Attuabilità dell’ecografia dentale con apparecchiature ecografiche convenzionali

L’ecografia è una tecnica diagnostica per immagini che si avvale di ultrasuoni per ottenere un’immagine precisa degli organi oggetto dell’indagine.

In odontoiatria, l’utilizzo degli ultrasuoni è limitato principalmente ai tessuti molli e alla superficie delle ossa, poiché non è possibile ottenere alcun segnale utile oltre le interfacce tessuto molle-osso e tessuto molle-aria.

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Attualmente, in odontoiatria clinica e investigativa, l'ecografia viene utilizzata per il rilevamento della carie approssimale, la valutazione dello spazio parodontale, l'imaging superficiale dei difetti ossei parodontali e la misurazione dello spessore dello smalto, e nella differenziazione delle lesioni periapicali, la determinazione dello spessore gengivale e monitoraggio della guarigione periapicale dopo chirurgia endodontica.

Lo scopo di questo articolo era di studiare la fattibilità dell'ecografia dentale con apparecchiature ad ultrasuoni convenzionali e di valutarne la qualità di visibilità del tessuto dentale. Per questo studio, sono stati esaminati i denti di tre volontari.

Tutti i volontari sono stati sottoposti a esami TC a fascio conico.

Le immagini ecografiche sono state ottenute utilizzando due ecografi: Toshiba Aplio! e Philips HD15. Per la macchina Toshiba Aplio sono state utilizzate sonde lineari (7–14 MHz e 7,2–18,0 MHz) , per quella Philips HD15, una sonda compatta a "bastone da hockey" L15-7io (7–15 MHz). E’ stato utilizzato un gel dentale come agente di accoppiamento, ottenendo immagini longitudinali e trasversali.

Le immagini dei denti acquisite con entrambe le tecniche sono state confrontate da due osservatori: un radiologo con 20 anni di esperienza in radiologia della testa e del collo e un chirurgo dentale con 2 anni di esperienza in radiologia dentomaxillofacciale.

Ne è emerso che, con le normali sonde lineari, risultavano accessibili solamente la superficie buccale dei denti anteriori (incisivo e canino). Le superfici vestibolari e labiali di tutti i denti, invece, erano accessibili con la sonda compatta ("bastone da hockey").

La visibilità e la differenziazione degli spazi pulpari dentali, della dentina e dello strato superficiale comprendente il cemento, è risultata possibile nelle porzioni di denti non coperte dall'osso alveolare o dalle corone protesiche.  Nei denti con corone protesiche erano infatti riconoscibili solo elevati riflessi ecografici superficiali, senza alcuna struttura interna identificabile.

Era inoltre possibile distinguere le otturazioni endodontiche, gli spazi della polpa dentale si vedevano meglio a livello del collo del dente.

Questo studio non era esente da limiti: ad esempio, la forma della testina rigida della sonda non risultava conforme alla forma della superficie del dente o a quella dell'arcata dentale. Di conseguenza, sono state necessarie grandi quantità di agente di accoppiamento e vi è stata una visibilità soddisfacente di pochi denti. Questo problema potrebbe essere risolto con una sonda dentale progettata su misura.

In conclusione, l'ecografia dentale è fattibile con macchine ecografiche universali.

Sono necessari ulteriori studi per valutare le possibili applicazioni cliniche degli ultrasuoni dentali: una di queste, potrebbe essere la valutazione del numero di canali radicolari.

Riferimenti bibliografici a proposito dell'ecografia in odontoiatria

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24170803/

Attuabilità dell’ecografia dentale con apparecchiature ecografiche convenzionali - Ultima modifica: 2022-05-14T19:17:34+00:00 da redazione
Attuabilità dell’ecografia dentale con apparecchiature ecografiche convenzionali - Ultima modifica: 2022-05-14T19:17:34+00:00 da redazione

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