Il dolore dentale acuto in età pediatrica rappresenta una sfida clinica quotidiana per il dentista, sia per la sua alta prevalenza sia per le implicazioni emotive sul piccolo paziente e sui genitori. Un recente studio dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara ha esaminato la gestione farmacologica della pulpite nei bambini. Gli autori, attraverso una revisione sistematica della letteratura, hanno selezionato 17 studi pubblicati tra il 2012 e il 2022. Focalizzandosi su farmaci analgesici, uso degli antibiotici e impatto della prevenzione. Lo studio fornisce indicazioni utili per un approccio clinico aggiornato, integrando evidenze farmacologiche con considerazioni di sanità pubblica.
FANS e paracetamolo: efficacia, dosaggi e sinergie
Secondo i dati raccolti, ibuprofene e paracetamolo restano i cardini della terapia del dolore odontoiatrico nei bambini. L’ibuprofene si conferma più efficace per il dolore infiammatorio grazie all’azione antiprostaglandinica, mentre il paracetamolo agisce a livello centrale. La combinazione a dose fissa dei due farmaci (ibuprofene/paracetamolo in rapporto 3,6 mg/kg: 12 mg/kg) è emersa come opzione interessante, soprattutto per ridurre la dose di FANS e i suoi effetti collaterali gastrointestinali. Tuttavia, la revisione sottolinea che servono ulteriori studi per validarne l’uso sistematico in odontoiatria pediatrica. I dosaggi raccomandati seguono le linee guida ministeriali: ibuprofene 10 mg/kg ogni 6-8 ore (max 40 mg/kg/die), paracetamolo 10-15 mg/kg ogni 4-6 ore (max variabile in base al peso).
Antibiotici e oppioidi: quando evitarli, quando servono
L’uso di antibiotici in caso di dolore senza segni di infezione sistemica è fortemente sconsigliato. Secondo i dati emersi, invece, il 35% dei dentisti italiani continua a prescriverli in presenza di pulpiti, senza indicazione clinica. I ricercatori insistono su un uso razionale, riservato solo ai casi con complicanze locali (celluliti, febbre, linfoadenopatia) o sistemiche. Inoltre, lo studio evidenzia come gli oppioidi siano del tutto inappropriati in età pediatrica, in particolare sotto i 12 anni, per via degli alti rischi neurologici. L’invito degli autori è di rafforzare i programmi di Antibiotic Stewardship, anche nei contesti extraospedalieri, per arginare le prescrizioni inappropriate. Amoxicillina/acido clavulanico resta il farmaco di prima scelta in caso di necessità terapeutica.
Dolore e prevenzione: un legame ancora sottovalutato
Il messaggio conclusivo della ricerca, pubblicata sull’EJPD, è chiaro: la prevenzione resta l’arma più efficace contro il dolore dentale nei bambini. Carie non trattate, igiene orale inadeguata, traumi e scarsa educazione sanitaria sono alla base della maggior parte dei casi di pulpite. L’approccio deve partire già nei primi anni di vita. Con visite precoci, utilizzo di strumenti di valutazione del dolore adeguati all’età (come la scala FLACC) e formazione mirata ai genitori. Un dolore mal gestito nei primi anni può generare “memoria del dolore” e predisporre a risposte alterate negli anni successivi. In quest’ottica, l’integrazione tra odontoiatra pediatrico, pediatra e farmacista può fare la differenza, sia nella gestione del singolo caso, sia nella salute pubblica.



