I restauri anteriori in resina composita rappresentano un’importante sfida in odontoiatria restaurativa. Il restauro deve presentare caratteristiche morfologiche e cromatiche del tutto simili a quelle originarie al fine di raggiungere un’ottima armonia estetica con gli elementi dentali adiacenti. L’alta valenza estetica del gruppo frontale rende necessario abbracciare un metodo razionale, basato su principi scientifici in grado di semplificare tale procedura e di ottenere risultati predicibili. Vediamo quindi quali sono gli elementi da tenere in considerazione per il successo del restauro anteriore in composito.

Le caratteristiche cromatiche e anatomiche dentali

Il successo del restauro estetico origina da una buona conoscenza delle caratteristiche anatomiche e cromatiche del gruppo frontale. Tra i dati anatomici si citano la lunghezza e larghezza della corona clinica, la posizione del margine incisale, il contatto prossimale e la geometria dentale. È importante sapere dove rilevare le caratteristiche cromatiche di smalto e dentina e conoscere il loro comportamento fisico nei confronti della luce. Riprodurre le medesime caratteristiche di micro e macro tessitura sulla superficie vestibolare permette di ottenere una percezione cromatica fedele a quella originaria.

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Sono sufficienti i soli dati rilevati sul dente per la scelta della resina composita da utilizzare? Quali caratteristiche della resina composita è necessario conoscere al fine di ottenere una ricostruzione il più affine possibile a quella originale?

Le proprietà di fisica ottica delle resine composite

Le resine composite che simulano la sostanza smaltea e la dentina hanno caratteristiche cromatiche differenti.

Bisogna sapere che lo spessore di resina composita impiegata influenza in maniera importante le caratteristiche cromatiche della resina composita stessa in uno spessore standard definito (ex 2.0 mm)

Una resina composita di un certo “colore” può modificare sostanzialmente la sua opacità e il suo valore al variare dello spessore.

La variabilità cromatica legata allo spessore della resina composita rende vane le numerose “ricette” proposte per ottenere restauri estetici frontali in composito riproducibili nelle mani di ogni operatore.

Esaminati questi dati come si procede alla scelta delle resine composite che meglio si sposano con le caratteristiche cromatiche rilevate? Esiste un metodo non empirico, riproducibile nella pratica clinica per eseguire questo match? I campioncini tester in composito personalizzati rappresentano una valida alternativa? Come si utilizzano?

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Elementi per il successo del restauro estetico anteriore in composito - Ultima modifica: 2021-11-09T10:50:04+00:00 da Redazione
Elementi per il successo del restauro estetico anteriore in composito - Ultima modifica: 2021-11-09T10:50:04+00:00 da Redazione

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