancano ancora evidenze robuste per formulare linee guida definitive. Sono necessari studi clinici controllati con campioni più ampi e follow-up prolungati. Solo così si potrà chiarire il reale impatto di ciascun dispositivo sull’infiammazione perimplantare e sui biomarcatori associati. Tuttavia, nella pratica quotidiana, l’invito è chiaro. Perché promuovere una detersione interprossimale costante, adattata al tipo di restauro è una scelta prudente e vantaggiosa per la salute dei tessuti perimplantari.
La raccomandazione
Secondo questo studio, dunque, pubblicato sull’International Journal of Implant Dentistry, la cura interprossimale rappresenta un tassello essenziale nel mantenimento a lungo termine degli impianti dentali. Anche in assenza di risultati statisticamente definitivi, infatti, l’integrazione di scovolini o irrigatori nel protocollo domiciliare offre un beneficio clinico tangibile e contribuisce a preservare la salute perimplantare. In altre parole, insegnare al paziente come pulire “tra gli impianti” è importante, tanto quanto inserire correttamente l’impianto stesso.



