Il 2017 ha visto l’approvazione della legge Gelli-Bianco, incentrata su aspetti di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie.

Uno dei temi centrali della legge è la depenalizzazione per l’esercente la professione sanitaria nel caso questi abbia causato un danno dovuto a imperizia, pur avendo agito nel rispetto delle linee guida o delle buone pratiche cliniche.

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Di linee guida si parlava già nella legge Balduzzi, che prevedeva però di essere esentati da responsabilità professionale solamente in caso di colpa lieve.

Questo aspetto rende ancor più cogente l’obbligo di documentare al meglio quanto svolto durante la propria attività clinica, così da poter dimostrare di aver operato secondo le linee guida o di non averlo fatto per una specifica esigenza legata al paziente trattato.

In questo articolo parliamo di uno dei documenti tipici dell’attività odontoiatrica: la raccolta del consenso informato del paziente in odontoiatria

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Il consenso informato, quali gli obblighi per l’odontoiatria

II consenso informato in odontoiatria deve presentare i seguenti requisiti:

  1. deve essere informato;
  2. deve essere completo e comprensibile, adeguato alle proprietà socio-culturali del paziente;
  3. deve essere specifico, in quanto non valgono consensi “prestampati” che non tengano in considerazione l’esatto percorso diagnostico-terapeutico del paziente e che in base a questo siano stati personalizzati;
  4. deve essere esplicito, cioè chiaramente reso al paziente in forma orale e/o scritta;
  5. deve essere libero da condizionamenti;
  6. deve essere espresso dall'avente diritto, cioè tutti i soggetti maggiorenni in grado di intendere e di volere;
  7. deve essere richiesto ai genitori in caso di paziente minorenne, oppure al genitore affidatario in caso di genitori divorziati o al tutore in assenza di questi;
  8. deve essere reso dal minore se emancipato con matrimonio;
  9. deve essere richiesto al tutore per soggetti interdetti;
    per le persone anziane con deficit cognitivi può essere reso da un tutore nominato per incapacità temporanea;
  10. deve essere precedente alle procedure diagnostico-terapeutiche in tempi prossimi alle stesse;
  11. in ambito odontoiatrico, nel caso dell’utilizzo di radiazioni ionizzanti – nello specifico di radiografie 3D – deve essere raccolto in forma scritta (D. Lgs.230 del 1995);
  12. deve essere ottenuto del medico.

Il consenso informato va conservato per lo stesso tempo durante il quale viene mantenuta la cartella clinica, quindi in caso ospedaliero per un tempo illimitato, mentre nelle strutture private per dieci anni dopo il termine delle terapie.

Il consenso scritto non è obbligatorio, ma è importante quando il rischio aumenta. In caso di interventi di poco conto con probabilità di eventi avversi minimali, il dentista è ragionevolmente esonerato dall'obbligo di acquisire il consenso scritto, essendo questo implicito nella richiesta di quella specifica prestazione.

Viceversa, le complicanze più frequenti vanno accuratamente spiegate verbalmente, oltre che indicate nel modulo.

Gli interventi odontoiatrici sono solitamente d’elezione, non avendo il requisito dell’urgenza. Il consenso può essere dunque consegnato al paziente perché lo esamini o lo faccia esaminare a persone di propria fiducia, in modo che, prima della firma di accettazione del trattamento e dell’inizio della cura, possa richiedere se lo ritenesse necessario ulteriori spiegazioni.

Sarebbe inoltre opportuno che questi non si limitasse alla firma in calce, ma dichiarasse di proprio pugno di aver compreso la natura, gli scopi e i rischi del trattamento, oltre ai propri impegni nel periodo successivo al trattamento, come le visite di controllo, le regole di igiene, la necessità di ulteriori eventuali interventi.

Una parte molto importante all'interno del consenso è legata alla spiegazione dei “doveri del paziente”, che egli deve accettare di adempiere per il buon esito della terapia.

Il riferimento è soprattutto a terapie implantari o ortodontiche, dove la compliance del paziente è essenziale.

Ottenere il consenso da parte dei propri pazienti rappresenta una sfida quotidiana, anzi una sfida che si affronta ogni volta che un paziente si accomoda alla poltrona. Questo è senza dubbio un valido motivo per concentrarsi sul miglioramento delle proprie tecniche di comunicazione, tecniche alle quali faremo accenno brevemente.
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I moduli per il consenso informato

La modulistica è estremamente varia e necessariamente personalizzata, oltre che orientata al tipo di trattamento specialistico che si andrà a svolgere.

Nel corso FAD "La Responsabilità professionale in Odontoiatria", accreditato da Accademia Tecniche Nuove per 15 crediti ECM per Odontoiatri, riportiamo alcuni esempi mirati di modulistica per il consenso informato: un classico modulo di consenso in ortodonzia, uno in implantologia, un consenso per CBCT, la parte conclusiva di un modulo orientata alla resa del consenso nel minore o nel paziente soggetto a tutela.

Sottolineiamo l’importanza di compilare sempre le parti libere del modulo; riteniamo infatti piuttosto più corretto utilizzare modulistica con pochi spazi da compilare specificamente che utilizzare moduli più complessi ma male o incompletamente compilati.

Infine è doveroso ricordare che l’informazione è questione complessa e la modulistica è strumento utile a completamento dell’informazione e del consenso ma non può essere sostitutivo di una reale fase informativa, completata con adeguata verifica del livello di comprensione di chi ascolta.

Accedi ad un modulo gratuito del corso "La Responsabilità Professionale in Odontoiatria" coordinato dal Prof. Marco Scarpelli

Consenso Informato in Odontoiatria: Cosa è Cambiato con la Legge Gelli Bianco - Ultima modifica: 2019-05-20T18:30:49+00:00 da Redazione
Consenso Informato in Odontoiatria: Cosa è Cambiato con la Legge Gelli Bianco - Ultima modifica: 2019-05-20T18:30:49+00:00 da Redazione

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