Eruzione passiva alterata: inquadramento e diagnosi

DM_il dentista moderno_eruzione passiva alterata diagnosi e inquadramento

L’eccessiva esposizione gengivale, altrimenti nota come “gummy smile” rappresenta una conformazione del sorriso caratterizzata da un eccesso della cosiddetta estetica rosa a svantaggio di quella bianca, il che può comportare un discomfort per il paziente, soprattutto sul piano psicologico. Le cause di questo quadro clinico, che può essere diffuso o localizzato, possono essere molteplici: si faccia riferimento alle numerose anomalie anatomiche possibili a livello muscolo-cutaneo/mucoso od ortodontico. La causa più comune è tuttavia rappresentata dalla cosiddetta eruzione passiva alterata, ovvero un quadro di mancato completamento del processo di retrazione e rimodellamento dei tessuti periodontali che fisiologicamente segue l’eruzione di un dente. Nello studio di Volchansky (1974) la condizione – l’Autore impiega la dicitura alternativa “delayed passive eruption” – interessa il 12% della coorte (un migliaio di soggetti adulti dell’età media di 24 anni). Una definizione meno semplicistica è quella di Goldman e Cohen (1968): si tratta di un quadro in cui, nell’adulto, il margine gengivale si colloca incisale alla convessità cervicale della corona e staccato dalla giunzione smalto-cemento.

Il difetto è stato classificato da Coslet (1977) in due tipologie principali (1 e 2, ciascuna ulteriormente divisa in 2 sottotipi A e B) sulla base della posizione della linea muco-gengivale rispetto al margine crestale osseo. I tipi 1 e 2 sono entrambi ulteriormente divisi in sottotipi A e B, questa volta sulla base della posizione tra lo stesso margine crestale rispetto alla giunzione amelo-cementizia. Nel tipo 1, data la fisiologica posizione apicale delle linea muco-gengivale è presente una normale banda di gengiva cheratinizzata, i cui valori sono reputati accettabili in un intervallo di 3.0–4.2 mm in arcata superiore e di 2.5–2.6 mm in arcata inferiore. Nel sottotipo 1A si osserva un’ampiezza biologica nella norma. Al contrario, nel sottotipo 1B la cresta ossea si approssima alla giunzione smalto-cemento, riducendo l’ampiezza biologica. Nel tipo 2 la linea muco-gengivale giace allo stesso livello della linea smalto-cemento, se non coronale ad essa. La sottotipizzazione dipende, analogamente a quanto detto per il tipo 1, dalla posizione del margine crestale osseo, da cui dipende la conservazione dell’ampiezza biologica di inserzione delle fibre connettivali.

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Il corretto inquadramento della condizione costituisce un prerequisito fondamentale in vista di qualsiasi approccio terapeutico, il quale deve tenere poi contro del compenso del paziente, dentale ed estetico in particolare, e delle sue reali aspettative. La seconda parte dell’articolo fornisce dunque un orientamento operativo al clinico e si basa su due lavori scientifici pubblicati nel corso di questo stesso 2018 a cure di autorevoli firme.

Riferimenti bibliografici

Volchansky A, Cleaton‐Jones PE. Delayed passive eruption. A predisposing factor to Vincent’s infection? J Dent Assoc S Afr 1974: 29: 291–294.

Goldman HM, Cohen DW. Periodontal therapy. ST Louis, MO: C.V. Mosby Company, 1968.

Eruzione passiva alterata: inquadramento e diagnosi - Ultima modifica: 2018-06-07T07:01:41+00:00 da redazione

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