Accuratezza dell’impronta digitale con scanpeg in implantoprotesi

L’ultimo decennio, nel campo della protesi su impianti, ha visto la transizione dalle tecniche analogiche a quelle digitali: tutte le fasi del flusso di lavoro, dalla pianificazione della chirurgia alla finalizzazione protesica, hanno visto affiancarsi, alle procedure tradizionali, nuove metodiche afferenti alla tecnologia CAD/CAM.

Per quanto riguarda l’acquisizione dell’impronta, lo standard analogico è rappresentato dagli elastomeri, ad esempio polivinilsilossani. La procedura può essere condotta digitalmente in maniera diretta o indiretta, a seconda che si utilizzino scanner intraorali, scanbody intraorali o scanbody di laboratorio.

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Nessuna tecnica è esente da errori: è, per questo, importante effettuare confronti, considerando i parametri di accuratezza: veridicità (trueness) e precisione. La trueness descrive quanto la misurazione si discosta dalle dimensioni effettive dell'oggetto misurato, la precisione quanto le misurazioni ripetute siano vicine l'una all'altra. Esse possono essere influenzate da diversi fattori: il profilo di emergenza, ad esempio, è un punto critico, soprattutto nel caso in cui il tessuto molle sia in corso di guarigione.

A questo proposito, sono stati introdotti sistemi scanpeg, da montare direttamente sull’abutment di guarigione avvitato, il quale pertanto non deve essere rimosso per la presa dell’impronta digitale.

Un interessante studio in vitro, condotto da Yilmaz e colleghi, ha confrontato l’accuratezza di tre sistemi di rilevazione di impronta: impronta classica con polivinilsilossani, uno scanbody convenzionale e uno scanpeg.

Lo studio, recentemente pubblicato su Journal of Dentistry, ha visto l’allestimento di un modello mascellare con un impianto da 4.0 × 11 mm in sede 21, sottoposto a presa di impronta con tecnica open tray e polivinilsilossano e scansione con lo stesso scanner intraorale, da parte dello stesso operatore, con montato uno scanbody, prima, uno un sistema scanpeg – healing abutment. I modelli con montati scanbody e scanpeg sono stati digitalizzati anche con uno scanner da laboratorio, usato anche per il modello in gesso ricavato dall’impronta, di modo da poter effettuare le sovrapposizioni. Sono stati individuati diversi punti di riferimento utili a calcolare le deviazioni lineari e angolari.

I risultati attestano come, ad esempio, al punto di riferimento n.1 (spostamento lineare), l’elastomero abbia mostrato una trueness significativamente inferiore a quella dei sistemi digitali.

Per quanto riguarda la deviazione angolare – si rammenti come l’asse di inserimento rappresenti l’informazione principale da trasmettere con l’impronta in implantoprotesi – il sistema scanpeg ha mostrato dati inferiori al polivinilsilossano. Complessivamente, lo standard, riguardo alla trueness, pare comunque essere lo scanbody classico.

In conclusione, gli autori osservano la necessità di soppesare i dati, che fanno riferimento solo ad alcuni punti e, comunque, a un modello in vitro. Tali dati autorizzano comunque l’utilizzo, come valida alternativa, sia all’impronta tradizionale che all’impronta con scanbody, dello scanpeg montato direttamente su abutment di guarigione.

Riferimenti bibliografici a proposito dell'impronta digitale

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33961938/

Accuratezza dell’impronta digitale con scanpeg in implantoprotesi - Ultima modifica: 2021-07-01T06:13:06+00:00 da redazione
Accuratezza dell’impronta digitale con scanpeg in implantoprotesi - Ultima modifica: 2021-07-01T06:13:06+00:00 da redazione

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