“Deve cambiare tutto perché niente cambi”

Paolo Pegoraro

 

(Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo)

Al giro di boa della chiusura estiva, il comparto dentale osservato da vicino è un quadro che non conosce colori pieni bensì sfumature, ombre e tratteggi. Il sentiment del periodo non è ancora positivo: e non lo sarà mai più se la percezione resterà ancorata al rimpianto delle glorie passate. Il modello prevalente, che è ancora quello dello studio monoprofessionale, è associato all’immagine di un dentista quasi anziano: un fatto non necessariamente negativo se si è disponibili a rispettare il patto generazionale, ossia il passaggio del testimone dall’anziano professionista al giovane, che scalpita, desideroso di emergere. In questa delicata transizione occorre essere generosi e saper dare, ma anche essere talvolta disponibili a imparare da chi è più fresco di studi e più povero di esperienza pratica: perché, in definitiva, giovane e vecchia generazione condividono un percorso comune e le stesse difficoltà (e opportunità).

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È indubbio che ci siano nuovi competitori, realtà con le quali il libero professionista deve fare oggi i conti, non solo in termini di diretta concorrenza ma anche dal punto di vista della comunicazione. C’è da chiedersi se l’odontoiatria di capitale – le cosiddette “catene” –sottragga davvero pazienti ai piccoli studi monoprofessionali e se l’avvento di questo nuovo modo di fare impresa in odontoiatria non abbia portato qualche vantaggio a tutto il settore del dentale, in termini di creazione di nuova domanda di cure, soprattutto tra quelle fasce della popolazione che di fatto non si recavano mai dal dentista. La forte capacità di comunicazione, in un mercato divenuto più competitivo, ha contribuito a una maggiore sensibilizzazione della popolazione alla salute orale ed è stata di stimolo all’avvicinamento del paziente alle cure. Se è vero che al momento queste realtà non spostano grandi masse di pazienti, sanno però mettersi in mostra: sia per le strategie di comunicazione adottate – un basso numero di strutture parla, di fatto, a milioni di persone attraverso campagne di comunicazione molto efficaci – sia perché non siamo storicamente abituati a vedere un approccio imprenditoriale in campo medico.

In ultima analisi, se non si coglie il mutamento precipitoso dei tempi, l’evolversi delle esigenze, ma soprattutto, se non ci si reinventa, si rischia grosso. Per molti dentisti, gli anni a venire saranno quelli dell’uscita dal mercato del lavoro – e non c’è nulla di male a desiderarlo -: chi intende restare, dovrà competere e occuparsi della salute dei propri pazienti con un nuovo atteggiamento e una nuova organizzazione, che non potranno più prescindere da funzioni e strumenti orientati all’efficienza di gestione e all’efficacia commerciale. Sarà indispensabile lo sviluppo di competenze di tipo imprenditoriale, con una revisione globale del proprio business in termini di obiettivi, investimenti, organizzazione, attività di marketing, attività operative, gestione del personale interno e dei collaboratori esterni.

Ci aspetta un settembre ricco di occasioni da cogliere e tanto impegno.  

Paolo Pegoraro

“Deve cambiare tutto perché niente cambi” - Ultima modifica: 2017-08-04T09:00:56+00:00 da Paolo Pegoraro