Chitosano, una possibile applicazione nell’implantologia dentale

Biocompatibilità, bioattività, molteplici azioni protettive e preventive di complicanze e/o effetti collaterali. Sono alcune delle qualità che indicano il chitosano come un materiale potenzialmente utilizzabile in implantologia dentale. A queste conclusioni preliminari giungono due ricercatori tedeschi che hanno pubblicato il loro lavoro di ricerca sul Journal of Stomatology, Oral and Maxillofacial Surgery.

Il chitosano può essere efficacemente utilizzato in implantologia dentale? I ricercatori sono partiti dall’evidenza che l’impiego di biomateriali con attività antibatterica possa aumentare le resistenze batteriche agli antibiotici e che polimeri antibatterici e bioattivi siano in grado di riparare i tessuti molli danneggiati, favorendo contemporaneamente la rigenerazione ossea. In questa direzione desta attenzione il chitosano, quale potenziale materiale da utilizzare con successo in implantologia dentale.

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 Si tratta di un copolimero (macromolecole la cui catena polimerica contiene unità ripetitive) polielettrolitico cationico naturale; in genere viene estratto dall’esoscheletro di crostacei (granchi, gamberi) con soluzione acquosa basica e si ottiene tramite deacetilazione (reazione chimica che spezza il legame tra un gruppo acetile CH3CO− e una molecola, catalizzata dall'enzima deacetilasi) della chitina. Quando questa subisce una deacetilazione almeno al 50%, si ottiene il chitosano, sostanza solubile in acqua organica. Il chitosano è inoltre costituito da gruppi idrossilici reattivi in specifiche posizioni (C2, C3 e C6), gruppi amminici e poliammine lineari. Questi gruppi funzionali consentono di modificare la struttura del chitosano mediante copolimerizzazione a innesto per realizzare vari scaffold utili per applicazioni di ingegneria tissutale. Da qui l’interesse verso la possibile applicazione anche in implantologia. Per stimarne l’efficacia e l’eventuale impiego, i ricercatori tedeschi hanno indagato e selezionato studi di letteratura sull’argomento, pubblicati fra il 2010 e il 2021, ricorrendo a database internazionali, fra questi PubMed, Google Scholar, Scopus. Fra i lavori presenti, gli studiosi alla fine hanno estrapolato 46 articoli corrispondenti ai criteri predefiniti, ovvero dimostrare la biocompatibilità, le proprietà antibatteriche, l’osteointegrazione, la bioattività e così via del chitosano.

 I risultati. Fatto salvo che il chitosano è un polimero di facile produzione, l’analisi dei dati e delle pubblicazioni in esame ha consentito di rilevarne le caratteristiche e proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, emostatiche, analgesiche, mucoadesive, osteointegrative, come dal disegno dello studio, e la sua eccellente capacità filmogena. Tali qualità profilano il chitosano come un materiale interessante anche per l’applicazione/utilizzo in implantologia dentale e/o in altri settori dell’apparato dentale. Vi sarebbero infatti alcune preliminari attestazioni di efficacia dall’utilizzo in impianti Titan: questi, rivestiti con chitosano, sembrano acquisire proprietà bioattive più elevate, dunque migliori rispetto agli impianti privi del rivestimento, conferendo in particolare maggiore stabilità. È stato inoltre possibile osservare un aumento dell'attività degli osteoblasti (cellule specializzate nella produzione di tessuto osseo) a seguito del trattamento della superficie con un laser rivestito da chitosano. Inoltre, vi sarebbero indicazioni che il rivestimento, miscelato a sua volta con idrossiapatite, possa migliorare ulteriormente la bioattività del chitosano stesso. Tale ipotesi dovranno essere confermate da ulteriori ricerche.

Fonti

Hallman L, Gerngroß MD. Chitosan and its application in dental implantology. Journal of Stomatology, oral and maxillofacial surgery, 2022. doi: https://doi.org/10.1016/j.jormas.2022.02.006

 

Chitosano, una possibile applicazione nell’implantologia dentale - Ultima modifica: 2022-09-27T10:06:06+00:00 da Paola Brambilla
Chitosano, una possibile applicazione nell’implantologia dentale - Ultima modifica: 2022-09-27T10:06:06+00:00 da Paola Brambilla

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