Come e dove curare i pazienti odontoiatrici affetti da emofilia

Giuseppe Lomurno, direttore del Centro di Odontoiatria dell’Ospedale di Perugia

C’è un nuovo centro odontoiatrico dedicato alla cura dei pazienti con emofilia. Il Centro di Odontoiatria dell’Ospedale di Perugia è stato individuato come nuovo polo di eccellenza per la cura dei pazienti affetti da malattia emorragica congenita, grazie a percorsi assistenziali dedicati e al supporto di una rete multidisciplinare. Il riconoscimento è stato annunciato dal professor Francesco Riva, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia odontostomatologica dell’Ospedale odontoiatrico George Eastman di Roma, da tempo in prima linea nella cura di questi pazienti.

Il Centro di Odontoiatria dell’Ospedale di Perugia entra così a far parte del network nazionale a garanzia dei malati affetti da emofilia, una patologia che ancora oggi spaventa. «Spesso anche gli odontoiatri si trovano disorientati di fronte a questi pazienti», dice Giuseppe Lomurno, direttore del Centro di Odontoiatria dell’Ospedale di Perugia, «perché la malattia è rara e i pazienti sono ad alto rischio emorragico. Il supporto di un centro specialistico e l’adeguata preparazione antiemorragica tuttavia rendono la procedura odontoiatrica agevole anche se bisogno avere le dovute cautele».

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Secondo Lomurno, è bene che i pazienti affetti dalle forme più gravi di questa patologia (perché affetti, per esempio, da emofilia A e B grave, da malattia di von Willebrand tipo 3 o a fenotipo severo, o ancora da alcuni deficit rari della coagulazione) siano seguiti e trattati in centri specialistici, così come i pazienti mai precedentemente trattati che richiedono, indipendentemente dalla gravità, il ricorso ai centri specialistici.

«Una volta valutata la sicurezza della procedura», spiega Lomurno, «allora si può pensare di demandare la gestione a un qualsiasi studio odontoiatrico. Questo tuttavia solo per quanto riguarda la normale gestione odontoiatrica: nei casi più delicati, in cui è richiesto un trattamento più cruento o nei casi di aumentato rischio emorragico (per esempio, quando anche la semplice ablazione del tartaro provoca sanguinamenti in più punti della bocca), allora la cura odontoiatrica andrebbe riservata ai centri specialistici, dove è attivo un team multidisciplinare».
In Italia, tali centri specializzati, ricorda Lomurno, sono presenti con vari gradi di organizzazione all’interno dei Centri per le malattie emorragiche congenite e acquisite: quelli più attivi sono situati nelle città di Roma, Perugia, Reggio Calabria, Padova, Bologna, Cesena, Parma e Milano.

«Grazie all’azione del professor Francesco Riva, direttore dell’UOC di Chirurgia odontostomatologica presso il Policlinico Umberto I di Roma», ricorda Lomurno, «esiste e sta crescendo una rete nazionale anche per la gestione dei pazienti odontoiatrici con malattie emorragiche congenite e acquisite, in collaborazione con i Centri emofilia locali. I centri attualmente più attivi della rete sono quelli di Roma, Reggio Calabria, Bologna, Cesena e Perugia».

L’azione messa in atto da queste strutture specializzate nel trattamento del paziente emorragico è molto preziosa. «È stato dimostrato che l’ottimizzazione della gestione dei pazienti emofilici e soprattutto l’azione di prevenzione nei loro confronti», dice Lomurno, «porta a una notevole riduzione degli eventi emorragici di natura odontoiatrica e quindi a un miglioramento della qualità della vita dei pazienti, nonché a una riduzione della spesa sanitaria nazionale, legata a un minor consumo di fattori sostitutivi della coagulazione. Inoltre la collaborazione con i Centri emofilia permette di ridurre il numero dei ricoveri necessari per le procedure odontoiatriche, un risultato dunque in sintonia con quanto sopra detto relativamente a qualità di vita e spesa sanitaria che per una volta vanno di comune accordo».

 

 

 

Come e dove curare i pazienti odontoiatrici affetti da emofilia - Ultima modifica: 2017-12-18T16:00:22+00:00 da redazione