Gli impianti dentali continuano a ispirare la ricerca. Questa volta è quella italiana a primeggiare, grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori di diversi atenei che ha esaminato la risposta biologica di impianti dentali con una struttura porosa, stampati in 3D. Lo studio mirava a comprendere la risposta cellulare a questa nuova tecnologia. Journal of Dentistry ne ha pubblicato i risultati che sono di grande interesse per il mondo dell'implantologia.

Come s'è svolto lo studio

Per prima cosa, i ricercatori hanno analizzato la superficie degli impianti stampati in 3D per identificare le caratteristiche micro e macroscopiche. Successivamente, hanno valutato la reazione di cellule specifiche come gli osteoblasti, i fibroblasti gengivali, le cellule staminali mesenchimali e i monociti a questa superficie. Utilizzando la tecnica di fusione laser selettiva e l'incisione con acido organico, hanno creato un gruppo di impianti da confrontare con un altro gruppo con superficie lavorata. Tramite diversi test, hanno esaminato le proprietà biologiche coinvolte. Concentrandosi, oltre che sulla proliferazione cellulare, sull'osservazione delle strutture cellulari, sull'analisi dei geni, sulla valutazione della mineralizzazione e sulla quantificazione del collagene.

Cos'hanno rilevato i ricercatori

Gli impianti con superficie porosa hanno una struttura interconnessa e irregolare che, secondo i ricercatori, favorisce l'adesione e la crescita delle cellule osteoblastiche. Inoltre, è stato osservato un aumento significativo dei marcatori di integrazione ossea e una leggera elevazione nella produzione di collagene. Le cellule staminali mesenchimali hanno dimostrato un maggiore impegno verso l'endotelio e l'osteogenesi, mentre i monociti hanno mostrato un comportamento più orientato verso un fenotipo macrofagico anti-infiammatorio.

Uno studio che apre a nuovi sviluppi

Dall'analisi complessiva dei dati emerge che nella superficie degli impianti stampati in 3D, rispetto a quelli lavorati,  vi è una migliore interazione delle cellule. Questi risultati sono rilevanti per l'applicazione clinica futura di questi dispositivi medici, poiché suggeriscono che la soluzione allo studio offre una risposta biologica più favorevole alla guarigione del sito ed è  dunque da preferire rispetto ad altre soluzioni.

I ricercatori coinvolti nello studio

Sono Giovanna Iezzi (a), Barbara Zavan (b), Morena Petrini (a), Letizia Ferroni (c), Tania Vanessa Pierfelice (a), Ugo D'Amora (d), Alfredo Ronca (d), Emira D'Amico (a) e Carlo Mangano (e).

a Dipartimento di Scienze Mediche, Odontoiatriche e Biotecnologiche, Università "G. d'Annunzio" Chieti-Pescara;

b Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università di Ferrara;

c Ospedale Maria Cecilia, GVM Care & Research, Cotignola, Ravenna;

d Istituto di Polimeri, Compositi e Biomateriali, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IPCB-CNR), Napoli;

e Studio Privato, Gravedona, CO, Italia.

Gli impianti con superficie porosa, stampati in 3D, rispondono bene - Ultima modifica: 2023-12-21T09:50:07+00:00 da Pierluigi Altea
Gli impianti con superficie porosa, stampati in 3D, rispondono bene - Ultima modifica: 2023-12-21T09:50:07+00:00 da Pierluigi Altea