Un recente studio, condotto in Cina, ha analizzato in modo approfondito le modificazioni condilari in pazienti affetti da disfunzione temporomandibolare (TMD), con particolare attenzione a coloro che presentano una preferenza di lato masticatorio (chewing side preference – CSP). L’obiettivo era valutare, tramite tomografia computerizzata cone beam (CBCT), gli effetti a lungo termine dell’uso di un bite di stabilizzazione sulle strutture condilari.

Un campione clinicamente significativo

La ricerca ha coinvolto 64 pazienti adulti affetti da TMD. Di questi, 32 presentavano anche una preferenza masticatoria marcata, mentre gli altri 32 ne erano privi. Tutti i soggetti sono stati trattati con bite di stabilizzazione per un periodo medio di 9,5 mesi. L’analisi CBCT ha permesso di valutare le modifiche sia quantitative (spazi articolari, posizione e forma del condilo) che qualitative (volume, area superficiale e densità minerale ossea).

La coesistenza TMD-CSP peggiora il quadro clinico

I risultati hanno evidenziato che la presenza contemporanea di TMD e CSP determina uno squilibrio funzionale più marcato. In questi pazienti, si osservano condili posizionati più anteriormente e inferiormente, alterazioni morfologiche più accentuate, nonché una maggiore asimmetria tra i due lati. Anche la densità minerale ossea e i parametri volumetrici risultano alterati, aumentando il rischio di degenerazioni articolari nel tempo.

L’efficacia del bite nel riequilibrio articolare

Il trattamento con bite di stabilizzazione ha portato, in entrambi i gruppi, a miglioramenti nei parametri misurati, ma in misura inferiore nei soggetti con CSP. Questo suggerisce che la preferenza masticatoria potrebbe essere un fattore prognostico negativo nei pazienti con TMD, e che potrebbe essere necessario un trattamento più mirato e personalizzato in questi casi.

Implicazioni per la pratica odontoiatrica

Per il clinico, lo studio in questione, pubblicato su Scientific Reports, sottolinea l’importanza di valutare la preferenza masticatoria come parte integrante dell’approccio diagnostico ai pazienti con disfunzioni temporomandibolari. D'altronde, l’uso della CBCT si conferma uno strumento prezioso per monitorare i cambiamenti ossei e articolari durante e dopo la terapia con bite. Mentre il trattamento precoce e mirato resta la via maestra, perché può prevenire complicazioni degenerative e migliorare la qualità di vita del paziente.

Disordine temporomandibolare ed effetti del bite sulla morfologia condilare - Ultima modifica: 2025-05-28T10:14:22+02:00 da Pierluigi Altea
Disordine temporomandibolare ed effetti del bite sulla morfologia condilare - Ultima modifica: 2025-05-28T10:14:22+02:00 da Pierluigi Altea